Firenze, sfratto rinviato e la casa popolare non arriva

​Via dei Pilastri 30, in pieno centro storico rinviato uno dei tanti sfratti in programma 

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 aprile 2014 20:00
Firenze, sfratto rinviato e la casa popolare non arriva

Il Movimento Lotta per la casa, guidato da Lorenzo Bargellini è sceso in strada e ha impedito che il provvedimento fosse eseguito. Il caso ha fatto più scalpore di altri ed era già finito sul quotidiano Altracittà, perché tra i nuovi proprietari di casa figura anche Mario Razzanelli, il candidato uscito dalla Lega Nord e candidato ora con Forza Italia.

Razzanelli tramite la società Sirah s.r.l. intestata a Mario Cecconi e di cui lui figura come socio compra nel 2000 ad una vendita giudiziaria l’immobile ubicato al numero 30 di via dei Pilastri. La casa era finita all’asta dopo essere stata pignorata al suo proprietario, un artigiano che per mandare avanti la sua attività era stato costretto a indebitarsi.

Da questo momento in poi tra ricorsi e sentenze inizia il lungo iter giudiziario durato 12 anni e conclusosi con il trasferimento di proprietà dell’immobile alla società partecipata da Razzanelli.

Da una parte un acquirente che acquista a un prezzo sicuramente vantaggioso ma legale un immobile nel centro storico, dall’altra un artigiano che di fatto fino a sentenza resta formalmente e sostanzialmente l’intestatario della casa, tanto da aver pagato per tutto il tempo le tasse sull’immobile. Un’anomalia lunga 12 anni.

La famiglia di Dario che però non ha altro posto dove andare resta nell’unica abitazione che ha sempre considerato casa da oltre 30 anni, finché dopo un altro anno, questi i tempi a Firenze perché il provvedimento sia reso esecutivo, arriva l’ingiunzione di sfratto.

Dopo la mobilitazione del Movimento Lotta per la casa si è scelta una moratoria di altri due mesi, al termine dei quali il Comune assegnerà alla famiglia di Dario un alloggio popolare. L’artigiano e la sua famiglia non finiranno in strada e il proprietario prenderà possesso di un immobile acquistato 13 anni fa.

Tra le obiezioni espresse con più autorevolezza: non si specula sulle difficoltà altrui e non si compra una casa all’asta sperando in un affare. Fare affidamento sulla buona coscienza e l’eccesso di scrupolo del singolo non può e non deve essere il criterio di una società civile. E chi paga non può essere utile finché versa quanto richiesto dallo Stato e subito dopo essere considerato uno speculatore.

La crisi economica ha aumentato in modo esponenziale i casi di morosità e tanti sono i proprietari che lamentano di non ricevere più l’affitto da mesi. Per venire incontro ai locatari ed evitare che tutte le persone in difficoltà perdessero la casa l’Amministrazione aveva pensato a delle soluzioni di sostegno economico per i locatori in cambio il proprietario si impegna a rinnovare il contratto all’inquilino moroso. Il fondo regionale a cui il Comune di Firenze avrebbe dovuto attingere però è ancora fermo e quindi tutto come prima. Dal proprio canto il Prefetto, in qualità di garante dell’ordine pubblico, ha ripetutamente bloccato l’esecuzione degli sfratti vietando l’uso della forza pubblica.

Il Diritto alla Casa da una parte contro il Diritto alla Proprietà dall’altra. Ma sempre più spesso le due parti non sono scindibili, una casa comprata o ricevuta in eredità rappresenta non di rado l’unica fonte di reddito per chi ha perso il lavoro (articolo), insomma tutti sulla stessa barca (che affonda).

Una frase più degli slogan resta come un timbro sulla vicenda, quella pronunciata dall'ufficiale preposto all'esecuzione dell'ordinanza. Nel mediare con Lorenzo Bargellini il funzionario ammette il "paradosso" burocratico: se lo sfratto fosse stato eseguito, i tempi di attesa per un alloggio popolare sarebbero stati azzerati. La necessità impellente, l'urgenza, aiutano a scalare rapidamente la classifica? Rimandare dunque è utile, a legittimare chi?  Intervista a Dario, figlio dell’ex proprietario e a Mario Razzanelli, nuovo proprietario di casa.

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