Tares, i comuni toscani in rivolta, si va verso la non applicazione

L’iniziativa parte da alcuni comuni senesi ma ha l’obiettivo di coinvolgere tutti i comuni toscani e poi di estendersi a livello nazionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 marzo 2013 13:29
Tares, i comuni toscani in rivolta, si va verso la non applicazione

Ordine del giorno dei sindaci Ato Toscana sud. Obiettivo coinvolgere il maggior numero di Comuni. Il “sì” di Uncem Toscana. Giurlani: “L’ho inviato a tutti i comuni associati perché, se ritengono, facciano proprio” La “rivolta” dei comuni toscani contro l’applicazione della Tares (la nuova tassa sui rifiuti) è iniziata. Ieri l’assemblea dei sindaci ATO Toscana Sud ha predisposto un ordine del giorno nel quale si valuta la possibilità di mettere in atto “iniziative di protesta anche clamorose, ivi compresa la non applicazione della Tares così come definita”.

Quindi l’invito ad Uncem, Anci e Autonomie locali “a coinvolgere tutti i Comuni d’Italia invitandoli a non applicare la Tares così come legiferata” e richiedere al Governo di cancellarla dal decreto “Salva Italia”. L’iniziativa parte da alcuni comuni senesi ma ha l’obiettivo di coinvolgere intanto tutti i comuni toscani e poi di estendersi a livello nazionale. L’iniziativa ha subito trovato il convinto appoggio di Uncem Toscana. “I sindaci dell’Ato Toscana sud hanno tutto il mio sostegno – spiega Oreste Giurlani, presidente dell’Unione dei comuni e degli enti montani -.

Da tempo sostengo l’iniquità di questa nuova tassa e la necessità di alzare la voce per denunciare la inadeguatezza. Ben venga allora questo ordine del giorno che ho subito girato a tutti i comuni associati in Uncem, invitando i sindaci a presentarlo quanto prima ai consigli comunali per una discussione e auspicabilmente per l’approvazione”. E al nuovo Parlamento rivolge un appello De Girolamo perché “la revisione del tributo sia affrontata fra le primissime priorità della legislatura”. “E’ urgente che il nuovo Parlamento affronti subito il problema della Tares, il nuovo tributo introdotto dal Governo Monti per la copertura dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani e di altri servizi locali indivisibili come la manutenzione stradale, l’illuminazione pubblica e la polizia locale, chiedendo al Governo di rinviarla al 2014”.

Questo l’appello rivolto ai parlamentari, e in particolare a quelli toscani, che oggi si sono riuniti per la prima volta in assemblea, dal presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo, per impedire che le scadenze previste dalla legge per il pagamento della Tares da parte dei comuni provochino gravi squilibri finanziari nei bilanci delle aziende di gestione dei rifiuti nonché ulteriori pesanti problemi agli utenti siano essi commercianti, piccole medie imprese, fino alle utenze domestiche. La conversione in legge del decreto prevede, infatti, per il mese di luglio l'emissione da parte dei comuni della prima rata della Tares 2013, che è anche più onerosa per i cittadini e per le aziende, che non potranno scaricare più l'Iva. Le aziende riceveranno perciò il primo pagamento da parte dei comuni nei mesi di agosto o settembre: “Il mantenimento di questa scadenza rischia di portare al collasso il servizio in molte città italiane ed anche in Toscana”, avverte De Girolamo. “Nell’ambito delle sue prerogative e nelle forme che riterrà più opportune – ha aggiunto il presidente di Confservizi Cispel Toscana – fra i primi atti della legislatura il nuovo Parlamento dovrebbe quindi convocare il Governo in carica, in particolare il Ministro Clini, per verificare le intenzioni a prendere in esame un immediato intervento di rinvio della Tares al 2014, cosi come richiesto anche dalle Regioni nella conferenza unificata di mercoledì 13 marzo”. Al tempo stesso è necessario valutare l'opportunità di rivedere il meccanismo stesso di applicazione della Tares: “Il ritorno ad un tributo, infatti, nel caso dei comuni passati negli anni scorsi alla tariffa (quasi tutti in Toscana) – ha spiegato De Girolamo - rappresenta un passo indietro nel processo di industrializzazione della gestione dei rifiuti, processo che vedeva nella tariffa emessa e riscossa dal gestore la base per una gestione economica responsabile che superasse il meccanismo di finanza derivata”.

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