Covid in Toscana, 495 nuovi casi

I primi dati di oggi 12 maggio. Vaccino, rabbia e delusione AISLA Firenze: "Caregiver ancora esclusi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2021 11:31
Covid in Toscana, 495 nuovi casi

I nuovi casi registrati in Toscana oggi, mercoledì 12 maggio, sono 495 su 23.190 test di cui 13.726 tamponi molecolari e 9.464 test rapidi. Il tasso dei nuovi positivi è 2,13% (6,7% sulle prime diagnosi).

L'anticipazione del presidente toscano Eugenio Giani chiarisce che il trend che porta a una incidenza sempre minore del virus sta proseguendo il suo cammino. Mercoledì scorso, 5 maggio, i nuovi casi erano 744 con incidenza pari all’8,9%, mercoledì 28 aprile erano stati invece 847 con incidenza del 9,7%.

Intanto, cresce la polemica di AISLA Firenze: niente da fare ancora per i caregiver delle persone con SLA. “In molti hanno scoperto che, purtroppo, la SLA non rientra tra le patologie con l’asterisco ovvero quelle per cui i familiari caregiver, che non si sono potuti iscrivere sulla piattaforma e non sono stati contattati tramite SMS (e non sono pochi), possono essere vaccinati” spiega Barbara Gonella, Presidente di AISLA Firenze, che nelle ore scorse si è già attivata per rimediare al problema.

Da quanto emerso, questa lacuna deriva dagli indirizzi nazionali, carenti a quanto pare sulla SLA, recepiti poi dalle regioni. “L’unico modo per ovviare a questo ostacolo – aggiunge Gonella – e per accedere al vaccino, che è indispensabile per proteggere i caregiver stessi che se contagiati o peggio malati non potrebbero più prendersi cura del proprio congiunto ma anche e soprattutto per i malati fragili, è che gli assistiti abbiano avuto il riconoscimento dell’invalidità civile e dell’handicap con i benefici della 104.

Parlare, però, di invalidità e legge 104 è aprire un vaso di Pandora”. Le procedure per il riconoscimento dell’invalidità e dell’handicap, che più volte AISLA Firenze ha chiesto di snellire proponendo il riconoscimento automatico contestuale alla certificazione della malattia grave e invalidante, sono ancora molto lunghe e richiedono almeno 6 mesi e talvolta persino 9. “Un lasso di tempo fin troppo lungo nel quale il rischio di contagiarsi e contagiare è molto elevato. È doveroso rimediare quanto prima: chiediamo alle Istituzioni, sia centrali sia regionali, una risposta rapida e chiara”.

Approfondimenti
In evidenza