Coronavirus: i trasformatori disertano il tavolo "latte" regionale

E' grave la situazione dei produttori della Toscana soprattutto nell'emergenza coronavirus. Coldiretti: "Inaccettabile". A repentaglio la realizzazione di un piano unitario e costruttivo per salvare le produzioni locali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 maggio 2020 19:59
Coronavirus: i trasformatori disertano il tavolo

I trasformatori hanno disertato, non intervenendo nei fatti, il ‘tavolo latte’ regionale, convocato dall’Assessore all’Agricoltura Remaschi, vanificando di fatto il tentativo di avviare un percorso condiviso per sostenere la filiera lattiero - casearia in crisi a causa dell’emergenza Coronavirus. E’ quanto dichiara Coldiretti Toscana a margine della riunione che avrebbe dovuto profilare ogni strumento per attuare il ‘Piano Salva Stalle’.

“E’ un atteggiamento irresponsabile, considerato i primi iniziali sforzi dell’Assessore Remaschi di portare al tavolo anche una prima proposta concreta di 1,2 milioni di euro da mettere a disposizione della filiera del latte ovino. E’ certamente un intervento insufficiente, ma una base di partenza che va sostanziato anche con altri fondi del PSR ancora non spesi”, ribadisce il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi.

“Aver snobbato l’invito a partecipare concretamente al tavolo regionale, è un atto grave da parte dei trasformatori di latte ovino che hanno deciso di abbassare unilateralmente il prezzo del latte alla stalla riconosciuto agli allevatori. Abbiamo chiesto all’Assessore Remaschi di escludere da eventuali fondi pubblici che saranno stanziati tutte le strutture che in questo momento stanno adottando tali atteggiamenti che danneggiano la filiera”, insiste il presidente Filippi.

C’è purtroppo chi cerca di sfruttare il proprio potere contrattuale – sostiene Coldiretti - per pagare prezzi stracciati alimenti deperibili come il latte, la cui produzione non può essere fermata nelle stalle.

“Chiediamo di rendere pubblici gli elenchi dei caseifici che importano latte e cagliate dall’estero e vogliono abbassare le quotazioni di latte toscano, perché occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi caseifici compromettano il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti. Chi approfitta della situazione di emergenza venga escluso dai fondi previsti per sostenere il comparto agroalimentare, come gli aiuti agli indigenti e gli indennizzi regionali”, ha aggiunto il direttore di Coldiretti Toscana, Angelo Corsetti.

Al contempo Coldiretti Toscana rinnova l’appello ai supermercati affinché sia privilegiato negli approvvigionamenti delle industrie e della distribuzione commerciale il Made in Italy, preferendo i formaggi freschi e stagionati fatti con il latte toscano al posto di quelli ottenuti da cagliate straniere.

Per questo la Coldiretti ha già informato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova ed allertato tutte la rete organizzativa a livello nazionale, con uffici provinciali e locali, per monitorare gli attacchi contro le stalle attivando una casella di posta sos.speculatoricoranavirus@coldiretti.it per raccogliere informazioni e segnalazioni sulla base delle quali agire a livello giudiziario se non verranno fornite adeguate motivazioni. Con i cittadini in fila proprio per acquistare gli alimenti base della dieta, il pretesto della chiusura di bar e ristoranti per disdire al ribasso unilateralmente i contratti è inaccettabile in un momento in cui il Paese – sottolinea la Coldiretti - ha bisogno del latte italiano.

Un ricatto per lucrare sulle difficoltà proprio nel momento in cui – precisa la Coldiretti - si moltiplicano le adesioni alla mobilitazione #MangioItaliano” per invitare alla responsabilità e a sostenere la produzione nazionale privilegiando negli approvvigionamenti delle industrie e della distribuzione commerciale il Made in Italy, preferendo i formaggi con il latte toscano al posto di quelli ottenuti da cagliate straniere. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettono il lavoro della maggiorana degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti.

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