Firenze, 23 novembre 2024- Lunedì 25 novembre 2024 è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Di seguito il programma degli appuntamenti della giornata, che rientrano in un ricco calendario di eventi di oltre un mese organizzato dal Comune di Firenze in collaborazione con varie realtà e associazioni del territorio.
La prima iniziativa di lunedì 25.11 è in programma alle 9 con l’inaugurazione di una panchina rossa dipinta dagli studenti alla scuola Guicciardini.
Approfondimenti
Alle 11 in piazza Signoria il flash mob “Voci contro la violenza” organizzato da QN x le Donne assieme al Comune di Firenze.
Sempre nella giornata del 25 novembre il lancio della guida digitale multilingue "Diciamo NO alla violenza in tutte le lingue. Fai un primo passo: Informati, ascolta, agisci".
Presso la ludoteca Mondolfiera, alle 10,30 la proiezione del cortometraggio "Giovanni", mentre alle 17 la narrazione de "Il maialibro", riflessione sugli stereotipi di genere per bambini.
Alle 18,30 presso il cinema Spazio Alfieri la proiezione de "La Testimone - Shahed", il film di Nader Saeivar allo Spazio Alfieri.
Alle 19,30 “Albereta Run In Rosa” presso il parco dell’Albereta nel Q3.
Alle 21 al Teatro Cartiere Carrara di Firenze, Artemisia presenta “Quadri di Donne”, spettacolo in prima teatrale.
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nella serata di lunedì 25 novembre 2024 le porte storiche fiorentine e il David saranno illuminati in rosso (a cura di Firenze Smart).
“Tutte unite e tutti uniti per dire no alla violenza contro le donne”, ha detto l’assessora alle Pari opportunità Benedetta Albanese in occasione della presentazione del calendario di eventi di oltre un mese (fino al prossimo 8.12), “quest’anno presentiamo un programma di oltre sessanta eventi diffusi in tutta la città, in tutti i quartieri, promossi e organizzati assieme ad associazioni e realtà del territorio, una comunità coesa e compatta che afferma e ribadisce l’impegno quotidiano contro ogni forma di violenza di genere.
E’ vero che il cammino da fare è ancora molto lungo, quel che è certo è che la nostra forza sta tutta nella capacità di creare un’unione tra persone di tutte le età e di tutti i generi, che affermi nella maniera più assoluta il nostro no alla violenza fisica, psicologica, economica, e che i principi di uguaglianza, parità e rispetto devono stare alla base di ogni rapporto umano. La varietà e la ricchezza del programma che la nostra città riesce ad organizzare ci dice che siamo sulla strada giusta, e che non dobbiamo mai, per nessun motivo, far diminuire il nostro impegno e la nostra attenzione”.
“La violenza contro le donne si contrasta costruendo una cultura diffusa della parità di genere, che deve avere come veicoli principali le scuole e le imprese”.A dirlo è Fabrizia Fagnoni, presidente della Commissione regionale Dirigenti Donne Cooperatrici, la rete che incentiva e rafforza la presenza femminile all’interno di Confcooperative, in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in programma lunedì 25 novembre.
"Domani, 25 novembre, è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. In questi giorni abbiamo visto moltiplicarsi (fortunatamente) iniziative per invitare a riflettere e condividere il dolore e lo sconcerto di fronte a tragedie ormai quotidiane. Retorico sottolineare che ogni giorno dobbiamo aver ben presente questo male assoluto che attanaglia la nostra società. Ma il 25 novembre i riflettori si accendono in maniera più evidente e allora è giusto condividere con sempre più persone la consapevolezza e la ricerca di azioni condivise per invertire questa spirale di violenza.
Questa, lo sappiamo, non è una festa, ma un momento di riflessione profonda. Una riflessione che impone qui più che mai molta attenzione nella scelta delle parole da utilizzare, perché ogni analisi fuorviante o spot ideologico accostato a un dramma del genere non può che aumentare il grado di sottovalutazione e inconsapevolezza. Addirittura si può creare un clima di odio e di intolleranza mai auspicabile e oltretutto indicando la causa in direzione sbagliata. Mi riferisco alle parole del ministro dell’Istruzione che sono risultate sconcertanti e, appunto, fuorvianti, legando la violenza di genere all’immigrazione illegale.
