Coronavirus: al via ieri i controlli su mascherine e movida

Polizia municipale in centro e periferia. Le discoteche ricorrono al Tar contro la chiusura. Mazzetti e Cellai (FI): “Punizione collettiva insensata. Tempi e modi completamente sbagliati. Gli aiuti arriveranno?”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 agosto 2020 13:33
Coronavirus: al via ieri i controlli su mascherine e movida

Firenze 18 agosto 2020– Molti controlli ieri, dal pomeriggio fino a notte, della Polizia municipale per il rispetto delle nuove norme sull’utilizzo della mascherina nei luoghi affollati. Come previsto dal Comitato per ordine e sicurezza, gli agenti hanno effettuato controlli dinamici in vari luoghi della città a partire dalle 18 e fino all’una di notte. Ovunque è stata riscontrata estrema collaborazione e in molti hanno richiesto informazioni sulle nuove disposizioni.

Complessivamente sono stati impiegati 25 agenti. I controlli sono iniziati in centro, da Ponte Vecchio a via Calzaiuoli a via dei Neri, per poi proseguire dopo cena nelle zone della cosiddetta movida, da Sant’Ambrogio a Santo Spirito, da Santa Croce all’Oltrarno, fino a piazza Ferrucci e Lungarni del Tempio, Colombo e Santa Rosa. Non sono state elevate sanzioni e ovunque è stato riscontrato un comportamento sostanzialmente corretto: sono state controllate centinaia di persone e quasi tutte avevano la mascherina correttamente indossata, e chi l’aveva abbassata è stato invitato ad alzarla.

Nessuno ha protestato e anzi in molti, anche turisti, hanno chiesto delucidazioni sulle nuove norme. Massima collaborazione anche dai gestori dei locali.

Da ieri sono chiusi tutti i locali da ballo, per effetto dell'ordinanza del ministro della Salute. Ma il sindacato non ci sta e ha deciso di presentare un ricorso d'urgenza al Tar del Lazio: «La discoteca è come sempre un grandioso capro espiatorio», ha affermato il presidente del Sindacato dei locali da ballo. Perché sorprende tanto la decisione di chiudere le discoteche dopo ferragosto? Che ci sarebbero stati assembramenti non era immaginabile in precedenza?

“La decisione del Governo di chiudere le discoteche fino al 7 settembre è del tutto insensata. Siamo di fronte – dichiarano la Deputata Erica Mazzetti e Jacopo Cellai, Capogruppo di Forza Italia e Coordinatore Fiorentino – a un atto illiberale che colpisce indistintamente i gestori dei locali senza distinguere tra coloro che osservavano disposizioni già rigide per ingresso, capienza, distanze e obbligo di mascherina e coloro che colpevolmente invece se ne disinteressavano”. “Questa vera e propria punizione collettiva – aggiungono Mazzetti e Cellai – è incomprensibile a fronte della facilità con cui poter verificare le singole situazioni e, nel caso, sanzionare quei locali che non fanno rispettare le disposizioni.

In questo modo si penalizzano tutte le imprese, tutti i lavoratori, si tagliano le gambe a quelle località italiane che nella vita notturna trovano un'importante risorsa economica. Senza con ciò – sottolineano gli Azzurri – avere la benché minima certezza che non ci siano nuove occasioni di contagio in altri luoghi dove i ragazzi possono tranquillamente ritrovarsi e senza che ci siano le possibilità di controllo che ci sono sempre state nelle discoteche”. “Ben comprendiamo – rimarcano – la necessità di vigilare sul contagio e contenerlo, sebbene sia difficile ricondurre alla movida tutti i nuovi contagi sull'intero territorio nazionale, ma questo provvedimento fa acqua da tutte le parti. Nei tempi che sono chiaramente sbagliati, perché non ha senso far riaprire, mentre non sono riaperte per esempio le biblioteche, per poi, sulla scia dell'indignazione, richiudere, per di più dopo Ferragosto, ma del resto il governo Conte ci ha abituato alle continue giravolte”. “Oltre a questa più totale confusione, ci sarà poi da fare la conta dei danni che rischiano di essere incalcolabili per un PIL come quello italiano ansimante già prima.

Il governo – concludono – promette sacrosanti aiuti, quelli che molti del settore già prima non hanno ricevuto: siamo proprio curiosi di sapere quando arriveranno, se arriveranno…”

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