Mafia: sequestrata società a Livorno

Donzelli e Staccioli (FDI): "La Toscana deve fare di più"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 gennaio 2014 22:39
Mafia: sequestrata società a Livorno

La Dia di Firenze ha sequestrato la società "Costruzioni Scafar" di Livorno, nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Caltanissetta. Il sequestro riguarda 10 imprese, 25 fabbricati, 150 ettari di terreno. In particolare il provvedimento di sequestro ha riguardato cinque società a Palermo, Catania, Livorno e Roma. La società di costruzioni fu costituita nel 2010 da un imprenditore siciliano e operava nel settore degli appalti pubblici, in particolare per gli enti locali siciliani. Un mese fa, al termine di un'altra inchiesta contro la camorra, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli aveva sequestrato una società di vigilanza privata la Fedelpol di Rosignano Marittimo, che nel novembre 2011 aveva accorpato la Silpres di Livorno. "Toscana terra di Mafia, combatterla con ogni mezzo a disposizione".

Queste le dichiarazioni di Giovanni Donzelli e Marina Staccioli, consiglieri regionali di Fratelli d'Italia a commento dell'operazione antimafia della Dia di Caltanissetta. "Queste notizie purtroppo colpiscono quotidianamente il nostro territorio” affermano Donzelli e Staccioli “ed a Livorno, da anni, questo imprenditore svolgeva indisturbato la sua attività criminale aprendo e chiudendo società portate poi al fallimento per malaffare". "Presenteremo urgentemente un’interrogazione al Presidente Rossi” spiegano i due consiglieri “per sapere se la Costruzioni Scafar Srl abbia mai svolto lavori pubblici in Toscana così come ha fatto in altre regioni". "In Toscana” continuano Donzelli e Staccioli “parlano i dati della Fondazione Caponnetto che attestano come la mafia cresca ogni giorno di più e sia drammaticamente diffusa.

Basti pensare che solo nell'ultimo anno e mezzo si sono registrati oltre 20 avvenimenti criminosi di chiaro stampo mafioso". Secondo l’ultimo rapporto della Fondazione “la Toscana è un luogo in cui convivono varie forme di criminalità mafiose che coesistono e fanno affari insieme creando così una nuova mafia molto potente e mai censita, le cui infiltrazioni riguardano tutti gli ambiti della nostra società”. "Occorre fornire garanzie a chi denuncia” concludono Donzelli e Staccioli “e soprattutto prevenire.

E’ necessario, altresì, chiederci come mai un imprenditore come Farinelli, già coinvolto in fatti di mafia, abbia potuto agire liberamente con le pubbliche amministrazioni. Ci auguriamo che non un solo euro pubblico sia mai stato versato a Farinelli dalla Regione Toscana".

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