Chiuso per influenza: ospedali in crisi

Intanto la Regione Toscana, che impiega il 75% del suo bilancio in Sanità, ha recentemente deliberato il taglio di fondi alle AuSL di Pistoia, Prato, Empoli e Pisa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 gennaio 2015 23:05
Chiuso per influenza: ospedali in crisi

Anche la redazione di Nove da Firenze è stata colpita in questi giorni da un’influenza che sembra più aggressiva del previsto, anche a causa di un vaccino che secondo alcuni studi è efficace solo nel 23% dei casi. Il risultato è di medici di base oberati e un’assistenza territoriale in crisi che costringe i cittadini a cercare l’unica risposta possibile rivolgendosi ai Pronto Soccorso. Se poi il numero di posti letto è insufficiente nei tre nuovi ospedali di Prato, Pistoia e Lucca, il risultato è che gli ospedali vanno in crisi per l’influenza.

Barelle nei corridoi, attese di ore per una visita e poi per il posto letto, personale ospedaliero allo stremo e le sale operatorie che si fermano perché i posti letto nei reparti di chirurgia breve sono utilizzati per ricoverare i malati delle medicine. Le 13/17 sale operatorie dei nuovi ospedali non svolgeranno le attività ordinarie, ma saranno attive temporaneamente per le urgenze. Questo comporta interventi programmati annullati, liste di attesa che si allungheranno all’infinito, persone che saranno costrette a rivolgersi a strutture private.

Dalle ASL parla dei cittadini che quest'anno hanno scelto liberamente di non sottoporsi al trattamento sanitario del vaccino. La colpa è dei cittadini che intasano i Pronto Soccorsi con un uso improprio della struttura. Chi si ricorda dell'allarmismo diffusosi un mese fa a seguito dei casi sospetti legati al vaccino Fluad, rivelatisi poi del tutto infondati?

“Ci dicano – afferma Valerio Bobini Presidente del Comitato Regionale Emergenza Sanitaria Toscana, Rete dei Comitati e dei Movimenti Toscani in Difesa della Sanità Pubblica- cosa fare quando il medico di base non è reperibile, o la guardia medica non viene a casa per una visita, quando non ci sono infermieri per mettere una flebo per la degenza a casa, quando, ad esempio, i posti letto in provincia di Pistoia sono 2,33 per mille abitanti invece dei3,15x1.000 abitanti previsti dalla Regione Toscana (C26%), o 3,7x1.000 abitanti indicati dalla normativa nazionale (C37%).

Il nuovo ospedale di Prato ha circa 100 posti letto in meno rispetto al vecchio ospedale Misericordia e Dolce dove, peraltro, già si registravano problemi di posto letto nei periodi di picco influenzale e allora, come oggi, si sospendevano gli interventi chirurgici programmati per far spazio ai ricoveri. Niente cambia. Cambiano le giustificazioni per l’inefficienza di un sistema ormai votato a foraggiare il privato e a ripianare gestioni sulle quali sta indagando la magistratura (buco di Massa 420 milioni, di Pistoia 50 milioni, di Siena 10 milioni).

Approfondimenti

Daniele Rovai autore del libro inchiesta “La nuova sanità Toscana. I 4 nuovi ospedali e la leggetruffa del Project Financing”, ed. Andromeda, sostiene che il futuro concessionario sanitario avrà “un canone annuo di circa 66 milioni di euro, che divisi per i 4 ospedali fanno circa 16 milioni e 500 mila euro a plesso. In 19 anni di gestione dei servizi non sanitari, il gestore privato incasserà circa 1 miliardo 252 mila euro. Investe 72 milioni e ne incasserà 1.252?

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