Fase 2 della Ausl Toscana Centro: graduale ripresa dell’attività ambulatoriale

In avvio anche l’attività libero professionale in tutti i presidi ospedalieri e territoriali. Restano attivi 44 posti in terapia intensiva in tutti i presidi ospedalieri. Gli altri saranno riconvertiti in posti letto di degenza. Equipe pistoiese si sposta a Pescia per eseguire intervento oncologico alta complessità toracico-addominale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 maggio 2020 18:25
Fase 2 della Ausl Toscana Centro: graduale ripresa dell’attività ambulatoriale

Firenze- Con l’avvio della Fase 2 e la ripresa della regolare attività sanitaria nelle strutture ospedaliere, è l’occasione anche per riorganizzare in maniera graduale e progressiva i servizi ambulatoriali, sia in ospedale che sul territorio, in linea con quanto indicato dalla recente ordinanza regionale. In ospedale, da pochi giorni sono infatti ripartite le attività del Day service Multidisciplinare in tutti i presidi ospedalieri dell’Ausl toscana Centro per poter affrontare i pazienti complessi stabili senza necessità di ricovero.

Questa funzione è stata messa a disposizione dei pronto soccorso per contribuire a ridurre l'attesa e gli afflussi al DEA. Negli ospedali saranno mantenute le attività ambulatoriali più complesse di visite ed esami specialistici, distribuite nell’arco delle 12 ore, garantendo gli adeguati i criteri di sicurezza. Inoltre sono state riattivate le visite urgenti fast track e brevi e le visite di follow up per pazienti critici. Per le attività più semplici, ovvero quelle consulenze specialistiche non ricomprese in un percorso assistenziale, l’azienda sanitaria sta predisponendo il trasferimento degli ambulatori al di fuori dell’ospedale. Per quanto riguarda i presidi territoriali e i distretti saranno riavviate progressivamente tutte delle attività ambulatoriali specialistiche, comprese quelle differite e programmate, mantenendo sempre i criteri di sicurezza.

Sono state infatti avviate le opportune verifiche per capire la compatibilità delle attività con il rispetto delle disposizioni di distanziamento previste dalle normative attuali e con le caratteristiche strutturali ed organizzative dei singoli presidi territoriali. I cittadini saranno accolti con valutazione presso check point di ingresso e dovranno indossare la mascherina chirurgica. Si ricorda inoltre la possibilità di prenotare una visita di follow up o di controllo in modalità televisita tramite il Cup aziendale. Per tutta l’attività ambulatoriale di visite e diagnostica l’azienda sanitaria procede con un piano di assunzioni adeguato e farà utilizzo della produttività aggiuntiva, ampiamente autorizzata dalla Regione Toscana. Contestualmente alla ripresa dell’attività istituzionale sarà riavviata anche l’attività sanitaria in libera professione in linea con quanto indicato dall’ordinanza regionale n.49 in considerazione degli obiettivi raggiunti, già nel periodo pre Covid, relativamente ai tempi di attesa per visite ambulatoriali e diagnostiche istituzionali.

Su questo fronte infatti, l'azienda sanitaria, nel periodo gennaio-febbraio 2020 ha conseguito ottimi risultati, che conta di mantenere e implementare nel prossimo periodo di ripresa delle attività. Resta confermato che, come previsto dall’ordinanza 49, l’azienda sanitaria potrà acquistare direttamente dai professionisti anche prestazioni in libera professione per conseguire l’abbattimento delle liste di attesa, qualora necessario, nonostante il massimo impegno dei professionisti nello svolgimento delle attività istituzionali.

L’Ausl Toscana centro è già in azione da settimane per far fronte alla fase post picco epidemico, da poco cominciata. Con la progressiva riduzione dei ricoveri di pazienti affetti da Covid-19 è stata avviata una graduale ridefinizione dei posti letto in seguito a quella attuata in tempi rapidi, da inizio emergenza, con la trasformazione di interi reparti pronti ad accogliere numerosi casi di positività.

“Attualmente sono presenti in tutti i presidi ospedalieri (Firenze, Empoli, Prato, Pistoia) 259 posti letto covid per quanto riguarda l’area medica, con una occupazione del 50% circa (134) ed una possibile ulteriore riduzione. Una parte di questi resteranno comunque disponibili per la gestione di eventuali nuovi casi durante l’intera Fase 2. Nei giorni di picco epidemico sono stati attivati 541 posti letto con una occupazione di 441 per quanto riguarda l’area medica Covid dichiara Paolo Morello, Direttore generale Ausl Toscana Centro.

“Per quanto riguarda i letti di terapia intensiva rimarranno attivi 44 posti di terapia intensiva covid (a fronte dei 128 posti letti attivati durante la fase di picco) , distribuiti negli ospedali di Prato, Pistoia, Empoli, Santa Maria Annunziata e Palagi" afferma Guglielmo Consales, Direttore Area anestesia e rianimazione Ausl TC.

“Saranno attivi percorsi separati per i pazienti covid, totalmente distinti dai percorsi per i pazienti no-covid. Ciò consentirà la progressiva ulteriore ripresa delle normali attività in condizioni di assoluta sicurezza ed efficienza. Un ruolo importante è svolto dal territorio con i posti letto delle curie intermedie per accogliere quei pazienti clinicamente guariti, dimessi dagli ospedali, ma che necessitano ancora di assistenza. Attualmente sono disponibili 294 posti letto low care, quasi totalmente occupati, e presenti in tutti i territori dell’azienda sanitaria (Ospedale San Pietro Igneo di Fucecchio, l’ex Ospedale Misericordia e Dolce di Prato, Palagi di Firenze, l’ex Ceppo di Pistoia, Ospedale San Marcello).

