Inaugurato il nuovo polo oncologico a Careggi e 54 nuove case della salute

All'ospedale di Firenze le più moderne attrezzature chirurgiche integrate e le più innovative tecnologie radianti per la lotta al tumore. Case della Salute: potenziamento delle strutture sanitarie territoriali o svilimento dei piccoli ospedali?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 maggio 2013 18:57
Inaugurato il nuovo polo oncologico a Careggi e 54 nuove case della salute

Il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e l'assessore alla sanità Luigi Marroni hanno inaugurato oggi il nuovo polo oncologico nell'ospedale fiorentino di Careggi. La nuova struttura inaugurata oggi è destinata a unificare le varie attività destinate alla lotta ai tumori, attualmente sparse in varie aree dell’ospedale. Il valore complessivo della piastra diagnostico-terapeutica del polo oncologico, finanziato interamente con fondi regionali, è di oltre 19 milioni di euro. “Un passo avanti significativo verso la conclusione del nuovo Careggi, uno dei più grandi ospedali d’Italia di livello europeo - ha dichiarato Rossi - Con questo nuovo polo oncologico integriamo competenze e specializzazioni diverse, prendiamo in carico i pazienti e li accompagniamo lungo l’intero percorso di cura, disponendo delle migliori tecnologie esistenti e semplificando notevolmente il loro accesso alla cura”.

Così il presidente Enrico Rossi, che oggi pomeriggio ha inaugurato la nuova piastra diagnostico terapeutica di Careggi, che costituisce il cuore tecnologico del nascente polo oncologico che sarà progressivamente attivato nel corso del 2013. Con Rossi, erano presenti all’inaugurazione l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, il direttore generale di Careggi Valtere Giovannini, il rettore dell’Universita’ di Firenze Alberto Tesi, medici e personale di Careggi. “Grazie a questo intervento – ha proseguito Rossi – Firenze e la Toscana dispongono oggi di una struttura ospedaliera che ha pochissimi riscontri in Europa e negli stessi Stati Uniti.

Direi 20 milioni ben spesi per mettere a disposizione dei pazienti le migliori tecnologie e le migliori cure per la loro salute. La sanità pubblica deve garantire le migliori cure a tutti al massimo livello, e noi a Careggi ci stiamo riuscendo. E di questo sono contento e orgoglioso”. “Il nuovo polo oncologico di Careggi – ha detto l’assessore Luigi Marroni – è una struttura che ci permette di essere all’avanguardia oggi e anche negli anni futuri per la diagnostica e la chirurgia dei tumori.

Tecnologie di altissimo livello che permetteranno a professionisti di altissimo livello di operare nelle migliori condizioni. Questa struttura è il simbolo del fatto che, pur in momenti complessi come quello che stiamo attraversando, la sanità toscana continua a progettare, produrre, innovare, inaugurare. Questo intervento è stato realizzato in due anni”. Implementare una delle strutture nevralgiche della Regione situate nel capoluogo toscano da un lato senza dimenticare però i presidi territoriali: è questa la politica sanitaria messa in campo dalla Regione Toscana che sempre oggi ha annunciato lo stanziamento di più di 8 milioni per avviare o rafforzare 54 Case della Salute su tutto il territorio toscano.

Li ha stanziati la giunta, con una delibera presentata dall’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni e approvata nella seduta di stamani. La cifra – 8.200.000 euro – verrà distribuita tra le 12 aziende sanitarie toscane in due tranche: il 75% al momento della comunicazione di avvio degli interventi previsti, il 25% a realizzazione avvenuta. In 9 interventi sul totale dei 54, si tratta di riconversione e riorganizzazione di strutture ospedaliere, tra cui piccoli ospedali: Barga/Castelnuovo Garfagnana, San Marcello, Volterra, Portoferraio, Abbadia San Salvatore, Massa Marittima, Orbetello, Pitigliano, Castel del Piano. “Questo intervento – ha detto il presidente Enrico Rossi – è un importante rafforzamento dei servizi territoriali.

Credo sia un esempio unico a livello nazionale. Nei prossimi mesi, per le Case della Salute verrà identificato un marchio, che le renda immediatamente riconoscibili per i cittadini, così come lo sono gli ospedali”. “Le Case della Salute – ha sottolineato l’assessore Luigi Marroni presentando la delibera in giunta – rappresentano uno dei pilastri della riforma della nostra sanità regionale. Si tratta di strutture dotate di team multiprofessionali che funzionano come una sorta di grande ambulatorio sui territori”. L’intervento rientra nel più ampio programma di riorganizzazione del sistema sanitario toscano, avviato con la delibera di fine 2012: un programma che punta molto sul potenziamento dell’assistenza sul territorio, assegnando un ruolo chiave ai medici di medicina generale e rafforzando tutte quelle modalità assistenziali extra-ospedaliere che, tra l’altro, hanno il vantaggio di evitare ricoveri impropri e alleggerire dunque la pressione sugli ospedali.

E tra le azioni prioritarie individuate dal programma di riorganizzazione c’è proprio la promozione della presa in carico globale del cittadino sul territorio, attraverso l’implementazione del modello assistenziale Casa della Salute”. Tuttavia non sono mancate le polemiche, 9 di queste case della salute infatti altro non sono che il risultato di ospedali riconvertiti, vale a dire depotenziati. I seguenti: Barga o Castelnuovo Garfagnana in provincia di Lucca; San Marcello (Pistoia) , Volterra (Pisa) , Portoferraio (Elba, Livorno), Abbadia San Salvatore (Siena).

Quattro in provincia di Grosseto: Massa Marittima, Orbetello, Pitigliano, Castel del Piano. "Siamo di fronte a una chiusura strisciante, un percorso morbido per arrivare alla smobilitazione", questa è l'opinione di Stefano Mugnai (Pdl), vicepresidente della commissione Sanità, che anzi aggiunge: "Le case della salute faranno risparmiare sui medici di famiglia e sugli ospedalini tanto cari alla gente ma troppo costosi . Li svuoteranno per trasformarli in ambulatori".

Non la pensa così Oreste Giurlani Presidente Uncem: “Le case della salute sono un nuovo modello per l’accesso all’assistenza sanitaria del cittadino, che non comprometterà affatto i piccoli ospedali compresi quelli montani, anzi, con la Regione l’intenzione è proprio quella di potenziarli costruendo insieme ai Sindaci nuovi modelli che rispondano sempre di più, e meglio, alle esigenze territoriali e al sistema di rete ospedaliera. Per fare questo, con i Sindaci e la Regione siamo al lavoro per la definizione di veri e propri “Patti Territoriali”.

In evidenza