Firenze, l'arte di arrangiarsi nel fai da te urbano

Lo scotch usato per i pacchi appeso alle pareti delle abitazioni

Antonio
Antonio Lenoci
03 maggio 2014 12:40
Firenze, l'arte di arrangiarsi nel fai da te urbano

Una pratica comune? Una moda? Qualcuno offre corsi gratuiti di riparazione fai da te all'insaputa delle Belle Arti e della Soprintendenza?Forse è solo l'ennesima rappresentazione della crisi e dell'arte dell'arrangiarsi perché i piccoli lavoretti costano troppo ed è meglio pensarci da soli. “Firenze è Patrimonio dell’Umanità. Dovremmo ricordarcelo ogni mattina” chi lo dice? L'Unesco nel prontuario Azioni per la città.E chi ci tira le orecchie? Il Fondo Ambiente Italiano che così scrive: "Un flop l'iniziativa del Comune di Firenze per l'adozione dei monumenti da restaurare"

Adottare l'arredo urbano che corrisponde alla nostra storia, questa l'utopia della disciplina del buon padre di famiglia applicata al decoro della città.Una filosofia che Matteo Renzi a Firenze ha pienamente sposato e con gli Angeli del Bello è diventata una pratica. Rivolgendosi a questi volenterosi tutori della vivibilità urbana è possibile ottenere materiali, indicazioni e suggerimenti riguardo il recupero di facciate, pali della luce, panchine ed altri arredi mal tutelati, abbandonati oppure dismessi.

Non molte purtroppo, come ricorda il FAI, le notizie in merito a sponsor italiani o stranieri che si siano fatti avanti per mantenere beni pubblici inseriti nella lista dei monumenti da preservare, lo stesso dicasi di interi condominii o singoli cittadini che si siano fatti carico di gestire aiuole o spazi pubblici, di innaffiare siepi e levigare panchine o aggiustare fontane in ghisa. Una notizia sul decoro urbano, giusto a volerla trovare, dibattuta in Consiglio comunale è stata la scarsa propensione dei fiorentini al rispetto della legge che impone l'apposizione della targhetta identificativa dell'amministratore presso ciascun condominio.

In Palazzo Vecchio qualcuno ha proposto che le targhette fossero poste all'interno, in una modalità ridotta, possibilmente a scomparsa, meglio se trasparenti, insomma che ci siano pure, ma si vedano il meno possibile. Un iter logico che è apparso contrario al fine cercato, ovvero fare in modo che l'amministratore fosse facilmente identificabile.

Firenze di decoro se ne intende? Dovrebbe, tanto che in Italia si è parlato di "Modello Renzi" e Firenze è stata presa come esempio, queste le parole dell'Assessore all'Urbanistica del Comune di Pordenone: «Interessante la modalità scelta da Trieste che stava già procedendo su un percorso: abbiamo entrambi guardato con attenzione al regolamento adottato dalla città di Firenze che riteniamo significativo».Chi ha ragione? Chi prende Firenze come modello oppure Unesco e FAI? Più angeli del bello, e meno diavoli dello scotch.

Foto di Greco e Lenoci

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