Emergenza casa: da Firenze il decalogo di Alleanza per l'abitare

Per iniziativa di sindacati dei lavoratori, degli inquilini e associazioni del terzo settore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 giugno 2024 23:29
Emergenza casa: da Firenze il decalogo di Alleanza per l'abitare

Firenze, 3-6-2024 – C’è un problema casa nell’area metropolitana di Firenze. E, per far fronte comune, tutti coloro che a vario titolo si occupano del tema si sono riuniti in un documento politico/programmatico da portare alle amministrazioni comunali, come contributo per risolvere una emergenza in costante crescita: sindacati dei lavoratori, degli inquilini e associazioni del terzo settore, insieme per chiedere alla politica risposte strutturali per fronteggiare l’emergenza casa. Si chiama “Alleanza per l’abitare”, ed è stato siglato oggi in Camera del lavoro a Firenze da oltre venti i sottoscrittori (Sunia, Sicet, Uniat, Unione inquilini, Cgil, Cisl, Uil, Cospe, Oxfam, Diaconia valdese, Abitare solidale, Progetto arcobaleno, Associazione Ciao, Casa e agenzia sociale per la casa, Arci, Federconsumatori Toscana, Cat, Tutori volontariato Toscana, Legambiente Toscana, Caritas).

Dopo un confronto andato avanti per diversi mesi questa alleanza ha prodotto un “decalogo” di proposte rivolte alle istituzioni locali dell’area metropolitana fiorentina, per un diritto all’abitare, equo, sostenibile e solidale. Senza dimenticare che senza un Piano Casa nazionale sarà difficile risolvere i problemi abitativi delle persone.

Un decalogo di proposte per l’area metropolitana fiorentina per un diritto all’abitare, equo, sostenibile e solidale

  1. Istituzione Osservatorio Territoriale sulle Politiche Abitative: tavolo permanente per monitorare il mercato delle locazioni e indirizzare le scelte sulle politiche abitative nell’area metropolitana. Con la presenza dei sindacati e dell’Organizzazioni del terzo settore.
  2. Patto per l’affitto sostenibile: promuovere e sostenere un nuovo patto sociale tra i proprietari e conduttori, sindacati e associazioni, con l’intervento dell’amministrazione, attraverso incentivi e leva fiscale.
  3. Agenzia sociale per la casa: istituire un organismo a gestione pubblica, finalizzata all’accesso alla locazione, alla garanzia della legalità e della sicurezza, attivando soluzioni di supporto ad inquilini e proprietari, per assicurare rapporti di locazione trasparenti, garantiti, sostenibili.
  4. Commissioni per il ‘Disagio abitativo’: tavolo permanente per governare il fenomeno delle esecuzioni con forza pubblica, prevenire e graduare sfratti per garantire il passaggio da casa a casa.
  5. Contributo all’affitto: mantenere le risorse comunali per affrontare l’emergenza abitativa per chi sostiene canoni di locazione molto alti e scongiurare le morosità.
  6. Edilizia pubblica: mantenere uno stretto controllo pubblico sulla qualità costruttiva e manutentiva, efficientamento energetico, sicurezza dei quartieri, rispetto delle regole.

    Incentivare il ruolo dell’Autogestioni degli alloggi erp, per un sostegno attivo e concreto all’integrazione, partecipazione democratica alla gestione della cosa pubblica.

  7. Studentati pubblici: investire concretamente nel diritto allo studio, prevedendo la realizzazione e la gestione di studentati, disincentivando la costruzione di nuovi studentati privati.
  8. Social housing: investimenti in un social housing dove i canoni di locazione vengono definiti tra la proprietà e i sindacati inquilini Prevedere modelli abitativi sperimentali di social housing, di abitare condiviso e collaborativo in tutte le sue espressioni, per far fronte alle nuove fragilità della società civile.
  9. Affitti turistici: porre un freno al dilagare degli affitti brevi e della ricettività extralberghiera nello spazio residenziale che si è in parte concretizzata nel blocco dell’area Unesco, in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria sui ricorsi arrivati, ma che in realtà andrebbe esteso nelle altre zone a maggior tensione abitativa oltre l’area Unesco.
  10. Creazione di una banca dati: una banca dati che raccolga l’entità degli immobili pubblici dismessi, verifichi il numero degli appartamenti privati sfitti, fotografando l’esistente e appurando le strutture e le aree pubbliche dismesse (ad es.

    Enti, Aziende e Istituzioni Pubbliche), utilizzabili per fini residenziali. Sarebbe anche importante un ragionamento con gli Istituti di credito, che sono proprietari di innumerevoli alloggi sfitti, oggetto di esecuzioni immobiliari.

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