Parole intrise di banalità ideologica, gravi anche perché pronunciate alla cerimonia di presentazione della Fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, ammazzata da un ragazzo italiano e “per bene”, come scrive la sorella di Giulia, Elena. Parole gravemente difese anche dalla presidente del Consiglio" dichiara in una nota Simona Querci, responsabile politiche per la scuola e l'infanzia della segreteria Pd Toscana.
"Le Istituzioni e tutta la società sappiano, invece, che grande è il contributo che può venire dalla scuola, con un’educazione quotidiana al rispetto e alla parità di genere e attraverso progetti sull’affettività, ora quanto mai urgenti. Provvedimenti ministeriali in tal senso furono annunciati un anno fa, ma ancora non sono stati attivati. La Regione Toscana, diversamente dal Governo, investe in maniera significativa per rendere più sicura la nostra società, mettendo in campo numerosi strumenti per eliminare le disuguaglianze e le discriminazioni di genere, agendo in tal modo per limitare l’estrema conseguenza di una cultura “malata”, ovvero la violenza sulle donne.
La Regione, per esempio, finanzia e fa realizzare percorsi di formazione e sensibilizzazione rivolti alle e agli insegnanti, per favorire l’identificazione e la destrutturazione dello stereotipo di genere" prosegue Querci."Questa politica dovrebbe essere comune a tutti i territori del Paese, perché la scuola ha un ruolo chiave per ricostruire una cultura del rispetto e dell’empatia, appunto anche attraverso una educazione all’affettività di cui c’è un disperato bisogno.
Abbiamo cura dei nostri e delle nostre giovani, diamo loro gli strumenti per creare davvero una società che li/le renda liberi/e di esprimersi e di rispettarsi, mettendoli in questo modo davvero in sicurezza" conclude la nota.
“Nel corso degli ultimi mesi Confcooperative Toscana ha aderito alle iniziative promosse in molte città, frutto di una nostra presenza capillare. Con le altre associazioni, inoltre, abbiamo organizzato momenti informativi sul rapporto vita-lavoro, anche presentando le misure che la Regione sta predisponendo. Abbiamo discusso di buone prassi, di come fare rete per tracciare insieme le prospettive future”.Gli ambiti su cui agire sono molteplici. “Nei giorni scorsi, al teatro del Fuligno, abbiamo parlato di medicina di genere, evidenziando come, in questo caso, le differenze assumano un valore arricchente.
È un percorso che abbiamo condiviso con la Regione, l’Unifi e la portavoce nazionale di Anci”.“Nel frattempo, una gran parte delle nostre cooperative sociali è impegnata in prima fila nella gestione dei centri antiviolenza, delle case rifugio e delle modalità con cui assistere le vittime di tratta. Sono vicine, non dimentichiamolo, anche agli uomini vittima di violenza. Confcooperative Toscana collabora a questo processo di costruzione di una nuova società civile, fondata su forme di assistenza concrete.
Certo, i numeri sulle donne che oggi ancora muoiono per mano di chi diceva di amarle restano aberranti: insieme alla Regione vogliamo fare il massimo per garantire standard di tutela sempre migliori”. “Accanto a questo, un ruolo fondamentale lo giocano i progetti sviluppati nelle scuole. Le nuove generazioni rappresentano la nostra speranza per il futuro e assorbire fin da piccoli una cultura della parità di genere è decisivo. Il nostro impegno in questi contesti è teso non solo alla valorizzazione del sistema cooperativo, ma anche e soprattutto ad assicurare pari opportunità per le bambine e le ragazze attuando politiche di genere, che passano anche per la cura del linguaggio utilizzato.
Di recente Confcooperative Toscana ha anche lanciato il progetto #fattisentirecontrolaviolenza#, con l’obiettivo di accendere l’attenzione sul tema a cadenza mensile: “Abbiamo realizzato dodici locandine, con altrettanti messaggi, che diffondiamo tramite tutti i nostri canali. Concetti come ‘Futuro protetto’, ‘Ascolto e sostegno’, ‘Lavoro e realizzazione’. La nostra rete di cooperative sa bene che dall’indipendenza economica delle donne passa larga parte della loro libertà di allontanarsi da un contesto potenzialmente pericoloso. Noi continuiamo a sensibilizzare le imprese affinché portino avanti un’alfabetizzazione economica dei lavoratori e delle lavoratrici, spesso non sufficientemente consapevoli”.
