Fusione delle società partecipate: in un anno da 20 a 13

Nardella: «Una cura dimagrante salvaguardando l’occupazione. Renderemo le società più efficienti e competitive». Adiconsum: urge un tavolo con le Associazioni dei Consumatori. Torselli (FdI-An): “La scelta di pagare un’azienda esterna per fare il lavoro di SAS (che è di proprietà del Comune) è una scelta politica: il sindaco non si nasconda dietro la normativa nazionale"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 aprile 2015 21:44
Fusione delle società partecipate: in un anno da 20 a 13

Presentato ieri mattina a Palazzo Vecchio il “Piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute dal Comune di Firenze” secondo le prescrizioni dei comma 611 e 612 della legge di stabilità. Dodici mesi, dunque, per razionalizzare le partecipate, riducendone il numero, da 20 a 13, e dove è possibile, con fusioni e aggregazioni. Fra gli obiettivi generali quello di dismettere, facendo crescere le società, mettere la Toscana al centro, ridurre la spesa di cittadini e imprese e tutelare l’occupazione.

Saranno anzitutto dismesse, così come impone la legge, alcune partecipazioni (Fiditoscana, Banca Etica, Tram e Afam), soppresse quelle che “risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti”, come nel caso dell’Isola dei Renai. Per altre, come Silfi, Ataf e Linea Comune si pensa ad una fusione: gestiscono servizi affini che possono essere svolti da un’unica società. Per altre ancora, infine, come Toscana Energia, Publiacqua, Quadrifoglio si punta, per ciascun settore, ad un’aggregazione con altri gruppi toscani (come nel caso degli aeroporti di Firenze e Pisa) in maniera tale da perseguire economie di scale e capacità di indebitamento.

Per Mukki, la strategia è quella che consenta ad alcuni soci di cedere le quote, ma sempre in un’ottica di crescita della società e quindi di tutela dei posti di lavoro e della filiera agroalimentare toscana.“Con questo Piano passeremo da 20 a 13 partecipate - ha detto il sindaco Dario Nardella – “Poche, ma buone: tutte le partecipate del Comune, con l’approvazione dei bilanci evidenzieranno che già tutte nel 2014 finiscono l’esercizio in utile”.

“Vogliamo comunque continuare a ridurre le spese di cittadini e delle imprese, oltre che del bilancio del Comune. Abbiamo tuttavia messo al centro del piano anche la tutela dell’occupazione di coloro che ogni giorno svolgono egregiamente il proprio lavoro nelle società partecipate”, ha spiegato. “Grazie al Piano di riorganizzazione che ci porterà a ridurre la partecipate e ad accrescerne il valore - ha continuato - potremo disporre inoltre disporre di maggiori risorse in conto capitale per finanziare gli investimenti dell’amministrazione”. “Nei settori di gas, servizio idrico e rifiuti, promoviamo con gli altri Comuni una strategia di aggregazione fra toscani, con la strategia e la presenza pubblica che rimangono centrali - ha concluso il sindaco -, puntando ad avere meno società, meno frammentazione e maggiore capacità industriali”. “Un obbligo di legge a cui abbiano adempiuto nei termini, ovvero lo scorso 31 marzo – ha sottolineato l’assessore Perra – prevediamo alcune fusioni, alcune dismissioni e stiamo lavorando, in prospettiva, per poter concentrare di più le società toscane. Naturalmente dismettiamo le quote in possesso del Comune e non mettiamo in liquidazione le società: in tutti i processi tuteleremo l’occupazione.

Non si fanno risparmi mandano a casa le persone ma solo gestendo le aziende in maniera congiunta e non in maniera separata e frammentata, come spesso accade in Toscana”. “Su gas, acqua e rifiuti stiamo lanciando un messaggio che speriamo gli altri soci raccolgano – ha aggiunto – vediamo che dalle dichiarazioni e dagli incontri c’è una disponibilità a percorrere questa strada: adesso si tratta di percorrerla analizzando le carte e i numeri, esaminando tutti gli elementi di dettaglio che caratterizzeranno queste operazioni straordinarie”.

