Codice Italia. La Biennale di Venezia 2015

Le presenze al Padiglione Italia alla 56° Biennale Internazionale dell’Arte di Venezia, che prende il via il 9 maggio fino al 22 novembre 2015

06 maggio 2015 23:14
Codice Italia. La Biennale di Venezia 2015

Sta per iniziare la kermesse artistica veneziana, famosa a livello internazionale. Questa Biennale 2015 si distingue dalle precedenti per la partecipazione predominante di artisti provenienti da ben 53 paesi. All’interno dell’esposizione “All the World’s Futures”, curata quest’anno da Okwui Enwezor, direttore della Haus der Kunst di Monaco di Baviera, è presente, come sempre, all’Arsenale, il Padiglione Italia con la sua proposta artistica in omaggio alla storia italiana.

“Il Codice Italia - afferma il curatore Vincenzo Trione - riattraversa significative regioni dell’arte italiana di oggi, facendo affiorare alcune costanti inattese. Ripercorre rilevanti esperienze contemporanee, con l’intento di delineare i contorni di quello che, al di là di tante oscillazioni, rimane il fondamento del “codice genetico” del nostro stile. Pur seguendo strade differenti, gli artisti di Codice Italia vogliono reinventare i media e, insieme, frequentano in maniera problematica materiali iconografici e culturali già esistenti.

Anche se in sintonia con gli esiti più audaci della ricerca artistica internazionale, si sottraggono alla dittatura del presente. Per offrire un retroterra alle loro avventure linguistiche, interrogano immagini lontane. I loro gesti racchiudono segreti rimandi alla storia dell’arte. Scelgono, perciò, di passeggiare tra le stanze di un passato che si insinua nell’attualità. Come un archivio di frammenti. Che si vogliono convocare. Qui. Ora. Fino a renderli irriconoscibili”.

Quella che ha unito tutti gli artisti invitati, provenienti da linguaggi artistici estremamente diversi, dall’Arte povera alla Transavanguardia fino alle ultime generazioni, è stata la tematica “Archivi della memoria” scelta dal curatore, proposta sul modello dell’Atlante ordinato di Aby Warburg alla fine degli anni venti.

Quindi le molte opere del Padiglione Italia, proposte con grande e ricercata presentazione, dove ogni artista ha uno spazio tutto suo, indipendente dagli altri, riunisce vari pensieri e codici stilistici che hanno prodotto tre raggruppamenti non facilmente intuibili al primo momento.

Inizia con una videoinstallazione realizzata dal regista Davide Ferrario dove Umberto Eco riflette sulla reinvenzione della memoria. La presenza nel Padiglione italiano di Peter Greenaway, William Kentridge, Jean-Marie Straub vuole essere un omaggio alla ricca e intensa storia dell’arte del nostro paese. Mentre Alis/Filliol (Andrea Respino e Davide Gennarino), Andrea Aquilanti, Francesco Barocco, Vanessa Beecroft, Antonio Biasiucci, Giuseppe Caccavale, Paolo Gioli, Jannis Kounellis, Nino Longobardi, Marzia Migliora, Luca Monterastelli, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Nicola Samorì, Aldo Tambellini sono accomunati nelle loro opere inedite solo dal tema.

In generale la presenza nazionale alla Biennale, sia ai Giardini che all'Arsenale, oltre agli artisti appena nominati, è abbastanza esigua. Su 136 inviti solo quattro sono italiani o di origini italiane: Rosa Barba, Monica Bonvicini, Fabio Mauri e Pino Pascali, oltre alla rivista The Tomorrow, fondata a Milano nel 2014.

Foto Chiara Porçal

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