Bekaert: prima gli «italiani»?

Presidio permanente dei lavoratori. Appello della Cisl a Di Maio. Lunedì incontro in Regione con i sindacati. Marchetti (FI): «La Regione ha seguito la vertenza dal 2013? Peggio mi sento». Rossi: "Da Forza Italia solo propaganda". M5S: “Solidarietà ai lavoratori. Non si lasci nulla di intentato per salvare i posti di lavoro”

Redazione Nove da Firenze
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24 giugno 2018 22:15
Bekaert: prima gli «italiani»?

FIRENZE- Venerdì due episodi di rilevanza nazionale in Toscana. Tour toscano del Ministro dell’Interno Matteo Salvini in appoggio ai propri candidati per il ballottaggio, scortato dalla Polizia. Intanto a Figline Incisa Valdarno un’unità produttiva storica chiudeva i battenti e il datore di lavoro varcava i cancelli della fabbrica, scortato dai Carabinieri. Salvini parlava di moschee, rom e immigrati mentre a qualche decina di chilometri di distanza centinaia di lavoratori perdevano il posto di lavoro.

Bekaert è una presenza industriale storica nel Valdarno. L’espansione economica degli anni '60 consentì a Pirelli di aumentare i suoi operai che da poco meno di 50 arrivarono a toccare quota 1.200. Le forze politiche e sindacali, sin dall’acquisizione da parte di Bekaert dell’attività di “steelcord” nel febbraio 2014 dal valore di 255 milioni di euro, hanno sempre agito perché venisse rispettato l’accordo produttivo e si salvaguardassero i posti di lavoro. La vicenda Bekaert è stata, spesso, al centro dell’attenzione del Consiglio Comunale di Figline e Incisa Valdarno, con mozioni congiunte ed unanimi.

Ora la proprietà ha scelto di delocalizzare la produzione. La multinazionale ha annunciato venerdì la chiusura del sito produttivo italiano che attualmente occupa 318 persone. Lunedì prossimo, alle 15.30, la Regione incontrerà a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza, le organizzazioni sindacali. La Città Metropolitana di Firenze, con il consigliere delegato al Lavoro Marco Semplici, si propone per una mediazione con la proprietà belga, attraverso l'unità di crisi.

“Quello di Bekaert è un annuncio scioccante, un atto vile nelle modalità e irresponsabile per le conseguenze drammatiche nei confronti di 320 famiglie dello stabilimento di Figline Valdarno” Così Fabio Franchi, segretario generale aggiunto Cisl Firenze-Prato e Alessandro Beccastrini, segretario Fim-Cisl Firenze-Prato, commentano l’annuncio da parte della multinazione belga. “Questa azienda ha fatto shopping in Italia, appropriandosi di tecnologie e professionalità italiane ed oggi abbandona il nostro Paese e i suoi lavoratori con questa modalità ingiustificabile: alle 7,30 di stamani, un’ora prima dell’incontro fissato con i sindacati, ha preannunciato la sua decisione alle istituzioni.

Un comportamento che rappresenta un ulteriore affronto a chi vive il dramma della perdita del lavoro.”“L’unico modo per indurre Bekaert a ritirare questa scellerata decisione è la mobilitazione di tutte le forze coinvolte, istituzionali e sociali, a cominciare dal Governo. Lunedì mattina saremo in Regione dal presidente Rossi e sono in corso contatti con il ministero dello Sviluppo economico per un incontro lunedi pomeriggio. Chiederemo al ministro Di Maio di attivarsi per difendere i posti di lavoro, ma anche la tecnologia storica dello steel-cord ex Pirelli.

E chiediamo alla stessa Pirelli di intervenire a tutela dei propri prodotti.”

"E' inaccettabile che la multinazionale Bekaert abbia deciso la chiusura dello stabilimento senza attivare prima un tavolo di discussione con le OOSS e le Istituzioni. Ad aggravare l'atteggiamento dell'azienda il fatto che a giorni avremmo dovuto incontrarci al Mise per valutare la situazione finanziaria e produttiva dello stabilimento. Chiediamo il ritiro della procedura di chiusura e la dichiarazione del totale licenziamento di tutti i lavoratori, che comporterebbe la perdita di un'azienda presente in Valdarno dagli anni 50. Deve esserci dato il tempo di trovare soluzioni alternative che possano scongiurare la chiusura e coinvolgere le Istituzioni nazionali, governo e Mise, e internazionali, in quanto la dismissione da parte della multinazionale belga di un business impoverirebbe un paese membro della comunità europea come l'Italia" commenta Davide Materazzi,Segretario UILM Firenze.