“Pur condividendo le scelte di razionalizzazione, afferma Grazia Simone, Presidente Adiconsum Toscana non si può però prescindere dalla tutela dei Cittadini/utenti. Occorre dunque evitare che l’operazione si trasformi in aumenti dei costi per i cittadini.” “L’Assessore al bilancio convochi al più presto le Associazioni dei Consumatori ed illustri il piano di accorpamento, fusioni e cessazioni, prosegue Grazia Simone; occorre salvaguardare i diritti dei consumatori garantendo qualità, costo, concorrenza e trasparenza del mercato.”“Ma come si fa a pagare una ditta privata per eseguire la manutenzione delle strade di Firenze, quando il Comune ne ha già una di proprietà, la ‘SAS - Servizi alla Strada’ che conta quasi 200 dipendenti oltre a dei bilanci che solo negli ultimi anni hanno registrato una perdita di 4.000 Euro circa al giorno (!), sempre ripianati con i soldi dei cittadini? Una scelta inconcepibile che non solo ci costerà di più, ma mette anche a rischio il futuro dei dipendenti SAS”.

Questo è quanto si chiede il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale a Palazzo Vecchio, Francesco Torselli. “Apprendiamo oggi dalla stampa - spiega Torselli - delle intenzioni del sindaco Nardella di mettere a gara la manutenzione stradale nel Comune di Firenze, togliendo di fatto questo servizio dalle mansioni di SAS. A parte il solito, irrispettoso, vizio di fare annunci sui giornali dopo che in consiglio comunale si era invece affermato il contrario, questa scelta è assolutamente senza senso: da una parte infatti abbiamo una società interamente pubblica che fino ad oggi ha sempre avuto bilanci in rosso e che, se gli togliamo anche gli incassi per la manutenzione stradale, finirà col perdere ancora di più, mentre dall’altra parte il Comune pagherà una ditta esterna per svolgere questo servizio che fino a ieri faceva SAS.

Tra un anno quindi, non è difficile immaginare, il Comune di troverà a pagare il privato per le manutenzioni stradali ed a ripianare il bilancio in rosso di SAS. Il tutto con soldi pubblici”. “Segnaliamo inoltre come la giustificazione - prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale - data dal sindaco Nardella e dall’assessore Perra ai giornali sull’operazione in realtà non regga: secondo la sinistra questa mossa sarebbe obbligata dalla legge nazionale sulla razionalizzazione delle aziende partecipate, ma in realtà non è così; la normativa nazionale spinge nella direzione dell’accorpamento o della vendita di quelle aziende pubbliche considerate ‘non strategiche’ e la SAS, per questo, finirà con buona probabilità per essere accorpata con S.Il.Fi.

e Ataf Immobiliare, ma da nessuna parte sta scritto di appaltare ad una ditta privata il servizio di manutenzione stradale. La scelta di Nardella è una scelta politica, che arriva guarda caso dopo numerosi tentativi di dismissione fatti su SAS negli ultimi anni, ed il sindaco abbia almeno il coraggio di prendersene la responsabilità, senza nascondersi dietro richiami normativi inesistenti”. “Del resto - conclude Torselli - non è la prima volta che il comune scegli di pagare una ditta esterna per farle fare il lavoro che potrebbe fare SAS con la stessa professionalità e con costi minori.

Tra il 2009 ed il 2010 fu assegnato ad una ditta esterna il servizio carri attrezzi, per la quale la SAS era sufficientemente attrezzata con uomini e mezzi. Quella volta, la folle scelta dell’amministrazione comunale, costò ai fiorentini 500.000 Euro e ad una decina di dipendenti la perdita del proprio posto di lavoro. Vediamo se Nardella ed il nuovo presidente di SAS (che è uno degli ex-art. 90, assunti a chiamata nella segreteria di Renzi durante lo scorso mandato, oggi ricollocato) sapranno fare di peggio…”.

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