Firenze: interventi di salvataggio di pesci nei fiumi in secca

Fauna ittica in estrema difficoltà spostata dalla traversa dei Capitani, dalla traversa degli Elmi e dai pettini della cassa di espansione di Turbone in acque a monte più ricche di ossigeno. Forza Italia: “ARPAT conferma che la moria di pesci nella Greve è correlata all’inquinamento derivante dall'incendio della SILO Spa”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 agosto 2020 16:03
Firenze: interventi di salvataggio di pesci nei fiumi in secca

Col coordinamento di Regione Toscana e i mezzi della Polizia provinciale sono stati effettuati in questi giorni tre interventi di salvataggio di fauna ittica. I pesci intrappolati in specchi d'acqua in secca sono stati spostati in bassa val di Pesa tra i Comuni di Montelupo Fiorentino e Lastra a Signa. All'origine della situazione nei torrenti anche gli eccessivi prelievi di acqua, insostenibili per l'ambiente naturale. Pesce in estrema difficoltà è stato trovato alla traversa dei Capitani, alla traversa degli Elmi, ai pettini della cassa di espansione di Turbone, ed è stato è stato prelevato e spostato più a monte dove, grazie alla realizzazione di alcune briglie pool & riffle, è ancora presente il deflusso ecologico. All'intervento hanno partecipato volontari amici della Pesa, FIPSAS, e alcuni firmatari del contratto di fiume, Annamaria Nocita, Vivascienza, Amici della Pesca, Fotolupo.

“Le ricadute ambientali dell'incendio alla SILO Spa sono oltremodo preoccupanti. Da ARPAT infatti – spiegano i candidati alla Regione Jacopo Cellai e Sabrina Orlandi insieme a Davide Bisconti e Marco Batocchi, rispettivamente Capogruppo al Q4 e Responsabile Q4 – è arrivata conferma della contaminazione del Fosso degli Ortolani e di conseguenza della Greve. A ciò va ricondotta la moria di pesci che si è registrata nei giorni successivi all'incendio mentre resta da capire se anche la moria di uccelli è correlata”. Gli esponenti di Forza Italia hanno scritto alla Procura della Repubblica e, dopo una serie di sopralluoghi, hanno dimostrato come l’odore dei materiali bruciati fosse ancora insopportabile.

“Da parte nostra ci siamo impegnati e ci impegniamo – aggiungono – per chiarire quali sono le ricadute dell’incendio sulla collettività, sottoposta spesso agli odori maleodoranti, e sull'ambiente certi della collaborazione da parte dell’amministrazione. Proprio al sindaco ci siamo rivolti, al momento senza esito, per avere la massima delucidazione sui tempi di bonifica". "Il Comune deve inoltre spiegarci, viste le ripetute richieste negli anni da parte dei cittadini del posto e non solo, come mai non si è impegnato per limitare le ricadute sul quartiere dell'azienda.

Al di là dei danni seri prodotti in una circostanza tanto eccezionale, siamo certi che i cattivi odori peggiorino la qualità della vita” concludono Cellai, Orlandi, Bisconti e Batocchi

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