«In Regione si parla si parla, poi si cade sempre dal pero quando arrivano i licenziamenti. E’ inaccettabile che anche con la Bekaert di Figline Incisa oggi si vada a perdere una realtà produttiva tanto importante per il territorio, con una storia di spessore e soprattutto che occupa 318 persone, oggi licenziate in tronco»: a parlare così è Forza Italia. Così, mentre il Coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana onorevole Stefano Mugnai annuncia un’interrogazione parlamentare, il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti ha già in canna una mozione da portare in aula nella prossima seduta dell’Assemblea toscana, ovvero proprio martedì quando è previsto l’incontro al Ministero per lo sviluppo economico sulla vertenza valdarnese.

Stesso impegno arriva dal territorio, con il Consigliere comunale a Figline Roberto Renzi e il Coordinatore degli azzurri nella provincia di Firenze Paolo Giovannini. «Non è da oggi che sulla Bekaert si registrano preoccupazioni circa le intenzioni della proprietà per lo stabilimento di Figline Incisa», sottolineano i vertici di Forza Italia.

«Eppure – attaccano – la Regione si attiva solo adesso che la scure si è abbattuta sullo stabilimento per convocare un tavolo lunedì, dicendosi stupita perché tre mesi fa la proprietà non aveva manifestato simili intenzioni. Tre mesi fa. Ma sono giorni ormai che la fibrillazione si andava riproponendo. Bastava leggere i giornali. Se anche ora non fosse troppo tardi – affermano Mugnai, Marchetti, Renzi e Giovannini – senz’altro con oggi i margini di manovra per tutelare il sito produttivo e i suoi lavoratori con le loro famiglie si riducono drasticamente, e non è la prima vertenza che subisce questa disattenzione.

Per questo il nostro motto oggi è: riflettori accesi subito e sempre, azioni ad ogni livello, monitoraggio continuo».

"C'è un limite, ci deve essere un limite alle volgarità propagandistiche, soprattutto quando in mezzo ci sono i destini di più di 300 lavoratori. Quello che dicono Mugnai e Marchetti è semplicemente falso". Il presidente della Toscana, Enrico Rossi, replica così alle affermazioni dei due esponenti di Forza Italia sulla crisi della azienda di Figline Valdarno. "La Regione ha seguito sempre la vicenda - prosegue Rossi - fin da quando, nel 2013, si è profilata la cessione dello stabilimento Pirelli alla Bekaert, preoccupandosi innanzitutto di salvaguardare i posti di lavoro.

E nonostante che nell'ultimo incontro al Mise, il 29 marzo scorso, i vertici italiani della multinazionale avessero escluso rischi di chiusura, l'unità di crisi regionale aveva segnalato ancora il 22 maggio scorso al Ministero l'esigenza di monitorare attentamente la situazione". "Noi – concluse Rossi – abbiamo tenuto rapporti continui con i lavoratori e i sindacati: non è la Regione che ‘casca dal pero', è Forza Italia che di fronte ad una situazione così drammatica, senza dire una parola sulle responsabilità e il comportamento della multinazionale, vede solo l'occasione per imbastire una polemica sgangherata e strumentale".

"Non possiamo esimerci dall'esprimere la nostra piena solidarietà ai lavoratori della Bekaert di Figline. È nostro dovere fare di tutto per fermare le sempre più numerose scelte di delocalizzare la produzione al di fuori del nostro paese, verso altri che sono molto più vantaggiosi per la massimizzazione dei profitti, ma catastrofici per le famiglie ed i lavoratori" Affermano il responsabile della Lega Valdarno Marco Crocchini ed il segretario provinciale Alessandro Scipioni " è necessario che le istituzioni a tutti i livelli dai comuni al governo si mobilitino immediatamente per evitare una catastrofe sociale a Figline, una catastrofe che avrebbe ripercussioni gravi per tutta l'economia del Valdarno".

