I dubbi di una mamma single

Una lettrice racconta la propria storia

Paola
Paola Marangio
14 febbraio 2022 10:00
I dubbi di una mamma single

Buona sera dottoressa sono una mamma single ho un bimbo di 20 mesi, il papà del bambino non c'è mai stato infatti non lo ha voluto riconoscere quindi il piccolo è cresciuto con me, mio fratello e i miei genitori. Da 4 mesi a questa parte sto frequentando un ragazzo, che ha voluto approcciare un rapporto con il bambino.... all’inizio sono andati d’accordissimo, ora invece il piccolo quando lo vede piange.... il ragazzo vorrebbe essere suo padre perché è molto affezionato al bambino... e ogni volta che il piccolo ha una crisi di pianto ( cosa che capita di rado) devo calmare il piccolo e tranquillizzare il ragazzo perché lui pensa che il piccolo non lo può vedere!! Invece non è vero perché quando si calma poi giocano insieme e si divertono.... cosa posso fare datemi una mano vi prego! (email firmata)

Cara N.

leggendo le sue parole mi sono chiesta se la mettesse maggiormente in crisi la reazione del bambino o quella del fidanzato, probabilmente quella dell’uno peggiora quella dell’altro!

La sua situazione non è semplice già in partenza: crescere un figlio senza avere l’altro genitore accanto e farlo nella casa della propria famiglia d’origine (che per fortuna nel suo caso si è resa disponibile a supportarla) è un’impresa non da poco rispetto all’orientamento tra i ruoli. La mamma è anche figlia, i nonni sono anche genitori, lo zio è anche figlio e fratello: i sottosistemi di generazioni si mescolano continuamente davanti agli occhi di suo figlio che sta imparando “come funziona il mondo”.

Questo di per sé non crea alcun problema, ma tenga conto che predispone ad una necessità di chiarezza maggiore, quindi iniziamo a farne. Riprendo le sue parole, molto dolci, “il ragazzo vorrebbe essere suo padre perché è molto affezionato al bambino”. Prima di diventare genitori è importante essere coppia, questo è un passaggio imprescindibile: perfino le coppie che si ritrovano a concepire al primo appuntamento attendono 9 mesi prima di diventare genitori! Per quanto l’attestazione di serietà e amore del suo fidanzato sia preziosa per farle capire quanto lui si senta pronto a prendersi grandi responsabilità, bisogna che vi concentriate in un primo momento su voi due, quando la relazione sarà solida tra voi inizieranno ad essere maturi i tempi per considerare un passaggio da 2 a 3.

In altre parole dica al suo fidanzato di conquistare lei, poi insieme vedrete come abbracciare il piccolo, dopo 4 mesi di frequentazione mi sembra prematuro. Il fatto che ogni rifiuto del bambino crei sgomento nei grandi (il fidanzato si allarma e lei deve consolarli entrambi) è una questione che si ritorce contro a suo figlio e non può che appesantire, invece che alleggerire, il clima. Bisogna che suo figlio si senta libero di fare le proprie rimostranze verso questo nuovo assetto familiare, se ci pensa non è così strano che ogni tanto protesti nei confronti di questo ragazzo che, anche se bravo a giocare con le costruzioni e alla lotta, “gli porta via la mamma” (so perfettamente che non è così ma probabilmente per il piccolo dover condividere la mamma -che ha avuto tutta per sé da sempre- è una faccenda che provoca quantomeno sentimenti di ambivalenza).

I nonni cosa pensano di questa nuova relazione? E lo zio? Non è importante cosa ne pensino i suoi genitori e suo fratello, ma mi riferisco ai ruoli ed ai confini tra le generazioni a cui accennavo prima. È importante che gli adulti trattino tra loro le “cose da adulti”. Se ad esempio la nonna non apprezza il nuovo fidanzato, pur non dicendo alcunché a riguardo, può darsi che susciti delle reazioni di rifiuto nel bambino. Insomma cara N. il mio consiglio è di stare serena, se questo nuovo amore è quello giusto per lei vedrà che sarà quello giusto anche per suo figlio!

La psicologa risponde — rubrica a cura di Paola Marangio

Paola
Paola Marangio

Psicologa, psicoterapeuta e mediatrice familiare. Referente del sito PsicologiaFirenze.it. Membro dello staff clinico e didattico dell’Istituto di Terapia Familiare di Siena, ha lavorato nell’equipe del Centro di Terapia Familiare della ASL 10 di Firenze e si è occupata delle valutazioni psico-ambientali delle commissioni medico legali INPS. Collabora con la cooperativa sociale Matrix onlus in ambito della disabilità e psichiatria. Per inviare quesiti scrivere a: marangio@psicologiafirenze.it

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