Nel guscio delle lumache i segreti del clima passato

Migliaia di anni fa il Mediterraneo aveva un clima molto più caldo e umido di oggi - a svelarlo è uno studio in uscita sulla rivista "Quaternary International"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 febbraio 2013 22:34
Nel guscio delle lumache i segreti del clima passato

Il guscio delle lumache svela i segreti del clima passato. E così si scopre che migliaia di anni fa, al tempo dei primi agricoltori, il Mediterraneo aveva un clima molto più caldo e umido di adesso. Sono questi i risultati di uno studio in uscita sulla rivista “Quaternary International” e condotto da un team di ricercatori delle Università di Pisa e di York e dello Scottish Universities Environmental Research Centre (SUERC) di Glasgow composto da archeologi, climatologi e geochimici.

Gli studiosi hanno analizzato gli isotopi di carbonio e di ossigeno dei gusci di Pomatias elegans, un mollusco terrestre, risalenti a 9.000 a 2.500 anni fa e recuperati in alcune grotte del Mediterraneo. I siti sotto esame sono una decina in tutto, tre dei quali in Italia: le due grotte Serratura e del Romito in Campania e quella del Latronico in Calabria. Mettendo insieme tutti i dati, la ricerca ha fornito una fotografia del clima del Mediterraneo occidentale all’inizio del Neolitico (circa 8000 anni fa) facendo emergere una specificità di questa area.

Se confrontati con studi precedenti, i risultati mostrano ad esempio che, all’epoca, le condizioni meteorologiche della costa atlantica del nord della Spagna erano probabilmente molto simili a quelle di oggi, mentre sul versante mediterraneo, nella penisola iberica meridionale o in Sicilia, il clima era molto più umido dell’attuale. “La ricerca si è basata su un impiego massiccio delle analisi isotopiche - ha detto Giovanni Zanchetta, docente del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa – i gusci di lumaca rinvenuti in siti archeologici ben datati possono fornire informazioni fondamentali sul clima del passato.

E siamo solo all'inizio, perché ci sono moltissimi scavi archeologici che possono produrre un ricco materiale di studio”.

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