«Serve un coro unanime contro ogni tipo di violenza e in particolare contro quelle che ha matrici di genere, purtroppo estremamente radicata nella nostra società». A dirlo David Nucci, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Firenze e Pistoia, in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza contro le Donne. «Abbiamo espresso più volte indignazione anche per l’escalation di aggressioni contro il personale sanitario, a cui stiamo assistendo – prosegue – e che a loro volta vedono spesso protagoniste proprio professioniste donne. Ribadiamo la necessità del contributo di tutti per rendere questo mondo migliore e più civile».
A porre l’accento sulla situazione arrivano anche i dati del sedicesimo rapporto sulla violenza di genere in Toscana, realizzato dall’Osservatorio sociale regionale su dati relativi al 2023. Nel 2023 si sono registrati 6 femminicidi, che hanno fatto salire il drammatico bilancio degli ultimi 17 anni a 140. Sono oltre 4.500 le donne che in un anno si sono rivolte a un centro antiviolenza, mentre sfiorano i 2 mila in un anno gli accessi in codice rosa al pronto soccorso per maltrattamenti.
«Numeri che devono essere accolti preoccupazione – prosegue Nucci – ma anche con la voglia di reagire per contrastare la violenza in tutte le sue forme. E per questo riteniamo sia importante l’attività svolta dalla Rete regionale Codice Rosa. Nata nel 2010 nell’Azienda USL 9 di Grosseto come progetto pilota, definisce le modalità di accesso e il percorso socio-sanitario per le donne e tutte le vittime di violenza. Nel 2023 nei Pronto Soccorso della Regione Toscana si sono registrati 1.951 accessi in “Codice Rosa”, di cui 400 da parte di minorenni.
Numeri – conclude – che si commentano da soli».
“I dati del XVI rapporto sulla violenza di genere dimostrano un costante processo di emersione della violenza dato da una maggiore propensione delle donne vittime a chiedere aiuto e da una maggiore capacità delle reti antiviolenza di accoglierle e sostenerle. Un quadro preoccupante certo, che non può essere affrontato in una logica emergenziale. Ora più di sempre siamo chiamati ad una grande responsabilitá: sostenere il processo di emersione e non deludere la fiducia delle donne che chiedono aiuto”.
Così Rosa Barone, presidente del Consiglio regionale della Toscana dell’Ordine degli Assistenti sociali alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il 25 novembre prossimo. Per Barone serve un sistema strutturato di servizi in risposta ai tanti e diversificati bisogni delle vittime, dei loro figli. Serve recuperare il punto di vista maschile potenziando i percorsi di prevenzione e recupero degli autori. Ma per non deludere la fiducia dobbiamo fare di più, prevenire le forme di vittimizzazione secondaria, ovvero tutte quelle forme di sofferenza causate nel tentativo di aiutare la vittima.
“Dobbiamo raccogliere – ha detto ancora - la sfida lanciata dalla Riforma Cartabia della specializzazione delle operatrici e degli operatori chiamati a valutare e gestire i casi di violenza. Come Ordine degli Assistenti sociali abbiamo proposto alla Regione Toscana un corso di formazione per prevenire la vittimizzazione secondaria. Il corso di 25 ore prenderà il via a gennaio e interesserá tutte le operatrici e gli operatori delle reti antiviolenza e della rete codice rosa della Regione Toscana” “Oggi e tutti i giorni siamo chiamati a non arretrare di un passo, a non cedere alla tentazione di trovare scorciatoie con distorte letture delle cause della violenza.
Quella degli uomini contro le donne è stato e rimane un fenomeno strutturale e con una forte matrice culturale. Serve investire nel cambiamento culturale che oggi deve necessariamente prevedere una nuova alleanza con gli uomini e soprattutto un investimento formativo sulle nuove generazioni”, conclude la presidente degli Assistenti sociali della Toscana.