"Coronavirus, tampone a tutte le forze dell'ordine"

Il Segretario Regionale SAP Toscana, Emanuele Viciani,ha inviato al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi una lettera, focalizzata integralmente sull'emergenza. Fattori e Sarti (Sì) propongono di ridurre il numero di detenuti negli istituti penitenziari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 marzo 2020 16:46

Il Segretario Regionale SAP Toscana, Emanuele Viciani, stamani ha inviato al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi una lettera, focalizzata integralmente sull'emergenza del Coronavirus.

In questo grave momento, dice Viciani, è sotto gli occhi di tutti l’incredibile sforzo messo in atto sia dal Servizio Sanitario della Toscana, che dimostra pienamente il suo stato di eccellenza, ma anche da parte dalle Forze dell’Ordine che si stanno adoperando in modo encomiabile per verificare il rispetto delle disposizioni e garantire, come sempre, l’ordine e la sicurezza di tutti i cittadini. Le donne e gli uomini in divisa in questa difficile fase, possono contare su una ridotta disponibilità di dispositivi di protezione individuale.

Purtroppo, si sono già verificati casi di contagio proprio tra le FF.OO. e che il lavoro in squadre/pattuglie può facilitare l’espansione del contagio, si è chiesto al Presidente Rossi di voler istituire un protocollo che preveda il c.d. “tampone”, o altra attività che certifichi la negatività al COVID-19, per gli operatori di tutte le Forze dell’ordine che prestano servizio in Toscana. È di tutta evidenza, rafforza il segretario regionale SAP Toscana, la necessità di preservare l’apparato della pubblica sicurezza onde evitare di dover mettere in “quarantena” intere articolazioni e per questo è indispensabile non solo adottare le dovute tutele nei confronti di tutto il personale ma anche effettuare un continuo monitoraggio in tal senso.

Noi come Polizia di Stato, ma anche le rimanenti Forze dell’Ordine, abbiamo in ogni provincia gli uffici sanitari che potrebbero coadiuvare l'attività di monitoraggio. Spero, conclude Emanuele Viciani, che il Presidente Rossi, accolga questa esigenza di attivare pienamente tutte le misure necessarie per scongiurare gli effetti negativi del virus anche sul piano della sicurezza e dei suoi sostenitori.

Ridurre il numero di detenuti negli istituti penitenziari e proteggere quelli più vulnerabili. Attivare l’uso di strumenti tecnologici per i colloqui tra i detenuti e i loro familiari. Infine predisporre piani straordinari di incremento del personale carcerario, mettendolo in condizioni di lavorare in sicurezza. Sono le richieste contenute in una mozione del gruppo regionale Sì Toscana a sinistra che impegna la Giunta ad attivarsi presso il governo nazionale per contenere le conseguenze dell’emergenza Coronavirus nelle carceri.

“Quanto accaduto nei giorni scorsi, che ha già causato la morte di tredici detenuti, dimostra che se il virus dovesse entrare in carcere sarebbe una catastrofe per detenuti e operatori”, hanno spiegato Tommaso Fattori e Paolo Sarti, consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra. “Dall’ultimo rapporto dell’associazione Antigone emerge che circa la metà degli istituti penitenziari ha celle prive di docce e acqua calda, mentre i prodotti per la pulizia e l’igiene scarseggiano ovunque.

Com’è noto, le nostre carceri soffrono da tempo una gravissima situazione di sovraffollamento - proseguono Fattori e Sarti - e anche l’ex Garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana, Franco Corleone, ha fatto presente che non possiamo chiedere a tutti i cittadini di stare a più di un metro di distanza per ridurre il rischio di contagio e invece ammassare corpi ristretti in uno spazio di pochi metri quadri”. “Possono essere adottate misure razionali e di buon senso, come l’ esecuzione della pena detentiva presso il domicilio quando il residuo pena sia inferiore ai due anni, ampliando quanto già previsto dalla Legge 199/10.

Questo consentirebbe alle persone di poter ritornare presso le proprie famiglie e farebbe scendere l’Italia sotto le soglie del sovraffollamento. Allo stesso modo si possono concedere benefici, come misura straordinaria, quali i permessi premio per i detenuti e le licenze per i semiliberi a chi già ne fruisce, in modo da poter trascorrere presso il proprio domicilio il periodo di protezione e sorveglianza”, hanno proseguito i consiglieri. L’atto di indirizzo di Sì Toscana a sinistra fa proprie le istanze delle più autorevoli realtà associative impegnate a livello nazionale sul tema delle condizioni carcerarie e dei diritti dei detenuti e chiede dunque la riduzione del numero di detenuti e l’adozione di misure di protezione per i soggetti più vulnerabili.

“Chi ha problemi sanitari che possono aggravarsi a causa del virus Covid-19 deve aver diritto all’estensione dell’affidamento in prova e alla detenzione domiciliare”, hanno aggiunto Fattori e Sarti. “Ma è anche necessario ridurre l’isolamento dei detenuti dotando ciascun istituto penitenziario di uno smartphone ogni cento reclusi e attivando canali di corrispondenza e-mail con i parenti autorizzati alle visite. Va incrementata anche la sicurezza del personale carcerario, dotandolo di appositi strumenti di protezione, sanificando gli ambienti e prevedendo un piano straordinario di assunzioni.

E dobbiamo vigilare affinché l'emergenza non diventi il pretesto per generare abusi o pericolose eccezioni all’interno delle nostre carceri, nella distrazione generale".

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