Crescita Toscana: licenziamenti in aumento, investimenti e produzione al palo

Cgil Toscana: “Ripresa fragile, nel mercato del lavoro c'è una coda velenosa della crisi. Che succederà con la riduzione degli incentivi ad assumere?”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 novembre 2015 14:52
Crescita Toscana: licenziamenti in aumento, investimenti e produzione al palo

Oggi nella sede di Cgil Toscana a Firenze è stato presentato il quarto focus Ires sull'economia toscana del 2015, che si riferisce ai dati dei primi nove mesi dell'anno. 

L’analisi dei dati del mercato del lavoro in Toscana, sulla base delle elaborazioni di IRES sui dati INPS e Centri per l’Impiego e Regione, indicano il perdurare di segnali positivi sugli avviamenti per il 7° trimestre consecutivo accompagnati da un calo della cassa integrazione. Tuttavia, prendendo a riferimento le elaborazioni tratte dall’Osservatorio INPS pubblicate il 10 Novembre 2015 relative ai settori privati e pubblici ad esclusione dell’agricoltura e del lavoro domestico, notiamo come a fronte di una crescita di 22.584 posti di lavoro a tempo indeterminato sui primi 9 mesi del 2015 rispetto al corrispettivo periodo del 2014 pari a un totale di 87.347 persone, assistiamo alla crescita delle cessazioni di lavoro a tempo indeterminato che arrivano ad 82.536 ( in crescita dopo il calo dello scorso anno).Siamo in presenza quindi di un saldo attivo tra avviamenti e cessazioni di lavoro stabile di appena 4.811 unità.

Più consistente il saldo positivo dei lavoratori a termine (171.411 avviamenti contro 141.257 cessazioni). In ulteriore calo dell’8,54% l’apprendistato, ormai quasi residuale. Le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato sono in crescita del 13,31%, passando dalle 22.409 dei primi nove mesi del 2014 alle 25.392 del periodo equivalente 2015, soprattutto per effetto della L.190/14 e dei relativi incentivi. Da notare però che senza incentivi nel 2013 erano state 29.103, ben superiori quindi al 2015.

Continua la crescita esponenziale dei voucher: in 9 mesi in Toscana ne sono stati venduti 5.665.991 da 10 euro l’uno ( +81,9%) senza che questo abbia contribuito ad intaccare il lavoro nero e le irregolarità. Nel recente bilancio sociale dell’INPS sono emerse, infatti, 4.175 aziende irregolari su 4.923 ispezionate nell’ultimo anno con circa 4.000 lavoratori scoperti completamente in nero. Continua il calo della cassa integrazione ancora però su valori circa 8 volte sopra il dato di prima dell’inizio della crisi.

Al netto della cassa in deroga, soggetta ai noti blocchi, rimane sostanzialmente stabile poco sotto i 7 milioni di ore la cassa ordinaria; si riduce di molto la straordinaria da 25.295.000 ore a 17.695.000 anche per effetto dell’esaurimento degli ammortizzatori che sembrerebbe confermato dall’aumento dei licenziamenti collettivi del 39,3%. Sulla cassa integrazione c’è da segnalare che, così come successo per la NASPI, le difficoltà tecniche di INPS dovute al recepimento del decreto 148 dello scorso settembre fanno si che le domande di cassa presentate dal 23 settembre scorso ( centinaia solo in Toscana) siano bloccate e non esaminate con conseguente ritardo nella percezione degli ammortizzatori da parte dei lavoratori.

Le previsioni sul PIL della Toscana, elaborate da IRES su dati Prometeia, stimano nello 0,6% la crescita per il 2015; dell’1,1 % nel 2016 e 1,4 % nel 2017. Valori poco soddisfacenti per garantire qualcosa di più che un consolidamento dei livelli occupazionali in grado di riconquistare le condizioni ante-crisi. Una crescita dell’export intorno all’1,2% e dei consumi dell’1% che, soprattutto se contestualizzata nel quadro di incertezze internazionali attuali, pur positivi appare ancora debole.

Analoga riflessione può essere svolta per gli investimenti che fatto “100” nel 2007 prima della crisi sono risultati nel 2015 “68,7” in sostanziale stabilità rispetto al 2014, ma soprattutto oltre 30 punti sotto l’inizio della recessione. Ristagna la produzione industriale che nel secondo trimestre 2015 ( ultimo disponibile) segnala un -0,3%. Per quanto riguarda la situazione del credito non si evidenziano segnali rilevanti di inversione di tendenza. L’unico dato in crescita è rappresentato dai mutui per l’acquisto di abitazioni, segnale più di un clima che di un cambio di fase in quanto sia le sofferenze bancarie a 15 miliardi e 827 milioni, in continuo aumento, sia gli impieghi in generale, invece ancora in calo, non sembrano confermare l’ottimismo da più parti profuso.

Unico aspetto interessante l’arresto del calo degli impieghi vivi relativi all’industria in senso stretto che andrà confermato nei prossimi mesi. Per Fabio Giovagnoli, Presidente di IRES, “la Toscana è alla prova del cambiamento del ciclo economico. In particolare il deficit di investimenti degli ultimi 10 anni, non favorisce il recupero della stabilità e soprattutto la prospettiva di un vero sostegno all’occupazione Senza contare i rischi determinati dai fattori esterni che possono rivelarsi molto importanti”.

Secondo Daniele Quiriconi della Segreteria regionale della CGIL Toscana, “la ripresa pare fragile, con una coda della crisi velenosa, la crescita dei licenziamenti, fenomeni distorsivi nel mercato del lavoro come l’abuso dei voucher, una recrudescenza del lavoro irregolare, un saldo modesto delle attivazioni di nuovo lavoro stabile. In questo quadro, difficile stabilire cosa possa determinare la riduzione secca degli incentivi alle assunzioni da 8.060 euro per un triennio ai 3.250 per un biennio, come previsto dalla nuova L.

di Stabilità a partire dal 1° Gennaio 2016.”

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