Fiorentina all'arrembaggio, ma a vincere è la (brutta) Juve

Un gol di Miretti dopo 10' condanna i viola tutto cuore ma con poca concretezza. Fiesole, assenti solo gli irriducibili

Paolo
Paolo Pellegrini
06 novembre 2023 00:39
Fiorentina all'arrembaggio, ma a vincere è la (brutta) Juve
Fotografie di Fabio Vanzi

Brutti, sporchi e cattivi. Pestano come fabbri, ma con la consueta arroganza fanno pure le vittime. Praticano un non-calcio inguardabile, sicuramente il più osceno che si veda in giro, fatto di muri a riccio davanti al portiere, sfruttando magari indubbie capacità aeree, e una tecnica individuale consolidata, capace di far scattare il contropiede che, complice l’unica distrazione grave di un difensore in 98 minuti di una bruttezza mostruosa – con la seria aggravante, non dimentichiamolo mai, di chiamarsi Juventus – e complice la solita abulia del centroarea arretrato viola, con un solo tiro (ne seguirà un altro nel finale, ma solo due contro 25 della Fiorentina) in tutto il primo tempo, si portano a casa l’intera posta. E veleggiano del tutto immeritatamente nei quartieri alti di un campionato che, se ha questi qua come protagonisti, evidentemente vale davvero poco.

Peccato. Non lo meritava un Franchi bello pieno e bello caldo, tolti come da annuncio – no comment – gli irriducibili della Fiesole che tuttavia è bella densa in presenze e voce anche senza stendardi e striscioni: gli unici sono degli ospiti (ospiti? Chi li ha invitati?) e naturalmente sanno di provocazione, recitando “Vicini alla Toscana che soffre” ma subito dopo “Noi non siamo come voi”. No comment bis. Ci pensa la famiglia Commisso, a regalare un istante di lucciconi con un bel comunicato di solidarietà con “chi ha perso tutto”, e replica l’Ant che nella colletta mette insieme un gruzzoletto, e fa sapere che lo smezzerà con gli alluvionati. Fine delle polemiche, si spera.

La partita si gioca. Prima dim Fderico Chiesa, fischiatissimo, da "nemico" titolare; l'altro "nermico", Dusan Vlahovic, comparirà solo nel finale. Si gioca senza il ventaccio che ha martellato la città per tutta la giornata. Si gioca, e finisce male. E così la Fiorentina mette in casella il terzo ko di fila, con relativo clean sheet, zero gol, ma – quel che preoccupa – in avanti. Pur avendo giocato un match intenso e tutto di cuore, lo dicono ancora una volta i numeri, possesso palla 69 a 31 per cento, tiri totali 25 contro 4 (ma in porta solo 4 contro 2), calci d’angolo 9 a 2.

Però… però con gli errori inevitabili di chi assedia a capo basso senza quasi rendersi conto di andare a sbattere contro un muro. Non lo capiscono i giocatori, che recitano il solito copione, e oltretutto Nico Gonzalez si fa tanto apprezzare nella prima frazione, anche quando vola per ottanta metri di campo per andare a chiudere un contropiede da corner a favore non sfruttato, quanto invece si fa sempre meno efficace nella seconda. Il solito copione, già: Arthur macina palloni ma non se ne vede uno che filtra, l’impostazione non è mai rapida per sgretolare i mattoni del bunker bianconero, i mali ormai cronici sono sempre quelli: scarsa precisione al tiro da lontano, tanta palla indietro ma ormai gli avversari non abboccano più, arretrano le punte per costringere chi porta palla ad allargare e la muraglia dietro non si fa stanare.

E poi i cross: decine e decine di palloni per aria, ma tutti irrimediabilmente e inevitabilmente prede dei difensori, solo a volte con qualche patema e un paio di confusioni che fanno anche gridare al rigore, ma la review è rapida e chiarisce senza dubbi. Casomai Chiffi, che non dirige malissimo, appare un tantino troppo concessivo e tardivo nell’estrarre qualche cartellino. Ma anche quando il pallone viaggia verso l’area per linee terrestri, le punte non attaccano lo spazio, per apparire semmai nascoste dietro i difensori.

