Droga, hashish e marijuana su Facebook e Whatsapp

I Carabinieri hanno denunciato a piede libero minorenni del fiorentino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 gennaio 2015 13:13
Droga, hashish e marijuana su Facebook e Whatsapp

In gran parte si tratta di spacciatori minorenni, segnalati amministrative altri 50 ragazzi per consumo personale.Messaggi via WhatsApp e Facebook per accordarsi su luogo e tempo della vendita e nomi in codice per chiamare la droga

Giovanissimi, poco più che ragazzini, ma già consumatori di droghe leggere. L'attività d’indagine, portata a termine in questi giorni dalla Stazione Carabinieri di Grassina, volta appunto ad infrenare il fenomeno del consumo e dello spaccio di sostanze stupefacenti tra i giovani di quella parte del Comune di Bagno a Ripoli.

Le attività investigative sono iniziate nel mese di settembre scorso, quando la Stazione Carabinieri di Grassina aveva tratto in arresto un ragazzo – appena 19enne – per il reato di spaccio di droga, perpetrato all’interno di un pubblico locale, nei confronti di 2 ragazzi, dei quali uno minorenne. Poco dopo, proprio partendo da quel primo spacciatore, si è giunti a identificarne anche un secondo – coetaneo – che si è accertato essere il rifornitore di numerosi altri ragazzini, in gran parte minorenni, che a loro volta cedevano lo stupefacente ad amici e compagni.

Grazie alla direzione della Procura della Repubblica per i minorenni di Firenze, nella persona del sostituto procuratore dott.ssa Pieri, i carabinieri di Grassina hanno iniziato a scandagliare le fitte reti di contatti e frequentazioni intessute sia dagli spacciatori arrestati sia dai loro consumatori, scoprendo pian piano un vero e proprio traffico di droga leggera, spacciata e consumata tra i giovanissimi del posto. Infatti, terminate le indagini, sono stati ben 18 i giovani indagati (tra i quali quasi una metà ancora minorenni e studenti) per il reato specifico di spaccio di hashish e marijuana, e quasi 50 quelli segnalati amministrativamente al Prefetto di Firenze in quanto consumatori abituali.

Quella costruita dai giovanissimi spacciatori non era però una rete coordinata e ben organizzata, perché ciascuno si muoveva in maniera autonoma, cedendo la droga ai propri amici e conoscenti, che fossero compagni di scuola, di sport o conoscenti per qualunque altro motivo. Le modalità, invece, erano pressoché identiche per tutti: messaggi via WhatsApp e Facebook per accordarsi su luogo e tempo della vendita e nomi in codice per chiamare la droga (mi porti 2 cd…).

Non è nemmeno mancato, nonostante la giovane età dei denunciati (che sono sia italiani che stranieri), chi si muoveva con toni più minacciosi nei confronti degli acquirenti, diffidando dal fare credito e chiedendo energicamente il compenso per la droga. Le cessioni dello stupefacente avvenivano prima di andare a scuola (quando non la marinavano), oppure nel pomeriggio, e solitamente nelle abitazioni dei ragazzini che, profittando dell’assenza dei genitori (fuori per lavoro), si permettevano di mettere insieme il denaro necessario all’acquisto e di consumare poi la droga.

Nei 4 mesi d’indagine, si sono stimate circa 500 occasioni di cessione dello stupefacente, per un totale di forse 2 kg tra hashish e marijuana, e un valore complessivo di svariate migliaia di euro. Giova precisare che, visto come la maggior parte dei giovani coinvolti nell’indagine fossero studenti, si è dimostrata assolutamente encomiabile la preziosissima collaborazione dell’Istituto Scolastico Superiore “Volta-Gobbetti” di Bagno a Ripoli, nella persona della dirigente scolastica dott.sa Pistolesi e dei suoi docenti che hanno permesso un proficuo svolgimento delle indagini da parte degli uomini dell’Arma, non solo al fine di mantenere un ambiente scolastico pulito e inserito in una perfetta legalità, ma soprattutto per impedire che i propri alunni potessero continuare a venir raggiunti dagli spacciatori, finendo così anch’essi nel tunnel della droga.

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