Gli ingegneri: "Fino al Galluzzo e Grassina/Antella in filobus"

Nuove soluzioni green, la proposta per le due direttrici di Fiorenzo Martini (Commissione Mobilità Ordine): "Sarebbe interessante l'impiego di mezzi ad alimentazione promiscua filo e batteria. Sulla Senese per alcuni decenni del ‘900 è già stata attiva una tramvia a vapore"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 luglio 2020 11:05
Gli ingegneri:

Firenze, 13 luglio 2020 - Dall'inizio di via Senese al Galluzzo a bordo del filobus. È una delle proposte lanciate dalla Commissione trasporti dell'Ordine degli Ingegneri della provincia di Firenze, che per la Fase 3 della mobilità fiorentina detta una parola d'ordine: sostenibilità.

Se il potenziamento del sistema tramviario da sempre è ritenuto dall'Ordine una priorità per il rilancio della mobilità pubblica cittadina, gli Ingegneri si augurano che la crisi possa essere un'occasione per attuare nuove soluzioni “green” con benefici per l'ambiente e la salute dei cittadini.

“Tra queste – spiega Fiorenzo Martini, presidente della Commissione mobilità e trasporti dell'Ordine – riteniamo potenzialmente interessante l’impiego di mezzi ad alimentazione promiscua 'filo e batteria' per la realizzazione di linee fisse su direttrici di trasporto consistente, ma non tale da giustificare una tramvia, e con costi e tempi ben più contenuti”.

L'attenzione degli Ingeneri si focalizza in particolare su due significative direttrici verso il sud della città, la via Senese verso il Galluzzo e la Chiantigiana verso Grassina/Antella.

“Entrambe le direttrici – spiega Martini – sono escluse dalla rete delle tramvie, sono state soggette nel tempo a processi anche importanti di inurbamento, gravano su un tessuto viario rimasto pressoché immutato e sono interessate da impegnativi traffici di attraversamento. Ricordando che sulla Senese per alcuni decenni del ‘900 è già stata attiva una tramvia a vapore, è da ritenere che un sistema a frequenza, collegato con le tramvie esistenti ed in progetto, dotato verso le estremità di punti e parcheggi di interscambio, potrebbe risultare economicamente sostenibile e meriterebbe comunque una verifica di fattibilità”.

Sulle due direttrici, aggiunge Martini, “un sistema di filobus a batteria, con limitate sezioni di ricarica nelle tratte più opportune, parrebbe rappresentare un'equilibrata risposta ecologica di ammodernamento del sistema di trasporto pubblico locale e di alleggerimento dal traffico privato”.

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