Casa in Toscana: per i nuovi poveri è difficile trovare alloggio a prezzi accessibili

De Girolamo: “quote crescenti di popolazione gravitano nell'area della povertà e per loro è sempre più difficile trovare un alloggio adeguato a prezzi accessibili"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 marzo 2019 15:43
Casa in Toscana: per i nuovi poveri è difficile trovare alloggio a prezzi accessibili

Il rapporto di Nomisma per Confservizi Cispel Toscana e Federcasa conferma le preoccupazioni sul disagio abitativo presente anche in Toscana.

 “Una vera e propria politica per la casa strutturale, e non occasionale e marginale come è stata negli ultimi anni in Toscana e in Italia. Questo quello che il sistema delle aziende toscane di Edilizia Residenziale Pubblica chiede, alla luce dei dati che presentiamo oggi. In Toscana il 66% dei nuclei familiari – 143 mila circa – in affitto al di fuori del sistema ERP ha difficoltà più o meno acute nel pagare regolarmente il proprio canone mensile. Inoltre gli ultimi dati Istat sulla povertà sono drammatici sotto molti punti di vista – nel 2017 si stimano in povertà assoluta 1 milione e 778 mila famiglie residenti in cui vivono 5 milioni e 58 mila individui; l’incidenza di povertà assoluta è pari al 6,9% per le famiglie (da 6,3% nel 2016) e all’8,4% per gli individui (da 7,9%) – e testimoniano come quote crescenti di popolazione scivolano, o rischiano di scivolare, nell’area della povertà e che per queste persone è sempre più difficile trovare un alloggio adeguato a prezzi accessibili.

In questo quadro la domanda di Edilizia Residenziale Pubblica aumenta e cambia, al tempo stesso, aspetto”. Sono queste le parole con cui Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana, commenta i dati della prima edizione dell’Osservatorio Regionale sulla gestione dell’Edilizia Sociale, realizzato con Federcasa in collaborazione con l’istituto di ricerca Nomisma.

“I dati che illustriamo indicano con chiarezza lo stato della situazione e le necessità per il futuro: non più un intervento pubblico destinato a rispondere a fasce di marginalità o casi straordinari, ma un intervento strutturale di offerta di alloggi a basso prezzo ad un fetta di popolazione in crescita, composita e non sempre duratura” spiega il Presidente dell’Associazione, che prosegue: “Il sistema delle aziende pubbliche toscane della casa chiede al Governo regionale e a quello nazionale non solo di tornare a finanziare la realizzazione di nuovi alloggi ERP, meglio se ristrutturando volumi esistenti, ma di ampliare il raggio d’azione delle politiche per la casa e dei soggetti oggi deputati alla gestione dell’Edilizia Residenziale Pubblica”.

Uno sforzo non solo economico e finanziario, ma anche organizzativo e gestionale: “Solo investendo e dotandoci di un modello gestionale nuovo potremmo adeguare l’offerta di edilizia sociale alla nuova domanda. Insomma un pezzo di nuovo welfare da ripensare e costruire” le parole diDe Girolamo.

“Siamo orgogliosi – dice Luca Talluri, presidente di Federcasa – di avere messo a punto un Osservatorio Permanente sull’Edilizia Sociale in Toscana. E’ uno strumento di analisi che permetterà di rendere più efficace l’attività di proposta, e quindi importante per orientare le politiche di settore. E’ fondamentale che ogni sistema regionale di aziende casa sviluppi un osservatorio permanente sui dati gestionali, l’utenza e lo stock abitativo, che sono i più utili per comprendere il servizio e poter avanzare ai decisori proposte concrete. La Toscana è la prima regione in cui avviene questo, a dimostrazione che le sue aziende hanno un atteggiamento costruttivo fondato sull’efficienza”, conclude Talluri.

Il comparto industriale dell’ERP toscano appare in buona salute. Uno dei modelli più avanzati in Italia, come testimoniano i dati di Nomisma: le aziende toscane gestiscono quasi 50 mila unità abitative – il 3,2% dello stock abitativo regionale – il 93,2% delle quali è regolarmente assegnato (+4,1% rispetto alla media nazionale), contrastano l’abusivismo (1,6% di occupazioni abusive contro il 3,9% di media nazionale) e il fenomeno degli alloggi sfitti (5,2% a fronte del 7% in Italia). Un settore che ha margini di miglioramento e di efficientamento ma che soprattutto deve avere una missione nuova, più chiara e coerente, come ricorda ancora De Girolamo in conclusione: “Fare una buona manutenzione degli alloggi esistenti, realizzare nuovi alloggi, diversificare l’offerta, gestire non solo l’ERP ma tutti gli immobili pubblici destinati a politiche sociali, gestire il complesso di misure di contrasto al disagio abitativo.

Per fare questo occorrono risorse da investire, un quadro normativo più ampio nel definire i compiti delle aziende ERP, una riorganizzazione gestionale finalizzata alla nuova strategia e non certo a risparmiare qualche migliaio di euro nelle spese degli organi peraltro già molto basse. Il settore deve essere un attore a 360 gradi delle politiche per la casa”.

“Il sistema regionale dell’ERP, con 46.198 nuclei familiari alloggiati all’interno del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, risponde ad una domanda che è quella della fascia estrema del disagio – dice Elena Molignoni di Nomisma – Vi sono poi famiglie in affitto che non hanno i requisiti per accedere all’ERP ma che faticano a sostenere il canone di locazione di mercato. Sono le famiglie della cosiddetta fascia grigia il cui canone rappresenta una quota significativa del reddito percepito e che confluiscono nel disagio potenziale da locazione. Per rispondere a questa domanda una risorsa importante è rappresentata dal sistema delle Aziende Casa che, opportunamente potenziate e valorizzate, potrebbero allargare la loro platea di utenti e venire incontro al ‘fuori ERP’ in affanno”.

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