Elezioni amministrative: la destra all'attacco delle roccaforti rosse

Inaugurato a Firenze il nuovo Circolo del movimento politico “Popolo della Famiglia”. La presentazione dei candidati CasaPound a Scandicci. Stamani a Figline un banchino di Forza Nuova

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2019 23:45
Elezioni amministrative: la destra all'attacco delle roccaforti rosse

Si è tenuta questa mattina a Scandicci, alla presenza del Segretario Nazionale di CasaPound, Simone Di Stefano, la presentazione del candidato a Sindaco di Scandicci, Matteo Daddi. Alla presentazione ha partecipato anche il Responsabile Provinciale, nonché candidato a Sindaco di Firenze, Saverio Di Giulio, che ha fatto una breve introduzione. Di Giulio ha sottolineato l'importanza di ribellarsi alla cappa di criminalizzazione presente in alcune aree della Provincia di Firenze.

Il Responsabile provinciale di CP ha proseguito evidenziando come CasaPound sia l'unica forza politica decisa a contrapporsi a questo stato di cose fronteggiando senza timori le sinistre che tengono Scandicci in ostaggio da oltre 70 anni. A dimostrazione di quanto affermato precedentemente, Di Giulio ha concluso il suo intervento ricordando come le altre opposizioni abbiano sempre accettato questa subordinazione, mentre CasaPound ha scelto di aprire una propria sede sul territorio.

È stato poi il turno dell'appena annunciato candidato a sindaco di Scandicci, Matteo Daddi, che ha esordito con un duro attacco all'amministrazione Fallani, accusandola di aver fallito su tutta la linea, occupandosi peraltro di tutti tranne che degli scandiccesi. Daddi poi non è stato tenero neppure con le opposizioni definendole “inesistenti, inconsistenti e contraddittorie". I punti cardine del programma del candidato di CasaPound saranno cinque: politiche sociali a favore dei cittadini di Scandicci, a partire dall'introduzione del mutuo sociale, sicurezza e lotta al degrado, aiuto all'economia locale e supporto al distretto industriale pellettiero, riqualificazione del territorio con un migliore collegamento con le colline che passi anche attraverso il potenziamento del trasporto pubblico e, infine, politiche giovanili per evitare che Scandicci si trasformi diventato in un dormitorio, con la creazione di un consiglio comunale per i giovani con tanto di budget e con l'individuazione di un'area da destinare alla movida lontano dalle zone residenziali.

Daddi, poi, ha rivendicato l'occupazione del consiglio comunale di una settimana fa, prima volta a Scandicci, a supporto di una famiglia italiana priva di aiuti. Famiglia che non ha ottenuto negli scorsi mesi alcuna risposta né dal comune né dai singoli consiglieri. Daddi ha concluso sostenendo che “durante l'occupazione ho guardato in faccia tutti i consiglieri ed ho visto nei loro occhi paura. La tipica paura di vedere in consiglio comunale CasaPound, perché noi, a differenza loro, abbiamo idee, progetti e, soprattutto, vogliamo riprenderci il destino della città”. La mattinata è stata chiusa dal Segretario Nazionale di CasaPound, Simone di Stefano, che ha aperto il proprio intervento affermando che CP “rappresenta l'unica vera alternativa politica soprattutto in Toscana dove il PD resiste rispetto al resto d'Italia e dove l'opposizione del centrodestra e dei 5 Stelle è inesistente”.

Inoltre, rispondendo alle accuse sulla sede storica di Roma, Di Stefano ha posto fine alle chiacchiere, dichiarando che “CasaPound a Roma resterà finché resterà una sola occupazione di sinistra”. Passando ai temi più politici il Segretario Nazionale ha sottolineato che per CP i temi importanti sono casa, lavoro e possibilità di fare figli e in relazione alla candidatura di Daddi, e più in generale in vista delle prossime elezioni amministrative, ha sostenuto che “noi facciamo politica sul serio, non per carriera o soldi ma solo per gli italiani.

Vogliamo portare la rabbia e la voglia del cambiamento in tutte le sedi istituzionali. Se i partiti attualmente in Parlamento facessero l'interesse della Nazione noi di CasaPound non penseremmo a presentarci alle elezioni, piuttosto staremmo tra la gente facendo ciò che ci è più congeniale: dalle raccolte alimentari per gli italiani in difficoltà alla protezione civile passando per mille altre cose. Ci copiano gli slogan ma poi si fermano solo a questi perché, a differenza nostra, non hanno coraggio di dar loro realizzazione.

Non faremo alleanze elettorali perché non vediamo voglia di cambiamento vero negli altri partiti. A livello nazionale si è incrinato qualcosa nel governo, e se questo esecutivo cadrà si andrà verso un governo 5 Stelle-PD. E, proprio per questo, noi di CasaPound, dobbiamo stare sul territorio: per fare vera opposizione sia per strada che nei consigli comunali”.

In Piazza Marsilio Ficino a Figline Valdarno un banchino di Forza Nuova, movimento della destra estrema, di Roberto Fiore. Immediatamente aderenti all'Anpi, rappresentanti di forze politiche e cittadini, hanno manifestato la loro contrarietà.

