"Bekaert, licenziamento collettivo per i 200 lavoratori di Figline"

Calosi (Fiom Cgil): "Ennesimo atto di arroganza, chiediamo il ritiro della procedura e la proroga della cassa integrazione"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2019 17:12

Firenze 11.10.2019.- “Bekaert mi ha appena informato, per il tramite di Confindustria Firenze, che entro martedì 15 ottobre procederà all'apertura della procedura di licenziamento collettivo per gli oltre 200 lavoratori di Figline ad oggi in cassa integrazione". Così Daniele Calosi segretario generale della Fiom Cgil di Firenze, che prosegue: "Facoltà che l'azienda ha, sta di fatto, però, che torneremo così a trattare con i licenziamenti puntati alla testa.

Si tratta dell'ennesimo atto di arroganza padronale di questa multinazionale. Ritengo inoltre grave che Confindustria Firenze agisca per conto di Bekaert nonostante questa non sia neanche più associata. Nel mese di agosto, come Segreteria della Fiom di Firenze avevamo richiesto a Confindustria un confronto sulla gestione delle crisi, incontro previsto per il 29 settembre prossimo. Stante i fatti, però, non c'è più motivo di vedersi: se per gli industriali le crisi si affrontano coi licenziamenti, per la Fiom non ci sono le condizioni per un dialogo. 

Chiediamo fin d'ora - prosegue Calosi - il ritiro della procedura e la proroga della Cassa Integrazione per cessazione di attività. Questi lavoratori, il territorio, le istituzioni non possono accettare l'ennesimo ricatto.Serve una reazione forte e unitaria, perciò come Fiom lavoreremo affinché il 24 ottobre, giorno in cui è convocato il tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo Economico, i lavoratori e le loro famiglie siano in presidio sotto la sede in Via Molise e auspichiamo che il tavolo sia presieduto dal Ministro Patuanelli in persona, perché ad oggi le uniche certezze che abbiamo sono i licenziamenti, non la re-industrializzazione chiesta anche dal Governo. Noi non ci rassegniamo, anzi con maggior determinazione continueremo a stare al fianco dei lavoratori”., conclude Calosi. 

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