Due dati su tutti. La Sampdoria era imbattuta in casa in questo campionato. Di più: non perdeva dal maggio scorso. Ancora. La Fiorentina ha avuto circa il 60% di possesso palla: un dato molto significativo se si pensa che la supremazia è, in questo caso, di chi gioca fuori dalle mura amiche.
Benvenuti nella premiata ditta di Borja Valero e compagni che, ancora una volta, mettono in scena una partita perfetta. Difesa sicura, centrocampo tecnico e brillante, fitta rete di passaggi per graffiare sottorete. A quello ci pensa il fattore "c" (finale!) con Ilicic e Kalinic cecchini di una serata dove gira tutto e non è difficile, per chiunque, rivolgere solo i complimenti a questa orchestra che suona solo note liete. Stonature nemmeno l'ombra.
Ha ragione Zenga che, da fine intenditore di calcio e anche se sconfitto, promuove gli avversari non addossando tutte le colpe ai suoi. Sousa gongola e pensa a Mancini, sponda Inter, che mai si sarebbe aspettato di condividere il primato con la squadra di Firenze.
Firenze appunto. Alla vigilia dell'arrivo del Papa, sembra il lunedì perfetto. La città sorride e si gode una realtà incredibile: stupenda quanto inaspettata. Sullo sfondo una serie A che mette in luce la concretezza del Napoli, l'ottimo contropiede della Roma, la Juve che, forse, sta tornando e un Inter che vince ma non convince. Poco altro.
Con questo panorama, è davvero lecito continuare a sognare.
