Gino Bonicoli: morte di un mezzadro

La presentazione libro al Consiglio Regionale della Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 maggio 2018 14:22
Gino Bonicoli: morte di un mezzadro

La presentazione del volume dal titolo "Gino Bonicoli Morte di un mezzadro, Bagni di Casciana 1 giugno 1922" è in programma per domani, venerdì 1 giugno, alle ore 17.30, nella sala Gigli del palazzo del Consiglio Regionale della Toscana.

Saranno presenti: Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Regionale; Alessandra Nardini, Consigliera Regionale e promotrice dell'iniziativa; Francesco Biasci, Anpi Valdera-Colline sezione “Gino Bonicoli"; Michele Quirici, casa editrice Tagete; Alessandro Guerrini, Presidente Anpi Valdera-Colline Sezione “Gino Bonicoli”; Bruno Possenti, Presidente ANPI Comitato Provinciale di Pisa; Mirko Terreni, Sindaco del Comune di Casciana Terme Lari; Francesco Turchi, autore del libro.

Il libro scritto dal giornalista Francesco Turchi è un’opera di documentazione e ricostruzione del quadro storico, politico e sociale degli anni ’20 che ha interessato i territori della provincia di Pisa e della Valdera. Gino Bonicoli fu ucciso dai fascisti il 1 giugno 1922, appena diciottenne, pagando con la vita la sua disobbedienza al regime fascista. Alla sua morte seguì la scandalosa assoluzione dei suoi assassini ribaltata ben 23 anni dopo. La storia di Gino Bonicoli è una testimonianza del contesto storico, dove disobbedire non si poteva e dove ogni forma di libertà di espressione e di idee erano proibite.

All'inizio del libro si legge: “Una pallottola in testa. A diciott’anni. Pochi ma già sufficienti per pagare con la vita l’appartenenza politica, manifestata da Gino con un fiore rosso appuntato all’occhiello per dimostrare il coraggio delle proprie idee con una buona dose di sfrontatezza tipica dell’età. La storia di Bonicoli è una, ma è l’emblema di tante altre, perché in quel periodo i fatti di sangue erano all’ordine del giorno, e alla fine si somigliano tutti un po’. La rabbia e la violenza armano le mani di rivoltelle e bastoni per punire o educare chi non è fascista. Non importa se ha 18 anni, non importa se è un compaesano. È un nemico del Fascio”.

In evidenza