Orti per i giovani in riva sinistra d'Arno: il lavoro di ieri è quello di domani

Centinaia di ettari di terreno ad oggi inutilizzati nel territorio periurbano fiorentino saranno al centro del progetto istituzionale che mira a restituire parte del territorio all’attività agricola e frenare l'urbanizzazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 marzo 2013 21:01
Orti per i giovani in riva sinistra d'Arno: il lavoro di ieri è quello di domani

Continua l’incentivazione delle attività agricole e la valorizzazione dei beni ecologico-ambientali e rurali del territorio da parte degli enti locali, questa volta con un “Progetto Territoriale di Agricolura periurbana in riva sinistra d’Arno”, che mira allo sviluppo sostenibile dell’area Oltregreve - Riva Sinistra d’Arno - Mantignano – Ugnano. Grazie ad un protocollo d’intesa firmato da Regione Toscana, Provincia di Firenze, dai Comuni di Scandicci, Lastra a Signa e Firenze, e dall’Università di Firenze (con i Dipartimenti di Agraria e di Architettura), si ribadisce la volontà di mantenere alla sua vocazione agricola le diverse centinaia di ettari di terreno ad oggi inutilizzati nel territorio periurbano fiorentino.

Una sorta di “laboratorio rurale”, con cui restituire alle comunità locali forme più idonee di sviluppo sostenibile proiettato al futuro. Un’area che sarà oggetto di un’attività di sostegno che incentivi il coinvolgimento e la nascita dell’imprenditoria giovanile. L’ “Oltregreve fiorentino”, posto tra Firenze, Scandicci e Lastra a Signa, è un’area storicamente caratterizzata da un’orticoltura intensiva (i cosiddetti “Orti di Firenze”) e rappresenta forse una delle poche zone dove ancora l’attività agricola resiste sul territorio periurbano, benché minacciata dalla spinta all’edificazione periferica metropolitana. Per frenare l’urbanizzazione, evitare la saldatura tra i centri urbani e per mantenere e migliorare il ruolo di “polmone verde” dell’area agricola, i Comuni di Firenze, Scandicci e Lastra a Signa si impegnano, a questo proposito, a verificare la coerenza dei propri strumenti di pianificazione e di programmazione con la destinazione agricola dell’area interessata dal progetto. La Regione Toscana cercherà di individuare specifiche azioni nell’ambito degli strumenti regionali di pianificazione paesaggistica, in sinergia con gli obiettivi e azioni del Progetto “Parco agricolo della Piana”, nonché azioni di programmazione in materia di sviluppo agricolo e rurale. La Provincia di Firenze, con uno specifico Comitato tecnico, composto da specialisti ed esperti (di Agraria e di Architettura), sta già portando avanti una ricognizione sui possibili obiettivi, strategie e attività più adatte a tali terreni.

La Provincia intende predisporre inoltre specifiche sollecitazioni di interesse, sia da parte dei proprietari dei terreni che dei potenziali conduttori, incentivando le relazioni e la collaborazione con l’imprenditoria giovanile. In una fase successiva saranno attivati workshop tematici, visite guidate in aziende, incontri per l’animazione e la divulgazione dell’agricoltura periurbana, rivolti in primis ai giovani agricoltori, che vorranno affacciarsi a questa attività, una delle poche (nel generale clima di sfiducia) che forse potrebbe garantire un impiego.

Attraverso la costruzione di un percorso partecipativo tra le istituzioni locali, le parti sociali ed economiche dell’area interessata, verrà proposto un modello di sviluppo sostenibile che miri alla valorizzazione delle risorse territoriali, anche attraverso attività di agricoltura sociale, multifunzionale e allo sviluppo delle agroenergie. Uno degli obiettivi è quello di creare un polo di eccellenza agricola ed agroalimentare, coerente con le attività tradizionalmente condotte nell’area dell’Oltregreve, gli “Orti di Firenze” appunto, anche per uno sviluppo di sbocchi di mercato di prossimità, come la vendita diretta in azienda, la “filiera corta” e “km 0”, usata per le mense di collettività. L’obiettivo generale è di evitare la marginalizzazione del territorio, offrendo (specie ai giovani) possibilità alternative e sostenibili di utilizzazione di queste “terre di nessuno”, ma che hanno l’indubbio vantaggio di essere vicinissime a decine di migliaia di cittadini.

Per far questo, occorreranno investimenti di risorse finanziarie e umane, migliorare la qualità della vita delle popolazioni residenti, favorire la creazione di un corridoio ecologico, regolare l’equilibrio idro-geologico, coinvolgere i cittadini nella gestione del territorio, unitamente agli utenti/consumatori.

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