Case popolari: abolito il requisito di cinque anni di residenza

Petrucci-Torselli: “Ci batteremo per ottenere accordi con Stati esteri in modo da fare verifiche puntuali”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 settembre 2021 23:50
Case popolari: abolito il requisito di cinque anni di residenza

Firenze 15.06.2021- Tre sentenze della Corte Costituzionale per sanzionare altrettante leggi regionali di Lombardia, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia in materia di case popolari avevano stabilito come 'illegittimo e incostituzionale' il requisito temporale della residenza ultra quinquennale come condizione di accesso per la partecipazione ai bandi di assegnazione di una abitazione di edilizia pubblica" dichiarano Laura Grandi Sunia Toscana; Simone Porzio e Maurizio Brotini della Cgil Regionale Toscana.

"Anche in Toscana, la normativa regionale prevedeva il requisito di almeno cinque anni per accedere ai bandi per concorrere all’assegnazione di una casa popolare. Grazie anche alle pressanti richieste ed appelli di Cgile Sunia della Toscana, il Consiglio Regionale, su proposta della Giunta, ha proceduto a modificare la norma, cancellando il requisito dei 5 anni di residenza, prima Regione in Italia a deliberarlo senza attendere l’intervento della magistratura in conformità ai pronunciamenti della Corte Costituzionale. Finalmente si è chiuso un capitolo che di fatto bloccava assegnazioni e nuovi bandi e che stava mettendo in difficoltà molti Comuni e, soprattutto, migliaia di famiglie toscane in attesa di poter partecipare ai bandi comunali.Il rischio di un’impugnativa aveva messo in stand-by i bandi di molte amministrazioni comunali, che però non potevano più arginare le pressanti richieste dei cittadini".

"Il risultato raggiunto con l’approvazione del provvedimento speriamo sia di buono auspicio anche per altri aspetti che governano l’edilizia pubblica. Primo fra tutti la celerità dell’assegnazione dei tanti alloggi popolari comunali vuoti, in attesa di ristrutturazione, ad oggi oltre 3000.Attese lunghissime, ingiustificate e intollerabili, vista la disponibilità di risorse messe a disposizione per lo scopo dalla Regione e in considerazione delle migliaia di famiglie che legittimamente da anni attendono una soluzione al loro disagio. Adesso i Comuni potranno partire con i loro bandi, per tentare di soddisfare il bisogno di alloggi a canone sociale, per venire incontro alle migliaia di famiglie toscane di lavoratori e pensionati che versano in stato di precarietà abitativa e che confidano in una soluzione abitativa pubblica”.

Approfondimenti

Grazie al lavoro di Fratelli d’Italia è stata introdotta, nella legge regionale, la storicità della residenza come criterio premiale per l’assegnazione degli alloggi popolari. Siamo riusciti a modificare la proposta di legge approvata dalla Giunta che recepiva in ottica immigrazionista la sentenza della Corte costituzionale in materia: metteva sullo stesso piano persone che vivono in Toscana da anni con chi fosse entrato da pochi giorni nel nostro Paese. Abbiamo così fermato una norma del tutto iniqua visto che le case popolari sono state costruite con il lavoro dei nostri genitori!” dichiarano il Consigliere Diego Petrucci, componente della Terza Commissione, e Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale toscano, che hanno tenuto conferenza stampa alla presenza anche del consigliere Vittorio Fantozzi.

“Se la Corte ha deciso che la residenzialità non può essere un vincolo di esclusione dall’assegnazione degli alloggi, grazie a Fratelli d’Italia diventa un criterio per acquisire più punti in graduatoria. Un nostro emendamento alla legge regionale sugli alloggi Erp introduce un sistema graduale di punteggio a seconda degli anni di residenza: sarà dato 1 punto a chi è residente da 3 anni, 2 punti per 5 anni, 3 punti per 10 anni, 3,5 punti per 15 anni e 4 punti a chi risiede da 20 anni. Inoltre, vengono considerati anche gli anni di permanenza in graduatoria (mezzo punto per ogni anno di permanenza in graduatoria, fino a un massimo di sei punti)” dichiarano Petrucci e Torselli.

“La nostra attenzione sulle case popolari non si esaurisce con questo intervento. Abbiamo infatti presentato in Commissione una proposta di risoluzione di Fratelli d’Italia che chiede, in sede di Conferenza Stato-Regioni, di agevolare la stipula di convenzioni e protocolli d’intesa con gli Stati esteri, in particolar modo quelli da cui proviene il 70-80% dei richiedenti delle case popolari. Questo per dare la possibilità ai comuni, o alle aziende di gestione, di poter accedere ai catasti immobiliari esteri. Così sarà possibile verificare che siano esclusi dalla richiesta di alloggi popolari coloro che hanno diritti reali su proprietà immobiliari in Italia o all’estero” sottolineano Petrucci e Torselli.

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