Rossi a Sollicciano: pene alternative, lavoro e materassi dignitosi

La Regione disponibile a risolvere problemi concreti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 gennaio 2014 22:58
Rossi a Sollicciano: pene alternative, lavoro e materassi dignitosi

FIRENZE- “Che cosa è la detenzione lo sapete voi. Noi siamo venuti per provare a dare una mano, a risolvere qualche problema concreto, a vedere se anche in Italia riusciamo a fare delle carceri delle struttura umane, come l'Europa ci chiede e come ha detto anche il presidente Napolitano. Vorrei che in questo la Toscana fosse all'avanguardia. La nostra regione, la prima ad avere abolito la pena di morte, ha una storia e vorrei che questo filo fosse mantenuto”. Così si è espresso il presidente Enrico Rossi, che oggi ha visitato il carcere di Sollicciano, portando ai detenuti un piccolo dono personale (un carico di panettoni) ma soprattutto affrontando con una rappresentanza dei detenuti stessi, con i vertici e gli operatori del carcere alcuni temi scottanti su cui ha preso impegni precisi.

Il presidente Rossi, che era accompagnato dall'assessore alla sanità Luigi Marroni, dal direttore generale della Asl di Firenze Paolo Morello e da dirigenti regionali, è stato guidato nella visita dal direttore del carcere Oreste Cacurri e dal provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria Carmelo Cantone. Il primo punto analizzato nel corso dell'incontro è stato il recente accordo siglato dalla Regione Toscana con il ministro Cancellieri per portare fuori dal cercare detenuti tossicodipendenti con scarso livello di pericolosità, che potranno essere ospitati presso comunità e strutture cooperative per scontare la pena in modo alternativo.

Un progetto su cui la Regione ha deciso di investire circa 4 milioni di euro e che permetterà anche di dare lavoro a giovani che si impegneranno nelle attività di recupero dei detenuti. “Ci vuole una forte azione di monitoraggio e controllo - ha detto il presidente – perchè la riduzione dei detenuti nelle carceri oggi sovraffollate resti strutturale. Da subito, avvalendoci delle leggi vigenti, siamo in grado di spostare una cinquantina di detenuti, entro giugno pensiamo di portarne fuori 300-350.

Questo grazie al lavoro comune che stiamo svolgendo con il magistrato di sorveglianza, il provveditorato e i direttori delle carceri”. Il presidente Rossi si è detto anche disponibile a studiare forme di finanziamento regionale di progetti di lavoro che abbiano come protagonisti i detenuti. Infine sono stati affrontati alcuni problemi relativi alla vita quotidiana del carcere. In primo luogo lo stato dei letti su cui i detenuti sono costretti a dormire. “Fornire un materasso in buono stato e pulito – ha detto il presidente – fa parte integrante dell'intervento sanitario.

Per questo considereremo la questione dei posti letto in carcere all'interno del disciplinare che oggi applichiamo per i posti letto in ospedale, garantendo il necessario ricambio e l'igiene periodica dei materassi. Tra una decina di giorni faremo partire l'operazione”.

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