Contrasto alla contraffazione di lusso a Lucca

Grazie a un'operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2022 23:55
GDF Lucca contrasto alla contraffazione di lusso.

I militari del Comando Provinciale di Lucca hanno portato a termine una complessa e coordinata attività di polizia economico – finanziaria a tutela del distretto turistico della Versilia, con la denuncia di 9 persone, il sequestro di 13.0000 beni contraffatti di elevato pregio (prodotti in pelletteria, capi di abbigliamento, filati e accessori per la casa), di numerosi macchinari e attrezzature per la lavorazione, 1 autovettura (con all’interno un campionario di tessuti), per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.

L’azione condotta dai finanzieri del Gruppo di Viareggio è stata finalizzata a individuare, in una zona a vocazione turistica e con l’arrivo dell’estate, i punti a più elevato rischio oggetto di rivendita di capi/pezzi contraffatti, con l’obiettivo primario di interrompere la catena logistica delle filiere illecite.

Ciò ha consentito, grazie alla guida della locale Autorità Giudiziaria di volta in volta attivata, di risalire ai fornitori (tutti italiani) ubicati fuori dalla Regione Toscana e disarticolare i poli produttivi e la rete distributiva.

L’attività di servizio è stata suddivisa in tre fasi. Un primo controllo all’interno di una boutique di Forte dei Marmi, dove sono stati rinvenuti e sequestrati articoli di lusso per uso domestico riportanti marchi industriali contraffatti (statue in resina vendute al prezzo di € 400,00 cadauna, cuscini, tovaglie e tessuti vari riportanti i marchi CHANEL, LOUIS VUITTON, FENDI, HERMÈS, CHRISTIAN DIOR, GUCCI, TIFFANY & CO., DOM PERIGNON, ROLEX, BENTLEY, BUGATTI, BULGARI, CHIARA FERRAGNI, PATEK PHILIPPE, PRADA, YVES SAINT LAURENT, KRUG, CHRISTAL, AUDEMARS PIGUET, CARTIER, ROLLS ROYCE, VERSACE).

Dai successivi approfondimenti investigativi le fiamme gialle sono risalite all’intera filiera illecita di produzione e commercio articolata tra Liguria, Veneto, Marche ed Umbria individuando i luoghi di produzione e stoccaggio. Su delega della Procura della Repubblica di Lucca sono stati eseguiti decreti di perquisizione e sequestro nelle province di Genova, Vicenza, Macerata e Perugia all’interno di sei abitazioni e sei opifici.

In un secondo step, i finanzieri hanno posto sotto sequestro circa 1.500 capi di abbigliamento sportivi di assoluto pregio ed accessori, riportanti il noto marchio “Emporio Armani”, la cui merce era in vendita su un banco presso il mercato domenicale di Forte dei Marmi.

In un secondo step, i finanzieri hanno posto sotto sequestro circa 1.500 capi di abbigliamento sportivi di assoluto pregio ed accessori, riportanti il noto marchio “Emporio Armani”, la cui merce era in vendita su un banco presso il mercato domenicale di Forte dei Marmi.

In un terzo intervento, all’interno di uno stabilimento balneare situato sulla passeggiata di Viareggio, i finanzieri hanno individuato una cabina che veniva utilizzata come vero e proprio deposito della merce riportante i marchi di note case di alta moda, sottoponendo a sequestro borsoni contenenti prodotti in pelletteria di alto pregio contraffatti comprensivi dei relativi cartellini, dustbag, QR e codici anticontraffazione.

Tutti i titolari delle ditte/imprese coinvolte, nove complessivamente, sono stati denunciati, a vario titolo, alla locale A.G. per i reati di produzione, commercializzazione e detenzione di prodotti recanti marchi industriali contraffatti e per ricettazione.

Si precisa che le evidenze probatorie qui richiamate sono state acquisite nell’ambito delle indagini preliminari; pertanto, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza.

Con il periodo estivo, dunque, si intensificano gli sforzi delle fiamme gialle finalizzati a combattere l’insidioso fenomeno della contraffazione, ricostruire le filiere del falso e i canali di finanziamento, nonché recuperare a tassazione i proventi illeciti conseguiti. La contraffazione è un moltiplicatore di illegalità, per la sua capacità di alimentare i circuiti illeciti del lavoro nero, dell’evasione fiscale e del commercio abusivo.

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