Covid-19: alberghi fiorentini aperti per i contagiati guariti ma ancora positivi

Bechi (Federalberghi): "Segnale importante, riconversione da applaudire"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 aprile 2020 10:15
Covid-19: alberghi fiorentini aperti per i contagiati guariti ma ancora positivi

“Di fronte a un’emergenza senza precedenti per le attuali generazioni, che sta mettendo a dura prova non solo il sistema sanitario ma il “sistema Paese” in ogni suo aspetto, tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. Non possiamo dunque che plaudire alla decisione dei titolari delle aziende ricettive del settore alberghiero che hanno voluto aprire le proprie strutture per ospitare le persone affette da Covid 19 clinicamente guarite, dimesse dall'ospedale, ma ancora positive al tampone, che devono stare in isolamento domiciliare ma sono impossibilitate a risiedere nella propria abitazione". Così il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi.  "Si tratta di un segnale importante - prosegue - perché è una riconversione che richiede un’organizzazione che coinvolge il personale dell’azienda e necessita di un rapporto diretto con le strutture sanitarie e la protezione civile che sta facendo un grande lavoro.

Sono diversi gli alberghi ad essersi resi disponibili, senza contare coloro che si sono aperti ad ospitare anche medici e infermieri impegnati negli ospedali. Da oggi dovrebbero solo ad esempio arrivare i primi ospiti anche alla struttura ricettiva del Centro tecnico di Coverciano, dove a disposizione dal gestore sono state messe 54 camere, con i servizi igienici e gli spazi necessari per la gestione della quarantena. Voglio dunque ringraziare tutti. La voglia di ricominciare si manifesta con l’impegno concreto a contribuire a superare questo momento meglio che con la sola attesa. Servono risposte chiare e decise sia sul fronte sanitario che economico.

Come Federalberghi siamo disponibili a dare una mano, come già stiamo facendo con la Fondazione Bacciotti, mettendo a disposizione le nostre strutture per i bambini bisognosi di cure presso l’Ospedale Meyer”, conclude Francesco Bechi.

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