Covid in Toscana: 481 nuovi casi e tasso 11,6% sulle prime diagnosi

10 maggio, i primi dati. Obbligo vaccinale, la precisazione di Giani. Cartabellotta: "Lieve incremento dell’indice Rt"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 maggio 2021 11:01
Covid in Toscana: 481 nuovi casi e tasso 11,6% sulle prime diagnosi

I nuovi casi registrati in Toscana oggi 10 maggio sono 481 su 10.508 test di cui 8.690 tamponi molecolari e 1.818 test rapidi. Il tasso dei nuovi positivi è 4,58% (11,6% sulle prime diagnosi).

Ne dà notizia il presidente toscano Eugenio Giani, che poi ricorda: "Sono aperte le prenotazioni per le professioni sanitarie sottoposte ad obbligo vaccinale su https://prenotavaccino.sanita.toscana.it/. Possono prenotarsi solo gli operatori delle aziende pubbliche e private i cui nominativi sono stati trasmessi dai datori di lavoro alla Regione Toscana entro il termine previsto. Le persone non incluse, devono rivolgersi al proprio datore di lavoro per sanare la posizione".

Intanto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sui dati covid e le riaperture. “Oggi siamo in piena fase discendente della terza ondata, sicuramente per questa settimana avremo questa continuazione della fase discendente –ha affermato Cartabellotta-. Dall’altro lato, l’Iss ha segnalato un lieve incremento dell’indice Rt. Le Regioni dicono che bisogna modificare i parametri per il sistema a colori, se ci devono essere delle modifiche devono essere fatte in tempi rapidi, altrimenti molte regioni finiranno in zona arancione. Se il governo dice che le riaperture sono irreversibili a questo deve corrispondere un cambiamento di questi parametri. A partire dalla prossima settimana l’indice rischia di aumentare ancora visto che vedremo gli effetti delle prime riaperture. Con il completamento della vaccinazione delle persone più anziane, dovremmo avere una maggiore tranquillità nelle riaperture”.

Sulla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini anti-covid. “La questione va affrontata sterilizzandola da ogni propaganda politica –ha affermato Cartabellotta-. Dobbiamo chiederci se liberalizzando i vaccini la produzione aumenta, la risposta è no, la produzione purtroppo non dipende solo dalla disponibilità del brevetto. Moderna ha detto che da ottobre rinuncia alla proprietà intellettuale, ma nessuno si è messo a produrre quel vaccini. Ci sono dei problemi che stanno in mezzo.

La liberalizzazione del brevetto non significa cessione del know-how, delle procedure, delle attrezzature. Noi sul web troviamo tante ricette di chef stellati, ma difficilmente riusciamo a fare dei piatti identici a quelli. La cosa che sfugge è che non è che i vaccini si possono fare simili, devono essere uguali, devono avere gli stessi standard di qualità e sicurezza. La soluzione ideale oggi è che le case farmaceutiche facciano accordi con altre industrie, mandando il personale per insegnare gli step di pruduzione e fare la produzione in conto terzi.

Nel breve periodo questa è la soluzione”.

Su Astrazeneca. “Alcune Regioni ne hanno somministrate molto meno rispetto ad altre, in Sicilia ad esempio siamo al 51%. Adesso il fatto che non sarà rinnovato il contratto dall’Ue potrebbe comportare ulteriore ritrosia da parte delle persone a fare questo vaccino”.

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