"Riteniamo molto grave la scelta di concedere la possibilità a Forza Nova di presidiare la Piazza principale di Figline con un banchino di propaganda politica -si legge in un documento dei Circoli del Valdarno del Partito Comunista Italiano, Partito della Rifondazione Comunista e Potere Al Popolo- Le idee reazionarie di questa forza politica di ultradestra che affonda la propria identità xenofoba e liberticida nella drammatica vicenda del ventennio fascista e nello squadrismo nero, non appartengo al contesto culturale del nostro territorio dove si sono combattute epiche battaglie antifasciste e si sono consumate stragi efferate, durante la occupazione nazista, una per tutte quella di Pian d'Albero, dove 39 partigiani vennero trucidati.Un territorio quello di Figline, storicamente meta di flussi migratori dal sud di Italia che pertanto rifiuta le retoriche razziste e dove l'integrazione con gli immigrati stranieri funziona.

La democrazia sancita dalla carta costituzionale è un bene prezioso e conquistato con le lotte e non consiste nel concedere spazi anche a chi rifiuta i principi civili e culturali della resistenza antifascista, da cui è nata.Il Comune è un organo politico non solo amministrativo ed ha facoltà di decidere a chi concedere spazio e visibilità, peraltro abdicare al proprio ruolo culturale e pedagogico rappresenta una responsabilità assai più grave e indelebile. Condanniamo quanto accaduto e ci appelliamo a tutte le forze politiche progressiste perché intervengano in consiglio comunale affinchè Figline non debba vivere momenti vergognosi e degradanti, e che casi simili non debbano ripetersi.

"La mia candidatura -afferma Cecilia Cappelletti- oggi condivisa dai rappresentanti dei partiti del centrodestra, nasce da e per i cittadini di Pontassieve che fortemente mi hanno cercata e convinta ad accettare questa avventura. Negli ultimi 15 anni, dopo la mia prima esperienza come consigliere comunale, non ho vissuto di politica ma con la passione per la politica, intesa come amministrazione del bene comune e quindi, in primis, del mio Comune. Sono quindi a lavoro per il programma della mia "PONTASSIEVE 2.0": grande importanza verrà data alla sicurezza, intesa sia come garanzia e difesa per i cittadini sia come tutela sociale dei più deboli; oltre che valorizzazione dell'ambiente: dai rifiuti al decoro urbano, dalla tutela del paesaggio alla cura della viabilità.

Un'amministrazione, infatti, che mette in primo piano le politiche sulla sicurezza e ambientali, è un'amministrazione che tutela i propri cittadini ed il proprio patrimonio, la cultura e i giovani; quindi, l'economia ed il tessuto sociale. Pontassieve ha enormi potenzialità che aspettano solo di essere esaltate e tutelate. Voltiamo pagina: ecco la PONTASSIEVE 2.0 che vorrei."

Sì è costituito a Firenze il “Circolo del Popolo della Famiglia area fiorentina“, per attuare e promuovere al meglio anche in questa zona il suo programma, che al momento si concretizza prioritariamente con la raccolta di firme dei cittadini, autenticate da pubblico ufficiale, per il “Reddito di Maternità”. Si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare che prevede 1.000 euro al mese da erogare alle madri che, invece di lavorare, o non trovando lavoro, scelgono di dedicarsi alla famiglia a tempo pieno.

Si va finalmente a valorizzare l’impegnativo lavoro della madre. L’indennità mensile sosterrà la madre nei primi otto anni di vita del figlio, e si rinnoverà - perdurando la condizione di non lavoro al di fuori del nucleo familiare - alla nascita dei figli successivi, fino ad una cifra massima di 96.000 euro, diventando vitalizia alla nascita del quarto. “Arriveremo al traguardo delle 50.000 firme in tutta Italia”, annuncia De Carli, “le nostre proposte saranno portate anche in Europa, perché la famiglia deve tornare al centro delle nostre Istituzioni”. Il PdF affronta, in contemporanea, un’altra sfida, ancora più impegnativa: una seconda raccolta di firme autenticate – stavolta ben 150.000 a livello nazionale, sempre entro la fine di marzo! - per essere ammesso a partecipare con una sua lista autonoma alle imminenti elezioni europee.

Porterà in tal modo il suo programma, che consiste in sintesi nel rendere la famiglia naturale primo soggetto sociale, anche nella UE, potenziando al massimo il principio di sussidiarietà, anche in ambito comunitario. E’ già in vista, ovviamente, pure l’appuntamento delle elezioni amministrative. Anche in quella sede il PdF si impegnerà per giocare al meglio le sue carte. “Stiamo crescendo, siamo un bel gruppo in Toscana”, commenta De Carli, “i militanti sono determinati nella campagna elettorale per raggiungere gli obiettivi, far ripartire l'Italia e dare pieno sostegno alla natalità, in questo inverno demografico senza precedenti, che nell’indifferenza di molti disarticola silenziosamente la nostra società“.

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