Energia: ormai c'è il rischio di sospensione delle attività

Confagricoltura: “Costi di produzione nei primi tre mesi del 2022 aumentati dell'18%”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2022 12:27
Energia: ormai c'è il rischio di sospensione delle attività

Firenze, 1° ottobre 2022- “Nei primi tre mesi di quest'anno i costi di produzione dell'agricoltura in Toscana sono aumentati del 18% sullo stesso periodo del 2021. La situazione è destinata a peggiorare: siamo arrivati oltre il limite, se non arriva qualche supporto molti di noi rischiano di dover sospendere l'attività. E questo ha impatti anche sulle famiglie” A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri parlando del caro energia.

“Diversi paesi europei, come la Germania, stanno cercando di trovare soluzioni come il tetto sul prezzo del gas a livello nazionale e sussidi a sostegno di famiglie e aziende – aggiunge Neri -. In Italia siamo fermi e non va bene. Questi problemi vanno risolti oggi, non si può attendere oltre, è un appello che faccio anche al nuovo governo: si prenda subito in mano la situazione. E, in generale, l'Europa sia unita nel cercare alternative”.

A livello di occupazione, conclude Neri, “appoggiamo la proposta di Confagricoltura nazionale: tuteliamo chi lavora nel settore, come accaduto durante la pandemia. Nonostante l’intensità della crisi in atto, l’Unione europea ha mantenuto invariati gli stanziamenti all’agricoltura. Non solo: dal prossimo anno subiranno una progressiva riduzione del 15%”.

Approfondimenti

Per Coldiretti Toscana anche nell’alimentare, così come sta facendo per il gas, il nostro Paese deve recuperare il tempo perduto e lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle per non perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino a oggi le imprese agroalimentari sono riuscite a difendere per il bene del Paese.

”Per ridurre la dipendenza alimentare ed energetica dall’estero e assicurare a imprese e cittadini la possibilità di produrre e consumare prodotti alimentari al giusto prezzo l’Italia – spiega Filippi - non può fare a meno del Pnrr, dove serve il massimo impegno di tutti per non rischiare di perdere quella che è un’occasione irripetibile. Fondamentale in questo senso sarà sfruttare i bandi a partire da quelli già pubblicati, dalle filiere al fotovoltaico che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti delle stalle e cascine senza consumo di suolo, fino a quello della logistica per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti nel nostro Paese, ma anche con il resto del mondo, superando il gap che ci separa dagli altri mercati”.

Coldiretti Toscana ha infine ricordato le priorità per il mondo agricolo che riguardano da vicino la nostra regione in coerenza con l’impegno che i rappresentati si sono presi alla vigilia delle elezioni firmato il documento con le 5 priorità. Le più sentite, in Toscana, sono sicuramente l’emergenza ungulati per cui Coldiretti chiederà al prossimo Governo un decreto di legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992, ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette e l’attuazione del piano invasi per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici che hanno danneggiato, compromesso o ridotto il 30% della produzione agricola regionale.

Oltre all’esplosione dei costi energetici e delle materie prime, un’altra spada di Damocle si abbatte ora su oltre 200 aziende del comparto casalinghi e pulizia della casa tra Prato e Pistoia, di cui più di 50 imprese con sede in Valdinievole con oltre 700 addetti e oltre 200 milioni di fatturato, che rischiano una crisi senza ritorno. L’ulteriore tegola caduta su tutte le imprese che lavorano nei beni di consumo – plastica, vetro, gomma e chimica - piove anche stavolta dall’estero ed è l’arrivo della concorrenza delle merci provenienti da medio ed estremo oriente, falsata per di più dalla disparità nei costi di trasporto.

Come spiega il Presidente del settore plastica, vetro, gomma e plastica di CNA Toscana Centro e portavoce nazionale CNA, Marcello Rafanelli, “è a fortissimo rischio la tenuta dell’intera filiera della plastica e dei casalinghi, che rappresenta una fetta importante dell’economia del territorio della Val di Nievole (in particolare a Larciano) ma che interessa una filiera su tutto il territorio di Pistoia e Prato. In particolare si parla di circa 200 aziende attive nei settori fabbricazione di prodotti chimici e fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche su tutto il territorio di Pistoia e Prato, di cui oltre un quarto localizzate in Val di Nievole”.

In un contesto così pesante per le aziende Europee e Italiane in particolare (a partire dai costi dell’energia), prosegue Rafanelli, “ora il problema è rappresentato dal dumping esercitato da Paesi asiatici che producono a prezzi irrisori perché agevolati, sia sul piano energetico che del costo del lavoro e, in primis, dei trasporti. Parlo di realtà che oggi si trovano molto più avvantaggiate rispetto alle nostre imprese locali e che stanno ampliandosi in importanti fette di mercato UE e Extra UE.