Preoccupazione e solidarietà per tutti i lavoratori e le loro famiglie che esprime anche Elisa Tozzi, capigruppo in consiglio comunale a Reggello: e’ una battaglia di tutti, tutte le forze politiche- sopratutto oggi chi e’ chiamato a responsabilità di governo- devono compiere ogni sforzo perché questa crisi si possa superare, intendendo fortemente per disincentivare la delocalizzazione, abbattere il costo del lavoro e rendere più competitivo questo Paese; ne va della dignità sociale di tutti i lavoratori e delle loro famiglie; per questo a Reggello sosterremo ogni iniziativa politica che vada in questa direzione”.

Bekaert ha comunicato la chiusura dello stabilimento di Figline 24 ore dopo aver annunciato un investimento pari a circa 25 milioni di euro per l’apertura di un nuovo stabilimento in Brasile, a Itaùna. Nel frattempo, la borsa ha premiato la multinazionale belga che sale in borsa dello 0,8%. Sono gli effetti di un mercato globale senza regole, che mette la massimizzazione del valore per gli azionisti davanti a tutto”. Lo affermano Tommaso Fattori e Paolo Sarti, consiglieri regionali di Sì-Toscana a Sinistra. “Nell’immediato la Regione Toscana, il Mise e tutte le forze politiche e sindacali devono fare tutto il possibile per ricucire lo strappo, far ritirare la procedura e impedire la macelleria sociale.

Preoccupa sia l’assenza di un piano industriale e di idee per il futuro, sia l'incredibile mancanza di una politica industriale. Occorre uno sguardo di lungo periodo - continuano i consiglieri - per tenere in vita lo stabilimento di Figline e per evitare di trovarci ogni volta impreparati di fronte a questa ecatombe di realtà produttive”. “Il passaggio da Pirelli a Bekaert - osservano Fattori e Sarti - non è mai stato giustamente digerito dai lavoratori, e il tempo ha dato loro ragione.

Il mancato rinnovo dei contratti interinali, negli ultimi tempi, era stato il segnale che aveva mandato in allarme i sindacati. La catena di omertà e false promesse che hanno costellato la presenza di Bekaert in Italia sono uno schiaffo intollerabile, ma fa anche capire che dobbiamo ripensare interamente le forme di controllo e regolazione delle multinazionali, trovare forme efficaci per metterle di fronte ai loro obblighi rispetto ai territori e per alzare il livello delle garanzie politiche e sindacali.

Oggi, in cosa si è tradotto il passaggio da Pirelli a Bekaert, è purtroppo sotto gli occhi di tutti".

Piena solidarietà dei Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle ai lavoratori: “Già nel mese di aprile – commenta la consigliera Irene Galletti – avevamo incontrato alcune rappresentanze sindacali della Bekaert, che ci avevano esposto i loro timori per una probabile chiusura o delocalizzazione del sito produttivo della loro azienda. Insieme ai parlamentari toscani M5S, che stanno seguendo in queste ore la vicenda, siamo vicini a questi lavoratori, che come tanti altri in Toscana si trovano ad affrontare all'improvviso una notizia drammatica come questa.

Siamo fiduciosi nell'operato del Ministro Di Maio - il quale ha peraltro già convocato presso il Mise i sindacati e i rappresentanti della Bekaert per martedì prossimo - e nella sua attenzione al problema delle delocalizzazioni, come ha avuto modo di dichiarare appena insediatosi al dicastero. Il settore dell'industria – conclude Galletti – si dimostra purtroppo ancora una volta fonte di crisi aziendali di grandi proporzioni in Toscana.”

“Un appello ai parlamentari toscani per farci carico tutti insieme a Roma della vicenda Bekaert, ammainando le bandiere politiche per portare una voce unitaria contro la chiusura dello stabilimento e in sostegno e aiuto dei lavoratori licenziati”. A lanciarlo è il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. Esprimendo ai lavoratori la vicinanza e la solidarietà di Fratelli d’Italia, Donzelli sottolinea come “si tratti dell’ennesima azienda che lascia l’Italia. Da tempo proponiamo la concessione di incentivi soltanto alle imprese che decidono di rimanere nella nostra nazione - conclude - non possiamo più accettare che le multinazionali vengano da noi per sfruttare i territori e poi lasciarli in braghe di tela”.

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