​Coronavirus, in Toscana i medici di base prescriveranno i test sierologici

Rossi: "E' lo screening di massa che avevamo promesso". Obiettivo 500 mila entro fine giugno

Marco
Marco Bazzichi
06 maggio 2020 13:29
​Coronavirus, in Toscana i medici di base prescriveranno i test sierologici

I medici di base in Toscana potranno prescrivere, come avviene con le normali analisi del sangue, i test sierologici. “E’ sostanzialmente lo screening di massa che avevamo promesso”, commenta il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. L’obiettivo è arrivare a 500 mila test sierologici entro la fine di giugno. 

Finora i test sierologici effettuati sono stati 120 mila, per lo più tra personale sanitario, personale Rsa e forze dell’ordine. “Siamo sulla linea di produzione per arrivare a 500 mila test”, ha aggiunto Rossi.

Adesso, chiunque sospetti di avere contratto il virus, potrà accedere ai test tramite il servizio sanitario, su richiesta del medico di base. Se il test risulterà positivo, la persona potrà segnalare al numero verde 800556060, ed accedere alla possibilità del tampone. 

“L’estensione dei test sierologici potrà avvenire anche su iniziativa della Pubblica Amministrazione, e sarà a spese del servizio sanitario. Il test sierologico funziona bene quando si riferisce ad una comunità che ha caratteristiche di vita, di relazioni e di distanza sociale tendenzialmente simile”, ha detto ancora Rossi.

“Il test sierologico -ha continuato Rossi- non serve solo a fare l’indagine epidemiologica ma anche a far emergere un certo numero di casi positivi che diversamente non si potrebbero far emergere col tampone. Ma il tampone non solo mette in difficoltà per la mancanza di reagenti. Ma richiede tempi medio-lunghi. Non si può fare uno screening di massa coi tamponi, si farebbe una diagnostica di massa”.

Nuovi compiti quindi per una figura fondamentale che è il medico di famiglia, “la porta di accesso -dice Rossi- al servizio sanitario. Dopo una discussione che abbiamo avuto con i medici di famiglia, l’idea che è venuta fuori è che, fermo restando che il medico di famiglia richiede, in caso di sospetto Covid-19, il tampone, tuttavia il medico di famiglia puo’ decidere di far fare il test sierologico, con una prescrizione”

“Mettiamo in campo i medici di medicina generale, ognuno di loro ha circa 1000 assistiti. Il medico lo prescriverà come prescrive un normale esame del sangue. Se risulta positivo, il cittadino lo comunica ad un numero di telefono che lo indirizza al tampone e poi, se positivo, alla quarantena e -conclude Rossi- alla ricostruzione delle persone che devono stare isolate”.

“Per quanto riguarda le persone sottoposte a tampone, finora ogni 10 mila, ne sono risultate positive 300 e poi confermate 50. Ho avuto modo di parlare col commissario Domenico Arcuri sui reagenti, ma -ha continuato Rossi- non ci siamo ancora. Allora andiamo avanti con i test sierologici, contro i quali l’Istituto Superiore di Sanità ci redarguiva. Invece stiamo utilizzando gli unici strumenti che abbiamo per rilevare la presenza del contagio. E’ quasi inutile fare i tamponi se non si fanno i reagenti.

Si trovano tamponi a ogni angolo, ma è diventato difficilissimo fare i reagenti. Tutti dicono bisogna aumentare i tamponi. Ma io dico sommessamente, se non ci danno i reagenti è impossibile. Ci devono dare gli estrattori e gli amplificatori. Noi adesso siamo convinti che non possiamo andare oltre i 5 o 6 mila tamponi al giorno col privato cui siamo dovuti ricorrere per avere la conferma diagnostica. Anche quando si tratta di dimettere le persone -ha concluso Rossi- ci vogliono almeno due tamponi”.

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