A Livorno un progetto per distribuire i cibi invenduti a cittadini in difficoltà

Comune e Caritas chiamano a raccolta le associazioni di categoria. A breve una convenzione per attivare una “rete di solidarietà” con negozi al dettaglio e all’ingrosso

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 marzo 2013 15:20
A Livorno un progetto per distribuire i cibi invenduti a cittadini in difficoltà

Livorno – Secondo la Caritas, quasi 1200 persone a Livorno ogni giorno non riescono a sfamarsi a sufficienza. Eppure nei negozi, sia al dettaglio che all’ingrosso, nei bar, nelle pasticcerie e nei ristoranti, molto cibo invenduto finisce nella spazzatura. Per questo il Comune di Livorno, insieme alla Caritas Livorno Onlus, intende lanciare un progetto per potenziare e “sistematizzare” la redistribuzione, ai cittadini in difficoltà (singoli e famiglie), di cibi invenduti.

Merci cioè non più adatte al commercio, ma assolutamente sane e commestibili: dal pane e brioche sfornati la mattina ma ancora sui banchi alla sera, alla frutta “ammaccata” e non più adatta all’esposizione ma buona da mangiare e così via. Con l’obiettivo di creare un circuito tra chi ha disponibilità di alimenti non utilizzati e chi ne ha invece bisogno, l’assessore all’associazionismo e volontariato del Comune di Livorno Massimo Gulì ha incontrato ieri mattina, insieme a Giovanni Calleri dell’Area Progettazione della Fondazione Caritas Livorno onlus, i rappresentanti di Cna-Unione Alimentare, Confcommercio, Confesercenti, Legacoop. La Caritas, come ha spiegato Calleri, già svolge un servizio in città insieme alla Legacoop ed ha attivato una rete di coordinamento attraverso le parrocchie.

Ma in questo difficile momento economico e finanziario il sistema non è più sufficiente a prevenire e alleviare situazioni di povertà che si stanno facendo purtroppo sempre più gravi e diffuse. Da qui l’idea di creare una vera e propria “rete territoriale di solidarietà”, coinvolgendo in maniera più capillare le associazioni di categoria, affinché sensibilizzino i propri associati sulla necessità di essere solidali verso le fasce più deboli della popolazione, e anche perché li informino sui meccanismi di sgravi fiscali e riduzione dei costi di smaltimento che esistono per chi dona prodotti non più commerciabilizzabili. Esiste infatti in Italia una legge, la 155 del 2003, detta “del buon Samaritano”che prevede una serie di agevolazioni per chi effettua “cessioni gratuite nei confronti di enti ecclesiastici e onlus”. Al termine dell’incontro i rappresentanti delle associazioni di categoria si sono impegnati ad informare i loro iscritti, con l’obiettivo di arrivare a stipulare con il Comune una convenzione per attivare quanto prima la “rete della solidarietà” e creando con la Caritas un piano di ritiro e ridistribuzione dei prodotti, coinvolgendo anche le numerose associazioni di volontariato della città, per sostenere singoli e famiglie in difficoltà, combattere gli sprechi, educare al valore della solidarietà e ad un uso più attento delle risorse.

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