Oltre a 171 posti letto in strutture private accreditate nei territori dell’Ausl Toscana Centro. Da settimane è attivo il GIROT (Gruppo di Intervento Rapido Ospedale Territorio) gestito da specialisti ospedalieri, in particolare geriatri, che permette di curare quei pazienti covid positivi all’interno delle RSA, che non necessitano di ricovero" afferma Giancarlo Landini, Direttore Dipartimento specialistiche mediche Ausl Toscana Centro.

Per quanto riguarda il sistema di emergenza, 118 e pronto soccorso nella fase 2 è prevista una riorganizzazione del servizio nell’ottica di una sempre maggiore interazione tra ospedale e territorio, necessaria per la gestione della residua casistica COVID e la graduale ripresa delle normali attività.

“Già da qualche giorno si registra un incremento delle chiamate al 118 da ricondurre al progressivo ritorno alla normalità. In questa fase di ripresa è sempre più strategico mantenere l’attuale livello di integrazione con i pronto soccorso per quanto riguarda il pre allertamento e la condivisione dei percorsi di accesso, che dovranno essere garantiti anche in condizioni di maggiore affluenza. Si prevede inoltre di realizzare canali di interazione tra la centrale operativa con altri attori del sistema sanitario territoriale, siano essi medici o infermieri, in modo da poter organizzare risposte che non comportino l'ospedalizzazione quando questa non è necessariadichiara Simone Magazzini, Direttore Dipartimento Emergenza e Area Critica Ausl Tc.

Sono allo studio soluzioni organizzative che consentano in caso di chiamata inappropriata del sistema di emergenza l’invio a domicilio di personale infermieristico, come risposta alternativa, che con una prestazione a livello domiciliare possa risolvere la problematica del paziente. Inoltre queste soluzioni consentiranno, da un lato di lasciare i mezzi di soccorso disponibili per vere emergenze e dall’altro di portare una risposta rapida e competente al bisogno manifestato" sottolinea Paolo Zoppi, Direttore Dipartimento assistenza infermieristica e ostetrica Ausl Tc.

Per l’intera durata della Fase 2 il pronto soccorso mantiene l’attuale “assetto protetto” con percorsi dedicati per i casi sospetti Covid fin dal pre triage, garantendo uno "screening COVID" accurato di tutti i pazienti da ricoverare anche allo scopo di proteggere l'ospedale da eventuali contagi. Sono inoltre previste postazioni predefinire e adeguatamente distanziate da assegnare a tutti i pazienti in attesa.

Già in questi primi giorni è stato registrato un aumento di accessi ai pronto soccorso rispetto alla Fase 1, tanto che in alcuni casi gli accessi sono già raddoppiati pur mantenendosi ancora distanti dai valori medi pre covid. Pertanto è ancor più necessaria una rimodulazione degli spazi per mantenere alti i livelli di sicurezza oltre a indirizzare al meglio la gestione delle priorità- conclude Magazzini. ”

La chirurgia di Pistoia non si ferma: la collaborazione e l'integrazione professionale prosegue anche in tempo di Covid19. Anzi: diventa ancora più intensa. Un importante intervento è stato eseguito dall'equipe chirurgica del San Jacopo, diretta dal dottor Sandro Giannessi (direttore area chirurgica aziendale), presso il blocco operatorio di Pescia, coordinato dall'infermiere Giulio Barra.

La paziente, di 66 anni, era affetta da un tumore del cardias (al passaggio tra esofago e stomaco) ed ha richiesto un complesso intervento sia addominale che toracico (intervento di Ivor-Lewis), eseguito dal dottor Giannessi avvalendosi di una équipe mista Pistoia-Pescia, composta sia dal personale chirurgico del San Jacopo che da quello del S.S. Cosma e Damiano. E' stata utilizzata la sala operatoria del S.S.

Cosma e Damiano, in rapporto alla momentaneamente ridotta possibilità operatoria del San Jacopo, a seguito della ben nota emergenza Covid e i chirurghi pistoiesi si sono spostati lì per eseguire il delicato intervento. Insieme al dottor Giannessi hanno partecipato all'intervento i chirurghi Massimo Bontà, Massimo Fedi e Cecilia Monacci (Pistoia) e Sonia Panicucci (Pescia) e l'anestesista Luca Arena (Pescia).

Tutto di Pescia invece il team infermieristico composto da: Anna Pellitteri, Marica Bernardini, Laura Pellicci, Nazzarena Facenza,Paola Marchi, Cristina Civinini, Annalisa Innocenti e Daniel Constantin Olariu.

"L'integrazione è stata eccellente - ha detto il dottor Giannessi, che è anche primario della chirurgia di Pistoia - e l'intervento è perfettamente riuscito".

Il decorso postoperatorio, particolarmente impegnativo per la tipologia specifica dell'intervento, è stato seguito, con ottimi risultati, nella rianimazione di Pescia diretta dal dottor Luca Rosso e successivamente dai colleghi del reparto chirurgico, diretto dal dottor Francesco Mammoliti. La paziente è stata dimessa in buone condizioni di salute.

"Questo è un esempio - afferma il dottor Stefano Michelagnoli, direttore del dipartimento chirurgico - di buona sanità e di ottima organizzazione dei percorsi nella Azienda USL Toscana centro, nell'interesse del cittadino affetto da patologia importante che, pur nell'emergenza Covid, deve trovare tempestive risposte cliniche. Un particolare ringraziamento a tutti i professionisti che hanno reso possibile questo importate percorso chirurgico che ha visto l'integrazione tra professionisti e ospedali"

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