Cinema: il regista Kamal Aljafari al 66° Festival dei Popoli

La prima nazionale di “With Hasan in Gaza” lunedì 3 novembre. Martedì 4 il regista Maxim Derevianko alla Compagnia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 Novembre 2025 15:31
Cinema: il regista Kamal Aljafari al 66° Festival dei Popoli

L’anteprima nazionale di “With Hasan in Gaza” del regista palestinese Kamal Aljafari, ritratto di una Gaza che non esiste più, riflessione sulla memoria e la perdita, inaugura il 66° Festival dei Popoli, il festival internazionale del film documentario, nella serata di lunedì 3 novembre dalle 20.30 al cinema La Compagnia, con l’autore presente in sala.

Filmando una Gaza popolata di fantasmi che oggi non esiste più, il film documentario indaga il rapporto del popolo palestinese con la propria identità, sempre precaria e messa in discussione. Tre nastri MiniDV che documentano la vita a Gaza nel 2001 vengono ritrovati dal regista: le immagini che contengono sono ora la testimonianza di un luogo e di un tempo che non esistono più. Quella che era iniziata come la ricerca di un ex compagno di prigionia, un uomo perso nel tempo e nella guerra, porta a un viaggio inaspettato dal nord al sud di Gaza con Hasan, una guida locale il cui destino rimane sconosciuto. La videocamera si muove per le strade e i paesaggi di Gaza, registrando momenti fugaci di vita quotidiana, frammenti di una realtà ormai irreversibilmente alterata. Il film è selezionato dal festival nella sezione Concorso Internazionale.

Il primo giorno di festival inizia alle 18 al cinema La Compagnia, con la prima proiezione dell’omaggio dedicato a Sarah Maldoror, regista francese e panafricana d’adozione, voce rivoluzionaria e prima donna cineasta del cinema africano: in sala ci sarà il suo primo lungometraggio, il capolavoro “Sambizanga” (1972), tratto da un romanzo dello scrittore angolano José Luandino Vieira, che segue le vicissitudini di una giovane donna il cui marito è stato incarcerato in Angola dalle autorità portoghesi.

Ad introdurre al pubblico i lavori di Maldoror, ci sarà la figlia Annouchka de Andrade, che ne cura il lascito e si occupa del restauro e della diffusione della sua opera. La retrospettiva fa parte dalla collaborazione tra il Festival dei Popoli e Calliope Arts Foundation all’interno del progetto “Women Trailblazers in Documentary Cinema”. L'omaggio è organizzato con il supporto di Unifrance, Ambasciata di Francia, Istituto Francese Italia, Istituto Francese Firenze, The Recovery Plan.

Approfondimenti

“AI WEIWEI'S TURANDOT”, il potente documentario che racconta il debutto alla regia operistica del celebre artista e attivista cinese Ai Weiwei, sarà presentato come evento speciale alla 66ª edizione del Festival dei Popoli. Diretto da Maxim Derevianko, il film sarà proiettato in anteprima nazionale al festival fiorentino come proiezione speciale all’interno della sezione Doc Highlights in data martedì 4 novembre ore 21:00 presso il cinema La Compagnia alla presenza del regista Maxim Derevianko, della produttrice italiana Marta Zaccaron e della produttrice americana Christine La Monte.

“AI WEIWEI'S TURANDOT” segue l'artista di fama mondiale Ai Weiwei alle prese con la messa in scena della Turandot al Teatro dell’Opera di Roma, trasformando il capolavoro pucciniano in una potente piattaforma artistica e politica e utilizzando la vicenda come sfondo per affrontare molte questioni che affliggono l’umanità.

Attraverso immagini inedite, momenti di creazione scenica e profonde riflessioni personali, “AI WEIWEI’S TURANDOT” diventa un viaggio tra arte, attivismo e memoria collettiva, in un momento storico segnato da crisi globali e ridefinizioni culturali.

“Che cos’è l’arte? E perché ne abbiamo bisogno?” Queste sono le domande centrali che emergono nel film, girato tra il 2020 e il 2022, in un contesto sconvolto dalla pandemia da Covid-19 che ha colpito duramente il mondo dell’arte e della cultura. Il documentario evolve così da cronaca di un processo creativo a riflessione universale sul valore e sul ruolo dell’arte nei momenti di crisi.

Ai Weiwei – figura iconica della libertà d’espressione e della denuncia sociale – si confronta con l’universo simbolico e controverso di Turandot, restituendo un’opera lirica profondamente contemporanea. Come sottolinea la coreografa Chiang Ching, presente nel film e collaboratrice di lunga data dell’artista, Turandot diventa specchio della stessa vita di Ai Weiwei: una narrazione fatta di resistenza, identità e ricerca di verità.

«Conoscevo Ai Weiwei come un simbolo della libertà di parola» - racconta il regista Maxim Derevianko - «un attivista per i diritti umani, un rivoluzionario che usa l'arte in tutti i suoi mezzi come strumento provocatorio per trasmettere il suo personale messaggio pieno di umanità al mondo. Mettere in scena quest'opera non significava semplicemente aprire il sipario e far suonare la musica per qualche ora» - conclude - «ma trasmettere un messaggio d'amore, di libertà di espressione e, infine, che gli artisti sono combattenti, attivisti e simboli di questi valori, come tutte le opere di Ai Weiwei».

“AI WEIWEI’S TURANDOT” è una produzione Incipit Film e La Monte Productions, in associazione con AC Films, White Feathers Films e Homemade Entertainment LLC, con il sostegno di Fondo Audiovisivo FVG, Io Sono Friuli Venezia Giulia e Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma.

Tatti, paese di sognatori, il nuovo documentario del regista Ruedi Gerber, girato nel cuore della maremma toscana, sarà presentato in anteprima italiana domenica 9 novembre al ’66 Festival dei Popoli nella sezione Doc Highlights. Alla proiezione parteciperanno il regista e alcuni dei protagonisti, insieme a un’entusiasta delegazione di oltre cento tatterini (abitanti di Tatti), pronti a raggiungere Firenze per vivere da vicino l’emozione dell’anteprima.

Prodotto da ZAS Film AG, co-prodotto da Perché No Film, con il supporto e il sostegno della Toscana Film Commission, il film sarà distribuito da Lo Scrittoio-Cinema D’Autore da marzo 2026.

Negli ultimi decenni, la globalizzazione ha spopolato molte comunità rurali: dal Midwest americano ai borghi italiani, luoghi come Tatti hanno rischiato l’estinzione. In questo piccolo paese della Maremma, gli anziani rimasti vivevano tra memoria e rassegnazione, legati a una terra che pareva perduta. Tutto cambia con l’arrivo di nuovi abitanti, tra cui il regista Gerber, la cui amicizia con gli ultimi agricoltori locali, i gemelli Marco e Massimo, accende una silenziosa rinascita. Insieme, vecchi e nuovi residenti recuperano campi abbandonati, riscoprono la collaborazione e immaginano un futuro condiviso, affrontando sfide comuni come lo spopolamento, l’agricoltura sostenibile e l’impatto dell’agroindustria.

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