Gli architetti: "Edilizia bloccata, catastrofe su Firenze. Non si può attendere i tempi della giustizia"

Il Consiglio dell'Ordine chiede un gesto di responsabilità. Biancalani: "La situazione non può essere risolta nelle aule giudiziarie. Serve un Forum permanente per facilitare il confronto tra Comune e Italia Nostra". Appello all'amministrazione: "Valuti una soluzione meno autotutelativa. Firenze caso nazionale". Il sindaco Nardella: "Ci proviamo"

Redazione Nove da Firenze
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12 luglio 2019 12:31
Gli architetti:

Firenze, 12 luglio 2019 – “La sospensione della variante all'articolo 13 del Regolamento urbanistico comunale rimane su tutto il tessuto storico e storicizzato, quindi molto oltre il centro storico. Il Consiglio dell'Ordine degli Architetti di Firenze, che in un primo momento ha proposto un incontro di riflessione sul tema, chiede oggi ai soggetti coinvolti un gesto di responsabilità per limitare i danni della catastrofe che sta investendo la città di Firenze".

Parole di Serena Biancalani, presidente dell'Ordine degli Architetti di Firenze, dopo che il Tar ha rinviato il 'caso Querce' al 6 novembre.  Poi aggiunge: 'La situazione, che ormai abbiamo definito una 'maionese impazzita', non può essere risolta nelle aule giudiziarie e non può aspettare i tempi della giustizia: per il bene della città deve essere risolta in tempi più brevi. Chiediamo quindi la formale costituzione del Forum permanente annunciato nell'incontro che si è tenuto il 9 luglio alla Palazzina Reale, per facilitare il confronto tra il Comune e l'associazione Italia Nostra, e nel contempo chiediamo che l'amministrazione valuti una soluzione meno (auto)tutelativa dell'interpretazione che ha dato dell'ordinanza e delle sentenze penali, per permettere almeno certe tipologie di intervento. È ormai evidente - conclude Biancalani - che l'ambiguità che si è generata sull'interpretazione delle definizioni delle categorie di intervento debba essere affrontata a livello nazionale, affinché il caso di Firenze possa essere utilizzato come esempio concreto delle conseguenze che l'incertezza normativa può provocare”.

(Dire) "Firenze non può rimanere ingessata, in questo stato di incertezza". Per questo "faccio un appello affinché vengano coniugati tutti gli interessi in gioco. La tutela del patrimonio storico e artistico da un lato, e noi siamo convintissimi di questa esigenza". Dall'altro, però c'è "un interesse altrettanto importante: non bloccare l'economia della città, non azzerare i posti di lavoro e non mandare in crisi o in fallimento le ditte". Lo chiede il sindaco Dario Nardella che, rispondendo alle domande dei giornalisti, interviene sullo stallo dei cantieri edili scoppiato dopo che il Consiglio di Stato, a maggio, ha sospeso la variante urbanistica sulle ristrutturazioni con limiti del Comune.

"Dobbiamo assolutamente bilanciare questi due interessi, perché Firenze ha bisogno di coniugare la conservazione con la trasformazione", aggiunge. Palazzo Vecchio, prosegue, "ha dimostrato grande attenzione e l'assessore Del Re sta aprendo un confronto nuovo con Italia Nostra". Nardella quindi, dopo aver ringraziato "tutti i soggetti che si stanno adoprando per uscire da questo stallo, penso all'ordine degli architetti, il mondo delle imprese e le istituzioni", confida "nel lavoro che sta portando avanti Cecilia Del Re, che mi sembra basato sul buonsenso e sul merito. Vediamo se riusciamo a sbloccare la situazione prima della pronuncia" del 9 ottobre.

(Dire)

Sull'argomento interviene anche il Movimento 5 Stelle: "“Il vuoto urbanistico causato da una scarsa considerazione per la tutela dei beni architettonici e omessa classificazione puntuale degli edifici di pregio, hanno aperto la strada alle speculazioni che hanno spinto chi come Italia Nostra ha agito per la tutela del bene comune ereditato dai geni del passato. Il patrimonio architettonico cittadino è pubblico! Lo abbiamo custodito e conservato per secoli, i fondi immobiliari speculatori stranieri vadano a lucrare altrove! Questa – proseguono i consiglieri del Movimento 5 stelle in Comune Roberto De Blasi e Lorenzo Masi – deve essere la strategia di un’amministrazione attenta alla tutela del patrimonio che gli è stato assegnato per la sola durata del mandato. Ed invece eccoci qua: l’attività urbanistica locale gestita dalla magistratura anziché da esperti del settore quali Ordini professionali di categoria, Università, associazioni culturali, ecc..

tutti soggetti estranei ed evidentemente trascurati in occasione del varo del RU nel 2015 e successivamente nella adozione dell'ultima variante. Le ultime amministrazioni si sono distinte per l’assoluta assenza di un’idea di città, di spazio, di luogo: fin dalla realizzazione della prima linea tramviaria causando la perdita della piazza Vittorio Veneto e compromesso l’unica via di accesso alle Cascine, fino ai giorni nostri con l’evidente disastro in piazza della Stazione. Unica soluzione per salvare l’intero indotto – proseguono De Blasi e Masi – la strada del dialogo al fine di convincere Italia Nostra a ritirare il ricorso al Consiglio di Stato. Il M5S dice ben venga il dialogo, finalmente, ma facciamo presto! Noi non siamo preoccupati per i danni subiti dai magnati speculatori edilizi, noi siamo dalla parte dei piccoli proprietari che hanno un cantiere aperto per il quale hanno versato oneri, occupazioni di suolo pubblico, che hanno contratto mutui per ristrutturarsi la casa, o che magari dimorano in quell’immobile oggetto di ristrutturazione la cui attività è sospesa almeno fino al prossimo 9 Ottobre. Noi siamo dalla parte dei lavoratori e dei fornitori coinvolti in questo disastro, l’amministrazione non deve aggravare una situazione già disperata, non ci deve essere la pretesa della rimessa in pristino dei luoghi perché questo genererebbe ulteriori danni per chi evidentemente ha già subito abbastanza. Noi chiediamo che l’ordine di rimessa in pristino sia rivolto a quei soggetti committenti che evidentemente hanno stravolto e danneggiato gli immobili, sottoposti a vincolo di tutela o comunque di particolare pregio architettonico. L’attività edilizia in città – concludono gli esponenti del Movimento 5 Stelle de Blasi e Masi – deve ripartire assolutamente laddove non ci sia il rischio di danneggiare il patrimonio artistico ed architettonico esistente e in questa strategia noi crediamo che Firenze abbia il supporto di illustrissimi professionisti privi di qualsiasi conflitto di interesse e con l’attenzione rivolta al bene per la città, soggetti in grado di tracciare le linee guida per normare un’attività fondamentale per l’economia cittadina”. 

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