Blocco dell'edilizia, Palazzo Vecchio chiama la Regione

L'assessore Del Re: "Si costituisca assieme a noi davanti al Tar". Riunione con professionisti e tecnici, apertura su una nuova e più ampia classificazione degli edifici. Stella (Fi) e Meucci (Pd) fianco a fianco in questa battaglia per Firenze. Confartigianato: "Si rischia un caos senza precedenti"

Redazione Nove da Firenze
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13 giugno 2019 16:58
Blocco dell'edilizia, Palazzo Vecchio chiama la Regione

(DIRE) Firenze, 13 giu. - "Per uscire da questa situazione dobbiamo fare squadra". Per questo "il prossimo 9 ottobre andremo al Tar preparando una difesa congiunta". E larga: oltre al Comune di Firenze, Ance e probabilmente Cna "chiederemo a Città metropolitana e Regione di costituirsi insieme a noi". Lo spiega l'assessore all'Urbanistica, Cecilia Del Re, al termine dell'incontro (definito positivo) convocato con la Consulta interprofessionale dopo che il Consiglio di Stato ha sancito la sospensione della variante del 2018 sulla ristrutturazione edilizia con limitazioni. La sentenza del Tar, infatti, "potrebbe avere delle conseguenze sull'interpretazione di norme nazionali", visto che "in altre città d'arte è già previsto lo strumento della ristrutturazione edilizia con limitazioni per il patrimonio dei centri storici e dei borghi".

Tradotto, in caso di bocciatura dello strumento "quella giurisprudenza a cascata avrebbe conseguenze anche su altre città toscane e italiane. Per questo stiamo lavorando ad una difesa congiunta, più ampia possibile", ribadisce l'assessore. Il vertice odierno, poi, in un certo senso inaugura il percorso che attende il Comune sul "regolamento urbanistico, che scadra' a maggio 2020. Il dialogo, quindi, e' aperto non soltanto per questa difesa, ma anche nel cammino che ci aspetta per il nuovo disegno della città".

Durante la riunione, continua Del Re, "abbiamo aperto" sulla nuova e più ampia classificazioni degli edifici, elemento chiesto in più occasione dai professionisti e dalle imprese. "Però che sia chiaro un punto: non è la soluzione a questa controversia". Se il Tar dovesse bocciare la variante di Palazzo Vecchio, infatti, "si perpetuerebbe l'incertezza su cosa è il restauro o il risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia con limitazioni".

Per il Comune, inoltre, la sospensiva investe tutta la variante, quindi anche la fascia ottocentesca cittadina e non il solo centro storico: "Italia Nostra- spiega Del Re- ha impugnato tutta la variante. Lo si evince bene anche nel testo del ricorso, in cui sono citate trasformazioni fuori dal centro, come la Querce in via della Piazzola", l'ex collegio destinato a diventare un hotel. Ad oggi, in pratica, c'è solo una via per perimetrare il blocco al centro: il ricorso di un privato al Tar. In questo caso, i giudici potrebbero interpretare la sospensiva del Consiglio di Stato in senso restrittivo, ovvero a tutela del centro.

C'è infine la questione sulle tempistiche, la durata dello stop. E qui si entra in territorio minato: se il Tar dovesse cassare la bontà della variante, si aprirebbe la via del Consiglio di Stato e la paralisi si allungherebbe di anni. Al contrario, se la spuntassero i ricorrenti, è ipotizzabile il ricorso al secondo grado di Italia Nostra. A quel punto però il Consiglio di Stato, con due pareri favorevoli del Tar, potrebbe non concedere la sospensiva, rimandando direttamente alla pronuncia di merito. Cosi', suppongono coloro che stanno lavorando al 'caso', nell'attesa della pronuncia, i piccoli e grandi cantieri potrebbero rimettersi in moto.

Intanto, dalla Regione qualcosa si muove, C'è un comunicato congiunto di due consiglieri fiorentini ma di partiti avversari.  "L'ordinanza del Consiglio di Stato bloccherà le ristrutturazioni edilizie rinviandole a data da definire, e lo stallo potrebbe durare fino a tre anni. Questo pronunciamento paralizza il settore dell'edilizia e metterà in ginocchio l'economia dell'area fiorentina, visto che il settore edile fa da volano per numerosi altri comparti". Lo affermano in una nota congiunta il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia) e la consigliera regionale del Pd, Titta Meucci, che, da assessore della giunta guidata Nardella, ha firmato il vigente regolamento urbanistico di Firenze.

"I tempi della giustizia non saranno brevi- sottolineano Stella e Meucci- e nel frattempo il mondo delle imprese, i professionisti e di riflesso i cittadini devono preoccuparsi, perché avremo una sostanziale paralisi dell'attività edilizia che riguarda tutti, a partire dai grandi interventi di rigenerazione e fino alle semplici opere di manutenzione degli appartamenti". In pratica, dicono, "nella zona A si congela ogni intervento e il blocco non riguarda solo il centro Unesco, ma la fascia ottocentesca e i centri storici minori".

Per questo "da parte nostra esprimiamo la piena condivisione delle iniziative che insieme intenderanno assumere il Comune di Firenze, gli ordini professionali e tutte le associazioni di categoria del settore edile".

Interviene anche Confartigianato:  

 “L’ordinanza cautelare del Consiglio di Stato, che ad una prima lettura sembra voglia difendere il centro storico di Firenze, agisce attivamente e in modo opposto su larga parte del territorio fiorentino: il nostro regolamento, tra i più conservativi e curati della regione, parifica i borghi minori al centro storico, facendo sì che tale ordinanza trovi applicazione anche in zone come Legnaia, Coverciano, via Aretina, Careggi. Il risultato, per queste aree e per il nostro centro storico, è un immobilismo dannoso per tutta la filiera legata all’edilizia, partendo da una svalutazione economica dei beni fino alle ricadute sugli operatori del settore (compresi agenzie immobiliari, notai, artigiani, professionisti) e non solo nei grandi interventi.

E' quanto dichiarato da Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Firenze in merito agli effetti dell'ordinanza del Consiglio di Stato che ha sospeso la variante al regolamento urbanistico prodotta dal Comune nel 2018 per arginare le limitazioni imposte dalla Cassazione nel 2017 sul restauro edilizio.

“L’assurdo infatti – spiega Ferretti - è che tale ordinanza blocca le piccole trasformazioni necessarie per le esigenze di base: dalle modifiche interne, magari fatte per adattare un appartamento a una persona disabile, fino ai piccoli bisogni quotidiani del commerciante, che deve modificare il proprio negozio per poter continuare l’attività.”

“Così si rischia la paralisi per mesi, forse per anni. – aggiunge il presidente di Confartigianato Firenze Alessandro Sorani -In nome della ‘tutela’, siamo piombati in un caos senza precedenti. L’ordinanza, infatti, non preserva la città, vista in modo miope solo come la somma del costruito, e rende insostenibile la sua valorizzazione. In questo quadro tutt'altro che rassicurante serve correre subito ai ripari valutando ogni strada percorribile per opporsi ad una normativa che rischia di danneggiare lo sviluppo della città come mai avvenuto prima. Bene dunque il ricorso del Comune e della Consulta delle professioni.”

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