Eike Schmidt: "La loggia di Isozaki s'ha da fare"

Il direttore degli Uffizi: "Restare? Non e' nemmeno sicuro se potrei". Oggi l'inaugurazione dell'auditorium del museo dedicato a Giorgio Vasari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 febbraio 2018 23:45
Eike Schmidt:

(DIRE) Firenze, 5 feb. - "Va scelto se si preferisce uno spazio funzionale ad un grande buco nero nel centro di Firenze, con una gru sopra". Per il direttore degli Uffizi Eike Schmidt non ci sono dubbi: la "Loggia di Isozaki", il progetto firmato dal celebre architetto giapponese che disegna la nuova uscita del museo, deve essere realizzato. Tanto da dedicare al progetto e all'architetto una delle nuove sale del mini percorso, collegato al nuovo auditorium Vasari, sulla storia architettonica degli Uffizi.

Una sala Arata Isozaki con esposto il modellino della loggia e i disegni progettuali; una sorta di mossa politica visto che, spiega Schmidt, si tratta di "una sollecitazione molto chiara" alle istituzioni. Anche perche', sottolinea, "il fatto di aver intitolato una sala ad Isozaki prima di realizzare la loggia e' un anomalia. L'anomalia, pero', non e' la sala ma la mancanza della loggia". Isozaki, infatti, "ha vinto questo grande internazionale nel 1999, ormai 19 anni fa.

Nel frattempo ha vinto anche il ricorso. L'Italia e' uno stato di diritto e ora non c'e' nessuna ragione amministrativa, legale, per non realizzare la loggia". Anche perche' "il problema continua ad esistere: c'e' un cantiere in cui succede poco in uno spazio urbanistico cosi' centrale per Firenze". La situazione, quindi, "va assolutamente risolta. L'alternativa e' lasciarlo senza funzione, chiuso, e con una gru di sopra". Il primo che commenta la 'ramanzina' e' il sindaco Dario Nardella, presente all'inaugurazione del nuovo auditorium Vasari degli Uffizi: "Sono fiducioso sul fatto che il ministro Franceschini trovi una soluzione, perche', in effetti, una soluzione e' necessaria qualunque strada si prenda". Detto questo "non ho nulla contro Isozaki e per principio non sono contrario all'arte e all'architettura contemporanea". Tuttavia, conclude, "il progetto e' promosso dallo Stato e noi come Comune non possiamo che svolgere un ruolo di supporto.

Non possiamo essere noi a fare il primo passo".

Il futuro del direttore degli Uffizi Eike Schmidt dal 2020 si dovrebbe incrociare con quello del Kunsthistorisches museum di Vienna. La porta per il bis alla Galleria fiorentina, tuttavia, non sembra essersi chiusa del tutto. "Restare agli Uffizi? Non e' nemmeno sicuro se potrei restare. I massimi giudici amministrativi stanno dibattendo anche su questo. Non so se mi faranno restare...". Il punto secondo Schmidt resta la riforma Franceschini, gli incagliamenti che la norma dovra' affrontare nuovamente al Consiglio di Stato.

Il caso, la nomina dello storico dell'arte austriaco Peter Assmann alla direzione di Palazzo Ducale di Mantova, sara' discusso in adunanza plenaria e non riguarda direttamente Schmidt; tuttavia potrebbe incidere sulle riconferme degli incarichi affidati ai direttori stranieri, come previsto dall'impianto della riforma. Detto questo, Schmidt se si sofferma sul suo futuro appare combattuto. Lavorare a Firenze, sottolinea, "mi piace ogni minuto. Qui e' fantastico, mi piace tutto quello che si puo' fare nonostante le mille difficolta' e intoppi".

Dall'altra, pero', ci sono le certezze legate al quadro normativo austriaco: "In Austria- spiega- hanno una struttura amministrativa semplicissima. Li' le cose vengono decise anni prima e poi nessuno le rimette in discussione". Una situazione lontana da quel senso di ingolfamento di cui, piu' volte, si e' lamentato Schmidt: "Se in Italia tornassero ora Cesare o Seneca, chissa' come si sentirebbero vedendo come e' diventato il loro diritto romano cosi' lineare".

"Firenze si arricchisce di un nuovo luogo per la valorizzazione culturale, l'educazione e la diffusione di conoscenza: uno spazio appositamente attrezzato per ospitare conferenze, convegni scientifici, dibattiti pubblici e manifestazioni culturali in un'ampia accezione". Lo spiega Eike Schmidt, il direttore delle Gallerie degli Uffizi, nel corso dell'inaugurazione dell'auditorium del museo dedicato a Giorgio Vasari, l'architetto del complesso. Infatti le nuove sale nel braccio di ponente degli Uffizi sono le uniche che conservano ancora perfettamente il modulo vasariano originale (una sala grande affacciata sul porticato, con due stanze retrostanti piu' piccole), a ripetizione.

Negli spazi sono stati collocati e restituiti al pubblico i portoni antichi, uniche testimonianze rimaste degli arredi lignei delle residenze delle Arti e delle Magistrature trasferite agli Uffizi nella seconda meta' del Cinquecento. L'auditorium Vasari, attrezzato con un sistema di proiezione e amplificazione audiovisiva con uno schermo a scomparsa, sara' collegabile con il percorso interno del museo, e potra' funzionare come struttura indipendente accessibile dall'esterno.Accanto all'auditorium si trova la sala dell'Arianna dormiente, copia romana di una scultura ellenistica del III secolo a.C. Nella sala della Fondazione sono esposti gli otto sedili della fine del Cinquecento che originariamente erano situate a Palazzo Pitti, e che riproducono a bassorilievo in marmo le medaglie di fondazione degli Uffizi con le gesta di Cosimo I.

La sala seguente e' dedicata alla fabbrica degli Uffizi e ospita i modelli costruiti in occasione della mostra vasariana del 2011. La terza sala, invece, dedicata ad Arata Isozaki, documenta il celebre concorso internazionale sull'uscita degli Uffizi, vinto dall'architetto giapponese. (Cap/ Dire)

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