Deportazione politica a Firenze, Prato ed Empoli nel 1944

Incontri online dal 4 all’8 marzo nel 77° anniversario. A Bagno a Ripoli le lezioni organizzate da Anpi e Comune

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 marzo 2021 09:03
Deportazione politica a Firenze, Prato ed Empoli nel 1944

Fermavano tutti quel mattino di marzo… Siamo nel marzo del 1944, nei giorni dello sciopero generale, di dimensioni impressionanti, proclamato nell’Italia centro-settentrionale in piena occupazione nazista con le parole d’ordine pane, pace, lavoro e libertà. Lo sciopero purtroppo aprì le porte dei lager a migliaia di deportati per motivi politici, operai e militanti antifascisti, ma anche persone che non avevano niente a che fare con la protesta, rastrellate per rappresaglia e per ingrossare le fila di uomini e donne in grado di lavorare come schiavi a favore dell’industria bellica tedesca.

A Firenze, Prato ed Empoli la deportazione politica rappresenta una pagina di storia importante e quest’anno per la prima volta le voci della memoria e il racconto di ciò che accadde nei tre territori compongono un quadro unitario, grazie alla collaborazione fra ANED nazionale, Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea e Museo della Deportazione di Prato, e danno vita a un ciclo di incontri online dal titolo “Deportazione politica, una pagina della nostra storia”.

“L’8 marzo è una data molto significativa, molti dei nostri parenti partirono proprio con quel convoglio diretti a Mauthausen: un viaggio che portò tanti di loro alla morte e cambiò per sempre la vita dei superstiti – racconta Laura Piccioli, presidente della sezione fiorentina di ANED - Oggi le loro testimonianze sono portate avanti dai consiglieri della nostra associazione, un dovere civico nei confronti della nostra comunità.”

“La deportazione politica è una pagina specifica e rilevante della Resistenza, anche per il nostro territorio, da cogliere nel contesto della guerra totale - sottolinea il direttore di ISRT Matteo Mazzoni - Va restituita e approfondita attraverso la conoscenza storica così che, venuti meno i testimoni, non si perda nella coscienza pubblica."

"Il nostro Museo lavora su questo capitolo di storia fin dalla sua inaugurazione nell'aprile del 2002, per fornire elementi di conoscenza su una pagina meno nota della deportazione - aggiunge la direttrice del Museo di Prato Camilla Brunelli - Coglieremo l’occasione per parlare anche dei gemellaggi delle nostre città con Ebensee, Gusen e Mauthausen, perché il confronto a livello europeo è un modo molto civile di affrontare, insieme, la memoria dei crimini del nazifascismo e affermare i valori di libertà, democrazia e giustizia sociale.”

Il ciclo di incontri, visibile sul canale Facebook di ANED (Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti), si inaugura giovedì 4 marzo alle 18 con “Sciopero e deportazione. Conoscenza storia e memorie”. Dopo i saluti di Laura Piccioli sarà di Matteo Mazzoni il primo intervento “L'estate era lontana: occupazione nazista e resistenza all’inizio del 1944”. Poi Enrico Iozzelli del Museo della Deportazione e Resistenza proseguirà con “Lo sciopero, gli arresti, la deportazione”. Il riferimento è in particolare all'arresto e alla deportazione nel lager nazista di Mauthausen di 338 lavoratori dell'Empolese, di Firenze e di Prato arrestati dai fascisti italiani in seguito allo sciopero generale.

Soltanto in 64 sopravvissero all'orrore del lager. A concludere l’incontro le voci dei deportati attraverso le memorie di figli e nipoti: il presidente di Aned Prato Giancarlo Biagini (figlio di Diego Biagini ucciso a Mauthausen), il fiorentino Alberto Cipriani (nipote di Oscar Cipriani) e l’empolese Vittorio Nencioni (figlio di Giuseppe e Fratello di Nedo Nencioni).

Il 5 marzo alle 21 è la volta dello spettacolo del Teatro d’Almaviva “Fermavano tutti quel mattino di marzo…”, letture drammatizzate con Duccio Barlucchi, Andrea Donnini e Fulvio Ferrati, di brani di interviste a ex-deportati toscani sopravvissuti ai lager nazisti tratti dal Fondo Andrea Devoto conservato presso ANED. L’adattamento dei testi è di Camilla Brunelli e Duccio Barlucchi.

Infine l’8 marzo, giorno in cui ricorre l’anniversario della partenza per Mauthausen dei deportati dalla stazione di Firenze, alle 18 inizia “Dalla memoria all'impegno. Gemellaggi e azioni nel presente”, l’ultimo incontro a cui partecipa anche il presidente nazionale ANED Dario Venegoni. Camilla Brunelli con “I presidi di conoscenza nel territorio e i gemellaggi”, parla della presenza in Toscana di istituzioni come l’ISRT e il Museo della Deportazione e ricostruisce il percorso che dal gemellaggio pilota di Prato con Ebensee nel 1987, forse il primo di questo genere in Europa, ha poi condotto a quello di Empoli con Gusen nel 1997 e infine a quello di Firenze con Mauthausen nel 2009, luoghi che in Austria erano stati sede di campi di concentramento in cui finirono anche molti toscani.

Intervengono anche l’assessore Alessandro Martini del Comune di Firenze, il sindaco di Prato Matteo Biffoni, il presidente del Consiglio comunale di Empoli Alessio Mantellassi, i sindaci Thomas Punkenhofer di Mauthausen, Markus Siller di Ebensee, Erich Wahl di St. Georgen an der Gusen e Patrizia Bonanni della Città metropolitana di Firenze.

