Fine vita, la Toscana si costituisce in giudizio davanti alla Consulta

A difesa della legge regionale n. 16/2025. Giani: "Ricorso del Governo infondato e dettato da motivazioni politiche"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 Maggio 2025 16:30
Fine vita, la Toscana si costituisce in giudizio davanti alla Consulta

La Regione Toscana si costituisce in giudizio davanti alla Corte Costituzionale a difesa della legge regionale n. 16/2025 sul fine vita. Lo ha annunciato il presidente Eugenio Giani stamani nel corso di una conferenza stampa in palazzo Strozzi Sacrati alla quale hanno partecipato il responsabile contenzioso dell'avvocatura della Regione Toscana Fabio Ciari e il direttore generale Paolo Pantuliano. Il presidente ha infatti firmato l’atto con cui la Regione si costituisce in giudizio presso la Corte Costituzionale in merito al ricorso presentato dal Governo contro la legge relativa alle modalità organizzative per garantire il trattamento medicalmente assistito sul fine vita.

“Siamo convinti – ha detto il presidente- che questo ricorso da parte del Governo sia infondato e dettato unicamente da motivazioni politiche. Con questo atto vogliamo ribadire con coerenza il valore della nostra legge: una norma che disciplina modalità organizzative, nel pieno rispetto delle competenze regionali in materia sanitaria. Riteniamo infatti legittimo che una Regione, nel rispetto della sentenza costituzionale n. 242 del 2019, definisca regole oggettive e termini certi, per assicurare a tutti i cittadini pari accesso e dignità nel percorso di fine vita.”

Giani ha voluto anche sottolineare la scelta precisa di voler procedere tramite l’Avvocatura regionale: “una sfida – ha detto- che vogliamo gestire in casa, fiduciosi che le nostre strutture faranno valere le nostre ragioni che coincidono con quelle di tanti cittadini. La nostra Avvocatura – ha aggiunto Giani- è espressione della competenza e del rigore istituzionale che il contenzioso richiede. Ha già dimostrato qualità e serietà in numerose occasioni. Difendiamo una scelta giusta e rispettosa della Costituzione e della dignità delle persone. La Corte Costituzionale saprà riconoscere, ne sono certo, l’intento e il valore di una legge che si propone di attuare concretamente i principi affermati dalla Corte stessa sei anni fa.”

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“Ritengo – ha aggiunto ancora Giani entrando nel merito della legge- che la forza e il significato profondo della nostra norma sul fine vita siano emersi con chiarezza nel momento in cui in Consiglio regionale è stata votata da una larga maggioranza. Un risultato netto, che ha dato dignità e legittimità alla scelta compiuta. Questa legge – ha aggiunto- si ispira ai principi fissati dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 242 del 2019: quando ci sono condizioni di dipendenza totale da trattamenti medici, una patologia irreversibile, una sofferenza fisica o psicologica giudicata intollerabile da chi la vive, e quando queste condizioni sono accertate da una commissione multidisciplinare e da una persona pienamente consapevole, allora deve essere possibile intraprendere un percorso medicalmente assistito verso il fine vita.

La Regione Toscana ha voluto affrontare questo tema con grande rigore e responsabilità. Abbiamo approvato una legge che definisce modalità organizzative, come chiarisce anche il titolo stesso della legge: modalità per attuare i principi già affermati dalla Corte Costituzionale. Nulla di più, ma neanche nulla di meno. È su questa base che riteniamo infondato il ricorso presentato dal Governo e per questo ci costituiremo in giudizio davanti alla Corte Costituzionale”.

Il presidente Eugenio Giani ha concluso sottolineando che “il conflitto sollevato è, in fondo, una questione di attribuzione di poteri tra Stato e Regione: e noi rivendichiamo con forza la competenza regionale sull’organizzazione dei servizi sanitari, come riconosciuto dalla Costituzione”.

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