Fare banca in Toscana, tra futuro di Mps e commissariamento dell’empolese Invest

Preoccupa in Valdelsa il provvedimento preso nelle settimane scorse da Banca d’Italia nei confronti dell’istituto del gruppo Banca Cambiano 1884 Spa

Nicola
Nicola Novelli
04 ottobre 2020 11:00
Fare banca in Toscana, tra futuro di Mps e commissariamento dell’empolese Invest

Nei giorni scorsi la calendarizzazione della proposta di legge sull’istituzione di una commissione d'inchiesta per la morte di David Rossi, l’ex responsabile comunicazione di Mps, è stata condivisa da tutti i gruppi parlamentari. Resta da decidere poi il destino della più antica banca italiana. Il Monte dei Paschi di Siena deve restare pubblico? O è meglio rimetterlo sul mercato nel 2021, magari incorporandolo al gruppo Unicredit? Eppure a luglio il Consiglio regionale uscente, aveva approvato la proposta di Toscana a Sinistra al fine di promuovere un ruolo strategico al Monte dei Paschi di Siena nel sostegno a imprese e famiglie durante la crisi economica causata dall’emergenza Covid-19.

Comunque vada la Toscana e i suoi cittadini meritano verità e giustizia su quanto accaduto al Monte Paschi e a Banca Etruria. Alla magistratura spetta il compito di individuare i responsabili e sciogliere i pesanti nodi delle richieste di risarcimento. Ma anche la politica può svolgere un ruolo nell’emersione della verità.

Intanto in Valdelsa e sulla costa tirrenica ci si preoccupa anche di un'altra vicenda, che riguarda Invest Banca S.p.A. di Empoli, di cui a fine agosto Banca d’Italia ha disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo. Invest Banca, società specializzata nella fornitura di servizi di investimento, fa riferimento al gruppo Cabel Holding S.p.A. (19,9%), oltre che a numerose banche locali, tra cui Popolare di Lajatico (7,36%), Banca Cambiano 1884 (7,22%), Banca di Pisa e Fornacette (4,17%), Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci (4,17%) e Popolare Cortona (3,19%), solo per elencare gli istituti toscani.

Infatti l’anima dell’istituto (che impiega oltre 50 dipendenti) si agita tra Empoli e Castelfiorentino.

Ed è proprio in questa zona che desta le maggiori preoccupazioni il provvedimento di BanchItalia che ha posto in amministrazione straordinaria la banca, oggetto di supervisione nell’ambito dell’azione di vigilanza. Invest presenta un capitale superiore ai requisiti minimi regolamentari, ma ha varato una ricapitalizzazione da oltre 25 milioni subito prima del commissariamento.

In particolare l’attenzione di tutti è concentrata sulle decisioni che prenderà Banca Cambiano 1884, da decenni la capofila di tutti i progetti imprenditoriali di questo gruppo di piccole banche toscane. Poi neanche tanto piccole, se l’istituto di Castelfiorentino, tre anni fa, ha saputo dare vita al primo caso di way out previsto dalla legge sul credito cooperativo. Da allora è una Spa, presieduta da Paolo Regini, ex sindaco di Castelfiorentino per 10 anni (dal 1990 al 1999), poi presidente di Publiambiente, società che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani per 26 Comuni fiorentini.

E sposato con la deputata Pd Laura Cantini, a sua volta sindaco di Castelfiorentino dal 1999 al 2009 e poi vicepresidente della Provincia di Firenze dal 2009 al 2014, dove il suo destino si incrociò con quello del giovane Matteo Renzi e del suo braccio destro, il montelupino Luca Lotti.

E’ dunque l’esperienza passata a intimorire. Già in altri casi, di cui la Toscana è stata testimone, si sono rivelate determinanti le conseguenze di relazioni politiche trasversali di una parte del management in continuità con il passato. Più che mai in un momento delicato come quello che sta vivendo l’intero paese.

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