Contro l'aumento Iva, Enrico Rossi: ''Tassiamo le seconde case di lusso''

Secondo il Governatore Toscano per la ripresa dell'economia reale bisogna tornare a investire nel pubblico e dare un freno al liberismo economico.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 maggio 2013 19:02
Contro l'aumento Iva, Enrico Rossi: ''Tassiamo le seconde case di lusso''

Se sul versante Imu è stata annunciata una tregua con la decisione del rinvio della prima rata di giugno, sta per affacciarsi all'orizzonte un'altra stangata per tutte le famiglie indistintamente: ed è l'aumento dell'Iva, dal 21 al 22% programmato per luglio in base a una legge voluta dal governo Monti. Tradotto in moneta saranno 100 - 200 euro in meno nei portafogli degli italiani. Ad aver lanciato l'allarme è Confcommercio che ha chiesto al Governo di non mettere in ulteriore difficoltà consumatori e commercianti già in agonia.

Dal Presidente della Toscana arriva una proposta: “Per evitare il previsto aumento di un punto dell’Iva a luglio si potrebbe aumentare la tassazione sulle seconde case di lusso. In questo modo si eviterebbe un ulteriore danno al settore del commercio già duramente colpito dalla caduta dei consumi”. Tornare a un modello economico più tradizionalmente di sinistra: investimenti nel settore pubblico parallelamente allo stop al liberismo che frammenta più che moltiplicare, questo secondo Rossi, oggi intervenuto all'assemblea regionale elettiva di Confesercenti, il primo passo verso un rilancio dell'economia reale. “Riprendere la strada dello sviluppo, dopo il fallimento del governo dei tecnici e dei paradigmi che fanno riferimento alle politiche liberiste, che hanno aiutato solo la finanza e prodotto la paralisi di intere città, la cui fisionomia è stata modificata dalle molte chiusure commerciali, dietro le quali vi sono famiglie che hanno rischiato tutto quello che avevano in questa impresa”.

“Per riavviare lo sviluppo – ha proseguito Rossi – il rigore non serve, servono invece investimenti pubblici, che non sono il “diavolo” che si pone contro la concorrenza, come spesso sono stati dipinti. La concorrenza infatti, da sola non basta a far ripartire i mercati, così come non serve liberalizzare orari e calendari. Occorre trovare un punto di equilibrio, che potrà essere raggiunto con un ruolo attivo della Regione e degli enti locali. Un equilibrio dove la grande distribuzione non può essere troppo forte e dove il settore commerciale possa crescere nel suo complesso”. Il presidente ha quindi affrontato il tema del credito, essenziale per dare ossigeno alla ripresa.

“Dobbiamo tornare a supportare il credito – ha detto – per rilocalizzare il risparmio, che poi significa tornare ad investire nell’economia reale, sul territorio e non veder trasformare i nostri risparmi in rischiosi derivati giapponesi”. Tutto questo riporta inevitabilmente all’Europa, alle sue regole e agli obiettivi comuni. L’Europa, secondo il presidente Rossi, è e deve “restare la nostra prospettiva, la cornice indispensabile all’interno della quale, però, dovranno essere ridiscusse le linee programmatiche”. E a proposito di Europa, in questa fase è particolarmente importante poter contare sui fondi europei, di cui oggi si sta ancora discutendo l’entità per il prossimo periodo 2014-20120.

“Come Regione faremo di tutto per anticipare il più possibile i bandi per le risorse di programmo regionali, puntando a renderli operativi già dall’estate 2014, in modo da accorciare i tempi e non creare discontinuità rispetto ai progetti in corso di attuazione. E’stato anche grazie ai fondi strutturali, a strumenti come i Piuss, se la Toscana è ancora bella, se ha potuto migliorare le sue città, mantenendo un patrimonio che è ancora la principale eredità lasciataci dai nostri nonni”.

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