Covid Toscana, 593 casi ma su appena 8209 tamponi e test

I primi dati del 7 dicembre. L'importanza degli operatori Usca. Vaccini: c'è chi spinge per l'obbligatorietà

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 dicembre 2020 09:02
Covid Toscana, 593 casi ma su appena 8209 tamponi e test
ph Facebook Antonio Mazzeo

I nuovi casi positivi registrati nelle ultime 24 ore in Toscana sono 593 su 7.812 tamponi molecolari e 397 test rapidi effettuati. "Grazie alle donne e agli uomini del nostro sistema sanitario che da mesi si stanno impegnando per sconfiggere il Covid e salvare vite umane, come in terapia intensiva a Lucca", scrive il presidente della Regione Eugenio Giani.

Anche il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, ringrazia gli operatori sanitari. E lo fa postando su Facebook oltre che una sua riflessione, una foto molto bella di operatori Usca che fanno ogni giorno tanti km per aiutare chi in questo momento è in difficoltà da Covid.

"Ieri sera - scrive Mazzeo sul social - ho ricevuto questo messaggio che mi ha fatto emozionare.Credo che sia il modo più bello per ringraziare tutti gli operatori sanitari che da mesi sono in prima linea per combattere il virus e alleviare le sofferenze dei pazienti.“Caro Antonio, ecco la foto che mi porterò nel cuore ❤️L'unità Usca che arriva a casa di mio fratello. Queste splendide persone arrivavano da Casciana Terme per visitare mio fratello e la sua famiglia.Avevano con loro la strumentazione per le Ecografie Polmonari. Un mezzo a quanto è stato detto all'avanguardia. Mio Fratello ha voluto che te lo dicessi per ringraziare anche la Regione di tutto quello che sta mettendo in campo.Grazie Antonio anche da parte mia e della mia mamma”.

Intanto stamani il sindaco di Pesaro e presidente dell’Ass. sindaci di centrosinistra, Matteo Ricci (PD), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sul patentino per i vaccinati. “Ho posto un problema che credo dopo Natale sarà il tema centrale del nostro dibattito sul covid –ha affermato Ricci-. Quando a gennaio arriverà il vaccino, arriverà contemporaneamente in tutta Europa e in tutto il mondo. A quel punto, il tema che si porrà sarà la velocità con la quale arriveremo all’immunità di gregge. Io temo che se lasciamo soltanto alla capacità delle istituzioni di spingere alla vaccinazione, temo che il tempo possa essere troppo lungo e che la ripresa economica oltre che i problemi sanitari tarderanno ad essere risolti, rischiando di avere un problema di competitività del Paese.

Da noi purtroppo la cultura complottista, la cultura no vax è più radicata rispetto ad altri Paesi. Se non introduciamo l’obbligatorietà o il patentino free-covid, credo che all’immunità di gregge ci arriveremo in tempi molto lunghi. Sto ponendo un problema politico. Io penso che serva introdurre un meccanismo di obbligatorietà i tempi saranno troppo lunghi e rischieremo di avere un 2021 in cui dovremo ancora convivere con il virus e ritardare la ripresa economica. Il rischio di creare una frattura lo vedo, però ogni volta che vedo opposizioni a questo mio ragionamento mi convinco che quelle persone che si oppongono non si andranno a vaccinare e quindi il rischio vero è che saremo ancora un anno con il virus che gira.

Se l’Italia questa estate non sarà ancora covid free ed altri Paesi nel mondo sì, immaginate quale danno potrà esserci per il turismo”.

Sulla decisione del presidente della Regione Abruzzo Marsilio di dichiarare zona arancione. “Credo sia la dimostrazione ulteriore che questo regionalismo in Italia non funziona. Credo si debba innescare un meccanismo di supremazia dello Stato in questa emergenza. Credo ci sia stato un eccessivo protagonismo da parte dei presidenti di regione, che non sono governatori di staterelli. Serve una riforma, per introdurre meccanismi di supremazia statale su alcuni temi”.

Sul Mes. “Non credo che il governo rischi, sarebbe folle una crisi di governo in questo momento. Penso che alla fine nel M5S prevarrà una divisione di voto tra la riforma del Mes e l’accesso al Mes. Chi dice no al Mes ci deve spiegare quale altro strumento esiste più efficace, più veloce e più conveniente per finanziare la sanità”.

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