Anche per quest’anno la memoria dei 55 empolesi deportati nei lager nazisti sarà celebrata con tante iniziative. Non solo commemorazioni, ma anche momenti di approfondimento storico e riflessione su quei fatti che ferirono la città di Empoli, ma non solo. Lunedì 8 marzo ricorre infatti il 77° anniversario della deportazione nei campi di sterminio nazisti di 55 cittadini di Empoli. Per questo la Città, insignita dal Presidente della Repubblica nel 2018 della medaglia d’oro al merito civile, continua a ricordare e commemorare ogni anno quella data, come momento fondamentale di trasmissione della memoria storica, di racconto e di testimonianza umana.

«In occasione dell'8 marzo 2021 abbiamo organizzato una programmazione adeguata alla situazione sanitaria – spiega Alessio Mantellassi, presidente del Consiglio Comunale, delegato alla cultura della memoria –. Nel rispetto di tutte le norme garantiremo comunque alcune occasioni di approfondimento e conoscenza in occasione di un giorno importante per Empoli come l'8 marzo. In questo giorno nel 1944 furono arrestati da Empoli e dagli altri comuni limitrofi 117 persone che furono sottratte alla propria vita e alle proprie famiglie e trasferiti nel campo di concentramento di Mauthausen.

Molti di loro morirono nei sottocampi di Gusen, Ebensee e nel castello di Hartheim. Abbiamo organizzato una serie di attività online in merito al rapporto fra lo sport e la deportazione partendo alla figura di Carlo Castellani arrivando fino alla storia e alle vite di altri sportivi deportati. Ringrazio per questo la collaborazione di Paolo Bruschi e lo storico Sergio Giuntini, autore del libro "Sport e Shoah" per il suo prezioso intervento. Altri appuntamenti online riguardano la deportazione politica delle nostre zone, per i quali ringrazio la sezione Aned di Empoli.

Il grazie va alle scuole empolesi e agli insegnanti che come sempre hanno aderito numerosi e interessati. Aderiremo alla bella iniziativa dell'Istituto Storico della resistenza Toscano sui gemellaggi per la memoria, insieme al nostro amico sindaco di S. Georgen Erich Walh. Infine ringrazio l'Empoli Fc per la sensibilità dimostrata, in occasione del centenario, nel voler celebrare insieme a noi Carlo Castellani».

«Il suono delle campane nella notte, a cui non siamo abituati, speriamo permetta a tutti di ricordare, pur chiusi nelle proprie abitazioni, la gravità di quanto accaduto l’8 marzo del 1944. Decine di persone, senza alcuna colpa e con l’inganno, portate via dalle proprie case nel buio della notte, private dei loro diritti fondamentali. Ringrazio di cuore i parroci, la dirigente scolastica e gli educatori per aver collaborato attivamente a disegnare questo ‘sforzo di memoria’, abbracciando virtualmente i parenti dei deportati. Purtroppo, anche quest’anno le commemorazioni alla lapide sul Municipio, al monumento ai caduti, al masso di Ebensee davanti alla scuola e al cippo del cimitero del Castello non potranno essere aperti alla cittadinanza.», afferma l’assessore alla memoria del Comune di Montelupo Fiorentino, Lorenzo Nesi.

Studiare e approfondire la storia della Liberazione è una priorità anche e soprattutto in questo periodo di difficoltà legato all’emergenza sanitaria. Per questo, anche quest’anno la sezione Anpi di Bagno a Ripoli “Piero Ferruzzi” organizza una serie di incontri sul tema “Dalla Liberazione alla Costituzione”. Le lezioni, che si svolgeranno con la collaborazione e il patrocinio dell’amministrazione comunale, si terranno in forma di videoconferenza sulla piattaforma online GoToMeeting, nel rispetto dei protocolli anti-Covid. Il corso è dedicato in via prioritaria a insegnanti e operatori educativi, ma è aperto alla partecipazione di tutti i cittadini.

Le tre lezioni saranno tenute dal dott. Matteo Mazzoni, Direttore dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell'età contemporanea, e si inseriscono nel solco del progetto educativo incentrato sulla valorizzazione della memoria che da anni vede impegnate le scuole del territorio e la sezione ripolese dell’Anpi. La partecipazione al corso è totalmente gratuita e i partecipanti riceveranno un attestato di frequenza riconosciuto dal MIUR.

“E’ importante – dichiarano il sindaco Francesco Casini e l’assessore alla scuola Francesco Pignotti – che la situazione legata alla pandemia non pregiudichi l’approfondimento di temi che stanno alla base della Memoria e della nostra stessa vita civile. Anzi, viste le difficoltà e i cambiamenti imposti dalla didattica a distanza nei mesi scorsi, crediamo che sia ancora più importante studiare gli anni della Resistenza e della nascita della Repubblica. In questo le scuole avranno un ruolo decisivo, ma speriamo che anche tanti cittadini vorranno collegarsi e “ripassare” queste pagine fondamentali della storia del Novecento. Grazie quindi ad Anpi per aver organizzato questi appuntamenti con la Storia”.

"L'Anpi – aggiunge Luigi Remaschi, presidente della sezione ripolese – lavora per affermare i valori che animarono l'epica lotta di Resistenza contro fascismo e nazismo riconquistando dignità, libertà ed uguaglianza al popolo italiano, come è iscritto e sancito nella nostra Costituzione Repubblicana. L'attualità di quei valori è ancora oggi il baluardo più forte contro ogni rinascente fascismo. La scuola della Repubblica è la sede naturale in cui le generazioni acquisiscono i principali anticorpi per respingere il degrado della democrazia".

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