E allora a questo punto le domande sgorgano spontanee. Da chi dipende questa incapacità di un cambio di passo in corsa? Quanti giocatori sono in grado di farlo? Quanto la formazione iniziale invece dava l’idea di essere bloccata e statica? Che tipo di giocatori mancano a questa rosa? Quali input è capace di dare l’allenatore ai giocatori per rivoltare i destini di un match? ovviamente considerando il valore degli avversari, ma della Juventus vista stasera tutto si può dire tranne che sia una bella squadra capace di un calcio soverchiante, spumeggiante, vincente di suo senza le concessioni degli avversari.

Risposte, è chiaro, non semplici. Italiano sorprende con Mandragora invece che Duncan e Barak al posto di Bonaventura in mezzo, scelta che tanti frutti non li darà, fino a quando Jack viene chiamato in campo e il suo apporto un po’ si vede, meno quello di Nzola messo al posto di Belltran a inizio ripresa, si farà notare solo per una palla persa male e un colpo di testa finito alto. E poi tarda un po’ troppo a richiamare un evanescente Kouame, al suo posto Sottil frizza di più ma il tandem con Biraghi a sinistra si infrange spesso contro la testuggine juventina.

Di là Parisi corre su e giù ,con Nico si intende, però la macchia è grave: è lui, pur se in evidente vantaggio sulla palla, a lasciar passare Kostic che mette in mezzo, Quarta guarda, Miretti tocca, da vicino sì però il tocco è lieve eppure Terracciano non riesce a fermare il pallone. Frittata. E’ solo il 10’, dici che ci sono 80 e più minuti per tentare il recupero, parte l’assedio, nel primo tempo il possesso palla viaggia sul 73-27, ma non si sfonda, e ci si mette anche Szczesny che devia una bella botta al volo di Nico e poi una punizione velenosa ma forse un tantino lenta di Biraghi.

Tanti tiracci e tirucci e tanti cross inutilizzati, Italiano prova a ridisegnare togliendo Arthur per mettere Mandragora playmaker con Bonaventura e Ikoné (chi l’ha visto?) dietro il povero Nzola, e infine fa perfino esordire il lunghissimo oggetto misterioso Mina con il compito, lui difensore centrale, di punta aggiunta per provare negli ultimi assalti a scardinare il fortino. Ma non ci riuscirà.

Così i brutti, sporchi e cattivi al limite dell’indecenza fanno bottino pieno. E la Fiorentina non parla, motivazione ufficiale “nel rispetto di tutte le persone presenti e non presenti, in questa serata difficile per tutti gli abitanti della Toscana”. Aria di polemica, tra le righe. Ma con chi? Con gli irriducibili della Fiesole, o con la Lega? Conta poco. Testa al Čukarički, ora: giovedì va vinta e vinta bene, per andare avanti almeno in Conference. Il campionato comincia a far sentire troppi fiati sul collo, e domenica arriva – seconda di fila in casa – il buon, ottimo Bologna di questo inizio stagione. Cancelliamo lo zero di queste ultime tre, ma senza illusioni poco proponibili.

FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Parisi, Martinez Quarta, Ranieri, Biraghi; Arthur (78' Ikoné), Mandragora; González, Barák (59' Bonaventura), Kouame (78' Sottil); Beltrán (46' Nzola). A disp.: Martinelli, Christensen, Milenkovic, López, Infantino, Mina, Duncan, Comuzzo, Amatucci, Brekalo. All. Italiano.

JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Rugani; McKennie, Miretti (60' Cambiaso), Locatelli, Rabiot, Kostic; Chiesa (68' Milik), Kean (68' Vlahovic). A disp.: Pinsoglio, Perin, Huijsen, Yildiz, Iling-Junior, Nicolussi, Nonge. All: Allegri.

Arbitro: Chiffi di Padova

Marcatori: 10' Miretti (J) Note: ammoniti 43' Rabiot (J), 48' Kean (J), 58' Gatti (J), 83' Ranieri (F). Angoli: 9-2 per la Fiorentina

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