Governance del turismo: superare la legge Monti?

E' la proposta di Confesercenti Firenze-Venezia. Cgil e Filcams Cgil Firenze: “No ai superpoteri agli enti”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 maggio 2021 23:50
Governance del turismo: superare la legge Monti?

Firenze, 18-5-2021 - Confesercenti Firenze e Venezia, dopo i Sindaci di queste città, stanno chiedendo al Governo misure particolari per le città d’arte per rivedere, tra le altre cose, le modalità di governance per un commercio più sostenibile.

"Bloccare la legge Bersani-Monti, per ripristinare una nuova sovranità dai sindaci in materia di insediamenti e specializzazioni merceologiche". E' quanto chiede una mozione depositata in Consiglio regionale della Toscana dal capogruppo di Forza Italia, Marco Stella. "Le città d'arte, come Firenze, hanno pagato più di altre gli effetti della crisi da emergenza Covid-19, che ha determinato gravi conseguenze economiche per il settore turistico - osserva Stella -. Per questo, è necessario salvare le città d'arte attraverso una Legge Speciale che le tuteli e ne favorisca la ripresa nel più breve tempo possibile".

"Per queste ragioni - sottolinea Stella - è necessario individuare norme economiche in favore degli operatori e per gli appartamenti destinatari di affitti brevi, nuove regole per le guide turistiche e regolamenti speciali per limitare le attività commerciali o dei prodotti in libera vendita. Occorre rilanciare la filiera turistica favorendo il turismo degli italiani in Italia nel triennio 2021-2023, e istituire appositi sgravi fiscali, sotto diverse forme, per l'acquisto di pacchetti, locazioni e servizi turistici e rilanciare il settore, dotando i sindaci dei poteri necessari a bloccare gli effetti della Legge Bersani-Monti".

Approfondimenti

"Come abbiamo già avuto modo di dire, la cosa ci convince se l'idea è quella di superare la legge Monti ripristinando una norma che affidi alla politica territoriale e al confronto tra istituzioni locali e parti sociali, e quindi anche quelle in rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori, le scelte su orari e attività commerciali, sottraendole finalmente alle logiche da far west proprie del libero mercato -intervengono Gianluca Lacoppola (Cgil Firenze), Francesca Battistini (Filcams Cgil Firenze)- Quelle logiche che fin dal 2011 denunciamo come selvagge e che, ad esclusivo vantaggio delle imprese della Grande distribuzione, hanno fatto sì che soccombessero piccole e medie imprese commerciali.

Ricordiamo fin troppo bene le dichiarazioni che seguirono all’approvazione della Legge Monti circa l’aumento della occupazione, per dirne una. Dichiarazioni smentite nei fatti, tanto che a fronte di maggiori aperture è corrisposto l’aumento della precarizzazione e della svalorizzazione del lavoro, prevalentemente femminile nel settore del commercio. Per non parlare delle conseguenze in termini di conciliazione tempi di vita e lavoro. Siamo certi che solo ripristinando un confronto serio, che tenga conto anche delle istanze delle donne e degli uomini che lavorano nel settore e non il mercato, non la rendita, deciderebbero chi deve stare aperto, quali attività possono aprire e quali no; insomma: quale modello di sviluppo.

Svolga dunque la politica, in senso lato, una funzione di programmazione di concerto con le associazioni di rappresentanza peraltro utilizzando l'opportunità della fase costituita dai fondi europei del PNRR. È questa la strada che il decalogo dal titolo Città d’arte? #Nonmetterledaparte si propone? Se è questa siamo d'accordo.

Non saremmo d'accordo invece se si trattasse di attribuire ai Sindaci una sorta di superpoteri, spostando la sovranità ad altro livello, ma lasciando comunque la sovranità, tipo quelli esercitati dalla Regione Toscana solo pochi giorni fa in occasione della festività del 1° maggio. Non si è consentito alle lavoratrici e i lavoratori di una parte consistente del commercio di festeggiare la festività proprio perché non c’è stato il necessario confronto tra tutte le parti sociali. Al contrario si è evidenziata plasticamente la logica dell'interesse del più forte e della sua indubbia capacità di lobby”.

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