Cosa riapre: ristoranti e hotel nel piano del governo dal 26 aprile

CNA ha portato all’attenzione del Governo le proposte per far ripartire in sicurezza le imprese dell’agroalimentare

Nicola
Nicola Novelli
18 aprile 2021 12:07
Cosa riapre: ristoranti e hotel nel piano del governo dal 26 aprile

Il turismo estivo è assicurato. Dal 26 aprile aprono tutti locali con spazi all'aperto in zona gialla. Si può andare agli spettacoli all'aperto. In Italia si viaggerà col passaporto vaccinale. Dal 15 maggio è il turno di piscine e spiagge. Per i bar e i ristoranti che hanno solo spazi chiusi si aspetta la metà di maggio.

Il settore ristoranti e alberghi a causa dell’emergenza Covid-19 brucia nel biennio 2020-2021 oltre 38miliardi di euro. In particolare le oltre 74 mila società di capitali di questo comparto realizzerebbero complessivamente una perdita di 38,503 miliardi di euro, pari a circa la metà dell’intero settore. Il settore dell’alloggio registrerebbe un calo complessivo di 17,5 miliardi di euro, mentre quello della ristorazione una flessione di 21 miliardi di euro. Il 2021 si presenta però leggermente migliore del 2020 rispetto al 2019. Quest’anno, infatti, il fatturato complessivo delle società di capitali è previsto ridursi del -35% contro il -44,2% del 2020.

E che succederà dal al 1° luglio? Per le discoteche la riapertura è un miraggio. I gestori chiedono un segnale al governo per capire quando tornare in "pista". I locali, da un anno abbondante, sono di fatto chiusi. La parentesi estiva ha portato con sé strascichi e polemiche. Si rischia lo scontro tra il settore e il ministro Speranza che l'ha giudicato «non prioritario».

Nel 2019, rispetto all’anno precedente, le Srl del settore ristoranti e alberghi erano in crescita. In particolare, a fronte di un aumento degli addetti dell’1,4%, si registrava un incremento dei ricavi del 6,3% e del valore della produzione del 6,1%, che si traducevano in una crescita del valore aggiunto del 5,3%. A livello geografico le performance migliori in termini di fatturato si registravano nel Sud (+6,5%), mentre la crescita più bassa al Centro (+3,5%).

Riaprire in sicurezza le attività di ristorazione, con la possibilità di estendere il servizio fino alle 23 nelle zone gialle e privilegiando la prenotazione; facilitare il pagamento dei fornitori permettendo ai ristoranti di detrarre dalle tasse il 50% dei debiti sanati e, infine, permettere la generazione di un credito d’imposta per i privati pari ad una piccola aliquota (es. 10%) di quanto pagato. Sono queste alcune delle proposte che una delegazione di CNA Agroalimentare Toscana ha portato all’attenzione dell’On.

Martina Nardi, presidente della X Commissione, Attività produttive, commercio e turismo, nel corso di un incontro avuto nella giornata di mercoledì 14 aprile, per presentare alcune possibili linee d’azione per far ripartire il settore. Le priorità espresse da CNA, in particolare, sono rivolte alla riapertura in sicurezza delle attività, con l’allungamento degli orari e la rapida definizione di una road map per far ripartire il settore eventi, che rischia di veder andare in fumo quasi due anni di fatturato.

A questo aspetto si lega la possibilità, per le imprese site nelle zone gialle, di riprendere l’attività serale fino alle 23, prevedendo il vincolo di consumo al tavolo, l’accesso al locale entro le 21 e l’obbligo di prenotazione. “Si tratta di alcune proposte che abbiamo portato al tavolo dell’On. Nardi - spiega Roberto Rappuoli, presidente CNA Toscana Agroalimentare - Vogliamo che il settore della ristorazione e le attività che fanno parte della filiera, possano ripartire con regole chiare, precise e senza ulteriori ‘stop and go’.

Ecco perché, oltre a tali richieste, abbiamo formulato anche delle proposte che sono state molto apprezzate dall’Onorevole e che verranno portate al tavolo del Governo”.

