"Lo apprendiamo dalla Provincia: l'impianto di EcoFirenze è fallito a pochi anni dall'apertura nella nuova sede di Mantignano". Esordisce così il capogruppo di Firenzeriparte a sinistra con Sel, Fas e Prc Tommaso Grassi che commenta l'operazione caratterizzata da una "grande colata di cemento in una zona agricola che, tra l'altro, è anche area d'esondazione"."Presentata come una grande e positiva operazione economica ed ecologica - spiega - si è capito ben presto che non aveva alcuna possibilità di sopravvivere.
Il motivo? Tra gli altri, ci sono le dimensioni sproporzionate rispetto alla richiesta in area fiorentina". "Non abbiamo mai condiviso la scelta di far edificare con una colata di cemento un'area a vocazione agricola e di costruire in area d'esondazione" incalza Grassi che solleva anche alcune perplessità di altro genere sul "blocco di cemento al centro della 'ciambella' agricola di Mantignano, costruita nel periodo Quadra, e che porta con sé molti dubbi su cui sarebbe interessante continuare a indagare".Ma c'è un altro aspetto ad aggravare la situazione.
Il fatto che, "anche se ritenute obbligatorie - aggiunge - non siano state mai sono state realizzate le opere di sistemazione stradale della viabilità di quartiere di Mantignano: su questo il Comune ha la responsabilità di non aver mai voluto escutere la fideiussione per la realizzazione delle opere stradali. Per anni abbiamo chiesto che si arrivassero le procedure per la realizzazione da parte del Comune, ed economicamente a carico del privato, delle opere stradali e delle bonifiche delle aree degli ex demolitori.
Ma la risposta è stata sempre la stessa: ci sono state garanzie che i lavori partiranno a breve. Cosa intende dire adesso il Comune ai residenti di Mantignano?".Il timore è che il blocco di cemento venga trasformato in altro e si cambi destinazione. "Magari residenziale", sottolinea Grassi, che elenca le sue priorità relative all'area: "E' prioritario che prima della riapertura delle attività siano realizzate tutte le opere necessarie alle strade, e che si provveda immediatamente a fare i controlli su eventuali versamenti di sostanze inquinanti nei vicini corsi d'acqua".
"In questa operazione ci stanno rimettendo tutti - conclude Grassi - dai lavoratori ai cittadini residenti. Anzi, non proprio tutti: chi non sta subendo danni per ora è chi ha la responsabilità imprenditoriale e politica di una scelta cosi scellerata".