Saldi al via da sabato 5 gennaio anche a Firenze

L’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio per la Toscana. Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 gennaio 2013 14:20
Saldi al via da sabato 5 gennaio anche a Firenze

La stagione invernale appare contrassegnata in Toscana da una flessione degli acquisti, nell’ordine del 10% medio, imputabile essenzialmente al ridotto potere d’acquisto (-4,1%secondo i dati Istat) e ad una recessione che si fa sentire. Così, la speranza di un recupero in termini economici per il commercio è affidata ancora una volta ai saldi, che scatteranno sabato prossimo, 5 gennaio. Secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio ogni famiglia toscana spenderà 359 euro (150 euro a persona), che comunque equivale al 9% in meno rispetto all'anno scorso, per l’acquisto di capi d’abbigliamento ed accessori, per un valore complessivo di 5,6 miliardi di euro, pari al 18% del fatturato annuo del settore. I saldi – commenta Federica Grassini, presidente regionale della Federazione Moda di Confcommercio Toscana – restano un appuntamento annuale sempre più atteso visto il periodo di difficoltà economiche, che in tutta Italia coinvolge quasi sedici milioni di famiglie italiane.

Il clima generale non è certo di ottimismo. I redditi familiari sono tornati al 1985 e si annuncia l'arrivo di altre tre tasse, oltre al famigerato aumento dell'Iva previsto per luglio. Occorre restuituire denaro alle famiglie e aiutare le piccole imprese a vivere. Confidiamo che questi saldi possano rappresentare una opportunità, sia per i negozianti del settore moda dopo una stagione caratterizzata dalla contrazione degli acquisti e quindi del volume d’affari, sia per i consumatori che potranno acquistare a prezzi più accessibili prodotti di qualità”. Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base: 1.

Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. 2.

Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante. 3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione. 4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso. 5.

Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale. Confcommercio segnala, inoltre, le varie iniziative promosse sull’intero territorio nazionale da Federazione Moda Italia, come “Saldi Chiari”, “Saldi Trasparenti”, “Saldi Tranquilli” "Inizia la stagione dei saldi" lo ricorda anche Primo Mastrantoni di Aduc: "Certamente nelle numerose offerte che hanno caratterizzato questi mesi, gli sconti non sono una novita'.

Per fortuna e meno male. Perche' vuol dire che i consumatori, con il comportamento del non-acquisto, hanno cominciato a far valer il loro potere, convincendo i commercianti che, se vogliono vendere, devono prima di tutto avere prezzi concorrenziali. I saldi comunque rappresentano un appuntamento, in modo particolare per l'abbigliamento. Il decalogo che segue elenca una serie di accorgimenti - prima, durante e dopo l 'acquisto - che possono aiutare, vista la frenesia che spesso attanaglia il consumatore desideroso di "fare l'affare", a non prendere la tradizionale fregatura: PRIMA DI SCEGLIERE L'ACQUISTO 1) Non fare acquisti, se non indispensabili, prima dell'avvio dei saldi.

Nei giorni pre-saldi sarebbe opportuno fare un giro per i negozi e individuare i prodotti che potrebbero interessare, segnando i prezzi a cui vengono venduti, per poi verificare che nel periodo dei saldi il prezzo sia realmente calato; DURANTE L'ACQUISTO - PREZZI 2) Non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualita' della merce di riferimento (dopo non si potra' rivendicare il cambio di un prodotto perche' il negozio a cento metri piu' in la' vende lo stesso ad un prezzo dimezzato); 3) non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale.

Nessuno regala niente. Difficilmente un commerciante ha ricarichi superiori al 50% a meno che non si tratti di un artigiano che produca da se' e che nella determinazione del prezzo ha margini e logiche piu' ampie; 4) ricordarsi che prezzi tipo "49,90" euro vuole dire "50,00" e non "49,00". DURANTE L'ACQUISTO - PAGAMENTI 5) Le forme di pagamento non differiscono da quelle abituali, perche' siamo in presenza di transazioni commerciali e il prezzo di acquisto non modifica le regole. Quindi diffidare da chi impone il pagamento in contanti pur avendo esposta la segnalazione della convenzione con un istituto di carte di credito o bancomat.

Si puo' chiedere di usufruire di questa forma di pagamento, e in caso di diniego segnalarlo all'istituto di credito, che potrebbe anche annullare la convenzione con quel commerciante. DURANTE L'ACQUISTO - QUALITA' 6) Guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di piu', quelli sintetici meno. La percentuale di composizione puo' variare notevolmente e incidere sul costo finale; 7) I capi d'abbigliamento riportano l'etichetta con le modalita' di lavaggio e conviene sempre chiedere conferma al commerciante di cio' che e' indicato: la sua esperienza puo' servire a prevenire spiacevoli sorprese dopo che si e' portato il capo d'abbigliamento in lavanderia; 8) Essere pignoli.

Di un capo verificare se e' di pura lana vergine o di lana. La seconda lana puo' essere riciclata, la prima no. Di un capo di cotone chiedere la provenienza: i prodotti provenienti dai Paesi asiatici possono essere trattati con pesticidi o antimuffe che al contatto con la pelle possono provocare allergie; 9) diffidare dei capi d'abbigliamento disponibili in tutte le taglie e/o colori: e' molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul mercato solo per l'occasione e quindi con un finto prezzo scontato; DURANTE E DOPO L 'ACQUISTO 10) Diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo "la merce venduta non si cambia": esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o perche' difettosa.

Il fatto di essere in saldo, non significa che queste regole non siano valide. Ricordarsi che non esiste il diritto di recesso negli acquisti fatti in un esercizio commerciale: per cui se si e' sbagliata la taglia o si e' semplicemente cambiato idea, e' solo la disponibilita' del commerciante che puo' ovviare al problema, ma non c'e' un diritto del consumatore.

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