Per quanto riguarda le riaperture CNA ha proposto di mantenere i limiti già sperimentati la scorsa estate e, per facilitare l’efficacia della tracciabilità, utilizzare la tessera sanitaria come strumento di identificazione all’ingresso di un locale o un evento, in modo che le info in essa contenute permettano di conoscere facilmente i flussi dei clienti e consentano di tracciarli, nel rispetto della privacy.

È stata poi sottolineata l’importanza della salvaguardia di tutta la filiera agroalimentare, che include fornitori (viticoltori, caseifici, pastifici, birrifici, liquorifici, ecc) i cui flussi di pagamento sono pericolosamente bloccati. Per CNA sarebbe indispensabile standardizzare una certificazione del credito al 31 dicembre 2020 e facilitare il pagamento di tali fornitori permettendo ai ristoranti di detrarre dalle “tasse” almeno il 50% dei debiti sanati.

Infine, per facilitare la ripartenza dei ristoranti e del settore turistico è stato proposto di introdurre la generazione di un credito d’imposta per i privati, pari ad una piccola aliquota (es. 10%) di quanto pagato. Tale meccanismo, sarebbe attuabile con un semplice lettore di tessera sanitario collegato ad un sistema gestionale nazionale come si fa quando vogliamo detrarre delle spese effettuate in farmacia.

“Abbiamo chiesto di poter essere parte integrante nella ripartenza dell’intero settore - spiega Andrea Borghini, Dirigente CNA Toscana. - Il nostro settore è in ginocchio, registra perdite di fatturato superiori all’80%, tuttavia siamo convinti che la strada del dialogo resti quella da privilegiare, per poter ottenere risultati concreti. Chiediamo però un minimo di certezze e che, una volta riaperto, non si proceda a nuove chiusure che rappresenterebbero l’ennesima mazzata per le aziende”.

L’On. Nardi ha definito molto interessanti le proposte di CNA Agroalimentare ed ha affermato che è stato fatto tesoro delle richieste già presentate, come la rimozione del codice Ateco, quale parametro di riferimento sulle perdite di fatturato. La presidente della X Commissione, Attività produttive, commercio e turismo ha poi aggiunto che si intendono evitare “false ripartenze” e che la ripresa dell’attività lavorativa deve essere definitiva affinchè gli imprenditori possano riprogrammare le attività.

CNA Agroalimentare valuta positivamente l’incontro e apprezza la volontà di definire una strada chiara e una programmazione per le imprese per i prossimi anni, dando garanzia di continuità, lavorando sulla riduzione della tassazione a tutti i livelli, in particolare quel tipo di imposte che gravano sulle imprese che sono rimaste chiuse o hanno avuto importanti cali di fatturato.

“Ho chiesto all’anagrafe del Comune di Firenze i numeri dei decessi in città dal 2011 ad oggi. Premesso che il Coronavirus è un virus pericoloso, mi sembra che le misure economiche prese siano state eccessive. I numeri – che ognuno può consultare nell’allegato – meritano una riflessione”. Lo afferma il capogruppo di Forza Italia Mario Razzanelli.

“Molti errori sono stati fatti dall’inizio della pandemia – aggiunge Razzanelli –, nella gestione dei primi casi in Lombardia e anche dopo, e certamente il virus si è diffuso causando molte vittime, ma l’economia poteva essere gestita in modo diverso senza chiudere moltissime attività economiche. Resto convinto che misure di buon senso come distanziamento sociale e utilizzo delle mascherine sarebbero state sufficienti a fronteggiare la malattia senza causare al contempo la gravissima crisi economica che purtroppo è già qui, e rischia giorno dopo giorno di aggravarsi. Mi auguro che anche l’Italia possa avere un aumento del PIL del 18% come la Cina. Perché solo Coop ed Esselunga aperte?”.

“L’augurio è che il governo di Mario Draghi, dopo le aperture previste dal 26 di aprile, riesca a procedere nella direzione di restituire alla vita le attività economiche mettendo fine a questa tragica pagina della nostra storia risolvendo il problema della disoccupazione e dei potenziali licenziamenti. Sicuramente abbiamo un Presidente del Consiglio in grado di farlo con la collaborazione di tutte le forze politiche” conclude il capogruppo azzurro.

Di seguito il grafico del numero assoluto di morti negli ultimi anni a Firenze.

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