Ecco perché in questa particolare situazione, le aziende del settore ritengono decisivo “sollecitare Governo e UE affinché siano presi provvedimenti urgenti per tutelare le produzioni italiane, per limitare il forte differenziale di costi che è attualmente presente tra le aziende Italiane e Europee rispetto a quelle collocate nel medio e estremo oriente. Più precisamente riteniamo fondamentale che sia valutata l’attuazione di un filtro più ferreo per i beni provenienti dall’extra UE e destinati alla casa e all’acquisto da parte delle famiglie, visto che la competitività delle aziende italiane e locali è fortemente indebolita da cause esterne che sfuggono al controllo del Governo e della Commissione UE”.

Di qui, la richiesta di Rafanelli che a nome di tutto il settore ipotizza la necessità di “un filtro più forte alle importazioni di prodotti provenienti da paesi “a basso costo”, cosa che consentirebbe a tante aziende falcidiate dai costi incontrollati di poter sostenere questo periodo, recuperando vitali fette del mercato interno Europeo”. In assenza di misure incisive del Governo e della UE, infatti, “le nostre imprese rischieranno di perdere mercato e capacità produttiva a favore di concorrenti che producono e portano reddito altrove, con il concreto rischio che tutto questo sia fatale per la tante imprese sul territorio”.

Ma non è tutto. Aggiunge Rafanelli, “la criticità del rapporto con le aziende di paesi extra UE riguarda anche il tema della partecipazione alle fiere internazionali, un elemento decisivo per riacquisire fette di mercato nel post covid e sempre più spesso registriamo che dalle fiere in Asia (in particolare in Cina) siano di fatto bandite le aziende UE, mentre non è prevista alcuna forma di filtro inverso negli eventi che si svolgono in UE. Ad aggravare poi la situazione finanziaria delle aziende di questo comparto si aggiungono poi gli insoluti, in crescita rispetto al passato a causa del costo esorbitante delle bollette per le aziende dei settori a elevato consumo energetico”.

Un ulteriore vulnus è poi rappresentato dalla scarsità di materie prime: “la plastica vergine è quasi introvabile. Le consegne sono ridotte e con tempi incerti, disponibili solo a prezzi cresciuti con punte del 150% rispetto al 2020 e purtroppo il materiale di riciclo non può sostituire ancora completamente il prodotto vergine, per cui molte imprese stanno programmando riduzioni della produzione per i prossimi mesi. L’acciaio necessario per i prodotti metallici, poi, ha una dinamica (negativa) simile: scarsità di offerta con prezzi attuali saliti di circa il 40% rispetto a fine 2020”.

Di qui, il grido d’allarme lanciato da un intero settore in forte sofferenza, ma il problema, conclude Rafanelli, “riguarda la nostra intera comunità nazionale e Europea, chiediamo un impegno oggi per la difesa delle imprese, consapevoli che la drammatica situazione che stiamo vivendo rischia di rendere più forti le economie e la potenza dei regimi illiberali e totalitari. La difesa della capacità produttiva interna è oggi anche un’azione a difesa della democrazia”.

“La sicurezza degli approvvigionamenti è a rischio come dimostra quanto successo al Nord Stream e una potenza industriale e manifatturiera come la nostra non può permetterselo”. Torna a lanciare l’allarme Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia, che aggiunge: “È lecito aspettarsi che questi problemi peggiorino e con l’inverno peggiorino anche le nostre condizioni. Ho condiviso molte scelte del governo Draghi, dalla diversificazione degli approvvigionamenti agli stoccaggi ma adesso è il momento di svoltare”.

“Come Italia, infatti, siamo in una situazione eccezionale, dovuta in parte alle contingenze e in parte alle scelte fintamente ambientaliste. Per questo – spiega Mazzetti – la mia proposta all’attuale governo è stata quella di un commissario straordinario con il compito preciso di costruire un nuovo mix energetico ampio e da aggiornare regolarmente; noto che inizia ad esserci un consenso trasversale e auspico che il governo di Centrodestra sappia raccogliere questa proposta e concretizzarla”.

Uno dei primi compiti dev’essere quello di “azzerare la burocrazia, cestinando leggi regionali assurde come la Marson in Toscana, che bloccano non solo lo sviluppo del territorio sotto il piano urbanistico ma impediscono lo sviluppo delle rinnovabili in molte aree – un finto ambientalismo proseguito dalla giunta del Presidente Giani che a furia di dire sì a tutti ha detto chiaramente no agli impianti per i rifiuti come i termovalorizzatori”. Inoltre, secondo Mazzetti, il commissario straordinario deve “riprendere le estrazioni nell’Adriatico e, in generale, ovunque ci sia gas rivedendo l’attuale piano per le estrazioni (Pitesai), fatto a sommo studio per impedire di estrarre”.

“So bene che non possiamo sempre ricorrere a figure straordinarie ma siamo dentro alla peggior crisi dal Dopoguerra e dobbiamo dare risposte tangibili al Paese che ci ha chiesto di governare”, conclude Mazzetti.

Notizie correlate
In evidenza